
"Tra uomini è più facile", così il commento de LaRegione sull'accordo sui dazi annunciato venerdì pomeriggio tra Svizzera e Stati Uniti. Una riflessione di genere che sostiene che "il lobbismo virile è riuscito laddove la diplomazia si era arenata". Il Corriere del Ticino invece interpella il Consigliere nazionale UDC Piero Marchesi e il suo collega del PLR Alex Farinelli.
"Lo sbalestrato autocrate"
Nel suo editoriale su laRegione, Roberto Antonini descrive l’intesa tra Svizzera e Stati Uniti come un accordo carico di rischi. Pur riconoscendo che secondo Guy Parmelin “più di così non si poteva fare”, Antonini sottolinea il prezzo da pagare: accettare “bovini agli ormoni o polli al cloro”, assistere alla fuga di posti di lavoro e cedere “una parte della nostra sovranità”. LaRegione critica anche il metodo: l’apertura di negoziati favorita da miliardari che, presentandosi alla Casa Bianca, avrebbero mostrato “come si tratta con lo sbalestrato autocrate a capo del regno del dio denaro”. Per Antonini, Washington non agisce da posizione di forza, al contrario, il movimento Maga “sta perdendo pezzi” e la Corte Suprema mostra “scetticismo sulla costituzionalità” dell'attuazione della manovra sui dazi. Infine, un ragionamento di genere: "Lui (Guy Parmelin, ndr) è riuscito laddove la sua collega presidente aveva subito un’umiliazione. Tra uomini è più facile, l’oltraggio si può sublimare in brillante encomio, il lobbismo virile è riuscito laddove la diplomazia si era arenata".
Il commento dei due Consiglieri nazionali
Nel concreto il Corriere del Ticino che interpella il Consigliere nazionale dell'UDC Piero Marchesi e il Consigliere nazionale PLR Alex Farinelli. Per il democentrista ticinese l'intesa è "una buona soluzione di compromesso". A suo avviso, le contropartite "non sembrano per nulla esagerate" e l’accordo è "un classico dare per avere". Marchesi sostiene poi che "per vedere che cos’è un vero accordo di sottomissione invito a leggere il pacchetto negoziato con l’UE". Di tutt’altro avviso Alex Farinelli, secondo cui "c’è ben poco da esultare". Il deputato nazionale liberale sostiene che "siamo passati da una situazione in cui non c’erano dazi" a un contesto in cui la Svizzera dovrà comunque affrontare tariffe al 15% e investimenti per 200 miliardi di dollari negli USA, "indebolendo la nostra economia". Per Farinelli, è "assolutamente un accordo di sottomissione agli Stati Uniti", che "hanno fatto valere la loro forza economica".
