Economia
Deutsche Bank traballa
© Shutterstock + screenshot video
© Shutterstock + screenshot video
Redazione
un anno fa
In seguito al tracollo in borsa della banca tedesca, Ticinonews ha intervistato Luca Soncini, economista e docente di finanza all'Università della Svizzera Italiana, per fare chiarezza sulla questione.

È a malapena passata una settimana dall’acquisizione del gigante svizzero Credit Suisse, e le fondamenta della finanza europea tornano a tremare. La Deutsche Bank, infatti, nella giornata di venerdì ha subìto un tracollo in borsa. Il titolo della banca ha toccato i livelli minimi da ottobre 2022, perdendo fino al 15% per poi risalire al -10%. Dal crollo della Silicon Valley Bank le azioni della Deutsche Bank hanno perso circa il 30%, con sette miliardi di euro di valore di mercato che sono scomparsi nel nulla. Anche i famosi Credit default swap – altra analogia con Credit Suisse - sono schizzati sopra i 220 punti base, il massimo dalla fine del 2018. Il tutto ha portato a bruciare 3 miliardi di euro in pochi giorni. 

Rimborso anticipato di 1.5 miliardi

Come per l’infelice dichiarazione degli azionisti sauditi nel caso di Credit Suisse, anche dietro al repentino crollo di Deutsche Bank c’è una mossa che ha scatenato il panico: l'annuncio di voler rimborsare anticipatamente delle obbligazioni subordinate Tier 2 da 1,5 miliardi di dollari. Il segnale – normalmente percepito in modo positivo – ha però innervosito gli investitori.

Credit Suisse vs Deutsche Bank

Nonostante le similitudini, fra le due banche corrono parecchie differenze. Innanzitutto Deutche Bank non ha sperimentato, finora, la fuga dei depositi toccata a Credit Suisse. Inoltre il colosso tedesco è da poco uscito da una profonda ristrutturazione che il Cs aveva appena iniziato: percorso sofferto frutto anche di una vigilanza, quella della Bce, sicuramente più intrusiva. Il gruppo, inoltre, aveva chiuso il 2022 con un utile netto di 5,7 miliardi di euro. Credit Suisse, al contrario, con una perdita di 7,3 miliardi di franchi. 

Reazioni politiche

La reazioni politiche non si sono fatte attendere. Olaf Scholz, cancelliere tedesco, è sceso in campo difendendo il colosso tedesco: “Deutsche Bank ha modernizzato e riorganizzato sostanzialmente il modo in cui lavora ed è una banca molto redditizia, non c'è motivo di preoccuparsi". “Il sistema bancario europeo è solido”, ha aggiunto la presidente della Bce Lagarde durante l’eurosummit: “La Bce segue da vicino la situazione sui mercati ed è pronta a intervenire in caso di necessità”.

L'analisi

Vista la situazione, Ticinonews ha consultato l'economista e docente di finanza all'Università della Svizzera Italiana, Luca Soncini, per fare luce sulla questione. "La finanza internazionale sta attraversando un momento difficile. Una piccola paura rischia di trasformarsi in una piccola tragedia. Negli ultimi mesi c'è stata più inflazione e si sono alzati i tassi di interesse, che non sono altro che il costo del denaro. Negli ultimi 15 anni il costo basso del denaro ha fatto sì che i volumi della finanza si siano moltiplicati. La banche hanno fatto utili e si è gonfiato tutto. Ora il costo di questo denaro è triplicato. Quindi la finanza internazionale è ancora di più sotto pressione".

I tag di questo articolo