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Crisi alimentare, Unicef lancia un appello
Immagine Shutterstock
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Ginevra Benzi
3 anni fa
L’aumento dei prezzi delle materie prime è sicuramente una delle cause di questa terribile situazione, in particolar modo quelle che servono per aiutare i bambini nei Paesi più poveri

“A causa della guerra in Ucraina ogni giorno 2 bambini muoiono e altri 4 vengono feriti. La maggior parte in attacchi con armi esplosive e in aree popolate.” È la denuncia di Unicef che ieri per la prima volta ha reso noti i dati dell’impatto che ha il conflitto sui più piccoli. “Quasi 100 giorni di guerra hanno avuto conseguenze devastanti per i bambini, di una portata e velocità mai viste dalla Seconda Guerra Mondiale”. Lo ha affermato Andrea Iacomini, portavoce media Unicef, ai microfoni di Ticinonews.

“Necessario un intervento immediato”
“La crisi del grano ucraina è solo una concausa di una situazione già complicata che vedeva il tema della malnutrizione acuta grave legata proprio alla crisi alimentare globale è una della grandi tematiche a livello mondiale che rischiano di esplodere nel corso degli anni” spiega Iacomini. Intervenire immediatamente è l’unica soluzione, altrimenti il rischio è di avere altri 600mila se non un milione di bambini malnutriti in maniera grave, “in alcune aree del mondo proprio in virtù di questa situazione”.

Una bustina salvavita
L’aumento dei prezzi delle materie prime è sicuramente una delle cause di questa terribile situazione, in particolar modo quelle che servono per aiutare questi bambini. “C’è una piccola bustina salvavita chiamata RUTF: un alimento terapeutico che noi utilizziamo in tutti questi Paesi – Asia orientale, Africa subsahariana – per cercare attraverso un ciclo di questi alimenti di salvare la vita a molti bambini” ha spiegato il portavoce Unicef. Come detto, il prezzo delle materie prime per approvvigionare questi Paesi è purtroppo aumentato; “l’aumento dei prezzi, la crisi del grano, sicuramente le difficoltà dovute agli spostamenti, e anche i precedenti legati al Covid, hanno fatto sì che oggi purtroppo i tassi di malnutrizione acuta siano in aumento”. Per Iacomini c’è sicuramente bisogno di maggiori investimenti da parte dei Governi, a cui Unicef ha chiesto, con particolare riguardo all’aiuto allo sviluppo, di investire più dello 0,2% del PIL che viene destinato, altrimenti i bambini vanno incontro a questa malnutrizione acuta, che impedisce loro di vivere normalmente, di giocare, di camminare “e a volte non riescono neanche a piangere” ha concluso Iacomini.

Situazione Ucraina
Iacomini ricorda che ci sono 3 milioni di bambini sfollati in Ucraina, mentre quasi altrettanti hanno dovuto lasciare le loro case per andare negli stati vicini. “Siamo di fronte a un fenomeno di emergenza che non ha pari negli ultimi 75 anni”. E che adesso, purtroppo, “rischia di essere dimenticato, soprattutto sotto il profilo umanitario”. Ecco perché è importante, in una giornata come questa, a 100 giorni dall’inizio delle ostilità, “ricordare il dramma dei tanti piccoli che ancora si trovano nel paese”.

I rischi
Non bisogna neanche dimenticare che la metà dei bambini sfollati all’interno del paese “rischia una grave crisi alimentare nei prossimi giorni, in virtù del fatto che manca l’acqua potabile per due milioni di persone, a causa dei bombardamenti, e perché c’è un rischio di ritorno del morbillo e della polio”. Se non si interviene immediatamente con le vaccinazioni “c’è la possibilità di assistere a uno scempio nello scempio. Noi, con i nostri team, in Ucraina abbiamo assistito le persone nelle aree colpite, e poi siamo intervenuti lungo il confine, attraverso i cosiddetti “punti blu”, nei quali i bambini vengono registrati, gli viene data una casa, e si cerca di capire se possano ricongiungersi ai loro parenti oppure no”. Questo perché “con un esodo come questo, c’è il rischio di sfruttamento, di traffico, di abusi e di violenza di genere”, conclude Iacomini.

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