
Partiti in convoglio da tutta la Francia, migliaia di oppositori al super green pass francese - un totale di circa 2’600 veicoli secondo la polizia - sono in marcia verso Parigi. È la protesta dei cosiddetti ‘Convogli della Libertà’, partito in direzione direzione della capitale malgrado il divieto decretato ieri dalla polizia. Ricordando che il diritto di manifestare è “costituzionalmente garantito”, il premier Jean Castex, ha messo in guardia sul divieto tassativo di bloccare il traffico. I partecipanti verranno fermati “se bloccano la circolazione o se intendono bloccare la capitale, su questo bisogna essere molto fermi”, ha avvertito mentre diversi manifestanti assicurano di non nutrire questa intenzione.

“Scampagnata a Parigi, poi a Bruxelles”
“Non vogliamo necessariamente bloccare, ma fare un giretto” a Parigi, dice alla France Presse Marie, 39 anni, un’assistente commerciale partita dalla Bretagna. “Andiamo a fare una scampagnata a Parigi, nella capitale, poi, se possiamo, andremo fino a Bruxelles”. Nei giorni scorsi, cortei di auto sono partiti da diverse città, Nizza, Bayonne, Perpignano, con l’obiettivo di raggiungere Parigi stasera e Bruxelles lunedì. Dall’alba di oggi, altri ‘convogli’ - auto, roulotte, furgoncini - si sono formati a Lille, Strasburgo o Vimy. Altre 280 auto, secondo la gendarmeria, e oltre 400 secondo la France Presse sono partite in mattinata da Châteaubourg (Ille-et-Vilaine).
“Portata fenomenale”
Circa 2’600 veicoli, secondo la polizia, starebbero attualmente puntando la capitale. E’ un’azione di “portata fenomenale”; dice alla France Presse un coordinatore dei cosiddetti ‘Convogli della Libertà’, il movimento direttamente ispirato ai “Freedom convoy” lanciato dai camionisti canadesi. A otto settimane dalle elezioni presidenziali, il movimento nato sui social riunisce diversi tipi di oppositori a Emmanuel Macron, dai no-pass, ai no-vax, ai gilet gialli, ma anche persone che protestano contro il caro benzina o l’aumento dei costi dell’energia. I manifestanti invocano, tra l’altro, la fine del super green pass, che l’esecutivo spera di poter revocare tra fine marzo e inizio aprile.
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