Roma
Come funziona il conclave: fumate, schede, quorum
Oggi inizia la cerimonia per proclamare il successore di Bergoglio. Sono 133 cardinali chiamati a votare nella massima segretezza.

Una macchina complessa messa a punto in secoli di storia e tradizione liturgica. È il conclave che, per l'elezione del successore di Bergoglio, si apre oggi, mercoledì 7 maggio. Il numero massimo di cardinali elettori è stabilito in 120, ma deroghe sono ammesse. Attualmente gli aventi diritto al voto sono 133. Come da tradizione il Conclave si svolgerà nella Cappella Sistina, luogo d'arte e di fede, per la ventiseiesima volta nella storia. 

Assoluta segretezza

Il 5 maggio tutto il personale che avrà accesso al Conclave ha giurato assoluta segretezza: religiosi, tecnici, medici, cuochi, guardie svizzere, floristi. È vietato parlare con i cardinali o riferire quanto visto. La sanzione in caso di violazione è la scomunica latae sententiae, automatica e immediata. Anche i cardinali, prima del voto, giurano uno a uno sul Vangelo.

Chi vota

Dei 133 cardinali elettori, ben 108 sono stati nominati da papa Francesco, che ha reso il collegio più giovane, globale e variegato. I cardinali provengono da 71 Paesi: 59 europei (19 italiani e due svizzeri), 37 americani (tra Nord, Centro e Sud), 20 asiatici, 16 africani e 3 oceanici. Il più giovane è Mykola Byčok, ucraino, 45 anni, vescovo a Melbourne. Il più anziano è Carlos Osoro Sierra, spagnolo, 79 anni, che compirà 80 anni il 16 maggio.

Gli assenti e infirmarii

Due cardinali elettori, lo spagnolo Antonio Cañizares Llovera e il keniota John Njue, non saranno presenti per motivi di salute. Il cardinale Vinko Puljić, invece, ha dichiarato che, se aiutato, potrà votare in Sistina. Se non ce la farà, entrerà in azione il gruppo degli infirmarii: tre cardinali incaricati di raccogliere voti da eventuali infermi. Seguono un rituale rigoroso: urna sigillata, scheda piegata, giuramento anche del malato. Le schede saranno poi inserite nel calice votivo con le altre, alla presenza degli scrutatori.

L'alloggio

Casa Santa Marta dispone di 134 posti, ma con 14 camere sigillate, tra cui quella che fu di Francesco, 13 cardinali saranno ospitati nell’attiguo ex ospizio Santa Marta, riadattato per l’occasione. Le stanze sono assegnate per sorteggio. Ogni camera è semplice ma autonoma, con bagno privato. 

Il via dopo il giuramento

Il maestro delle cerimonie Diego Ravelli non parteciperà al voto ma svolgerà un ruolo chiave: è lui a pronunciare l’“Extra omnes”, che segna la chiusura delle porte della Sistina. Il primo giorno dell'avvio del conclave si terrà una sola votazione nel pomeriggio mentre nei giorni successivi saranno quattro in totale, due la mattina e due il pomeriggio.  

La giornata tipo

Le giornate seguono un ritmo liturgico e rigoroso. Colazione all’alba, Messa alle 8.15 nella Cappella Paolina, poi votazioni al mattino e al pomeriggio, nella Cappella Sistina. Alle 16.30 inizia la processione dei cardinali in abito corale, accompagnati dal canto delle litanie dei santi e dal Veni Creator. Dopo le votazioni pomeridiane, si recitano i Vespri. I pasti e gli spostamenti avvengono in completo isolamento. Tutto è organizzato per garantire raccoglimento e discernimento. Le fumate avvengono due volte al giorno: bianca se si è eletto il Papa, nera altrimenti.

La votazione

Una volta scritto il nome sulla scheda sotto la frase 'Eligo in Summum Pontificem', ogni singolo cardinale elettore si avvia verso l'altare con la scheda piegata e ben visibile. La adagia su un piatto d'argento poggiato su un'urna e poi la lascia scivolare all'interno. Una volta conclusa la sessione di voto, i primi due scrutatori aprono e leggono in silenzio il nome scritto sulla scheda, mentre il terzo pronuncia il nome. Le schede vengono forate e legate insieme, per essere poi bruciate all'interno della stufa.

Fumata nera, fumata bianca

Nel caso di mancata elezione verrà aggiunta una miscela che colorerà il fumo di nero. In caso contrario, invece, il decano si rivolge al candidato eletto per chiedergli se accetta o meno l'incarico e quale sarà il nome scelto. Se accetta, verranno bruciate le schede aggiungendo il colorante bianco che annuncerà dal comignolo della cappella Sistina l'elezione del nuovo Papa.

Il quorum

Per essere eletto, il Papa deve ottenere i due terzi dei voti dei presenti. Con 133 cardinali, il quorum è 89. Se dopo tre giorni non si raggiunge un risultato, si osserva una pausa di riflessione. Dopo 33-34 scrutini andati a vuoto, si può passare a un ballottaggio tra i due candidati più votati, ma resta il vincolo della maggioranza qualificata. È vietata la scelta per acclamazione o compromesso. Secondo il diritto canonico, può essere eletto qualunque maschio battezzato e celibe, anche non cardinale, sebbene nella prassi ciò non accada da secoli.

La stanza delle lacrime

È un piccolo ambiente riservato accanto alla Sistina, dove il Papa eletto si ritira prima di apparire al mondo. Vi trova una veste talare bianca in tre taglie, un crocifisso, immagini mariane e un divano rosso. Qui molti hanno pianto, colti dal peso della responsabilità: Giovanni XXIII scoppiò in lacrime, Benedetto XVI parlò di “ghigliottina”, Francesco si limitò a dire “Il carnevale è finito”. È il momento in cui la persona cede il passo al Pontefice. Da lì, vestirà di bianco: una scelta introdotta da Pio V nel 1566.

L’annuncio

Dopo circa un’ora dalla fumata bianca, si apre la loggia centrale della Basilica di San Pietro. Il cardinale protodiacono, nel 2025 Dominique Mamberti, si affaccerà per pronunciare: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!”. Seguiranno nome e cognome dell’eletto e il nome pontificale scelto. Mamberti, 72 anni, corso, ex ministro degli Esteri vaticano, guida oggi la Segnatura Apostolica. Un annuncio carico di attesa e speranza per oltre un miliardo di cattolici nel mondo.

 

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