Parigi
La password del sistema di sicurezza del Louvre? Era "Louvre"
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Ats
15 ore fa
Dietro al colpo del secolo potrebbe esserci una coppia di piccoli criminali con figli. Il 37enne e la 38enne sono stati arrestati dopo che tracce del loro Dna sono state trovate nel cestello elevatore utilizzato durante il furto.

Il clamoroso colpo al Louvre potrebbe essere opera di ladruncoli e non di grandi menti del crimine, secondo la procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, e senza complici all'interno del museo. A facilitare la rapina da quasi 90 milioni di euro sono state le falle nella sicurezza ammesse dalla ministra della Cultura Rachida Dati, che ha parlato di "una sottovalutazione cronica e strutturale del rischio di furti".

La password "Louvre"

Questo quadro è confermato da documenti del 2014, ottenuti da Libération: svelano che la password per accedere al server della videosorveglianza del museo fosse decisamente facile da indovinare: era la parola "Louvre". Un rapporto dell'Agenzia nazionale per la sicurezza informatica concludeva, dieci anni fa: "Chi controlla la rete del Louvre può rendere più facile il furto di opere d'arte". Grande imbarazzo, dunque, per i vertici del museo.

La caccia al tesoro prosegue

Intanto la caccia al tesoro prosegue. A due settimane da quando i rapinatori si sono introdotti nella galleria Apollo, in pieno giorno, con un montacarichi e sono poi fuggiti in motorino con i gioielli della corona, ancora non c'è traccia della refurtiva. Le indagini proseguono e quattro persone sono in carcere dopo che la polizia ha arrestato due nuovi sospetti, ieri, e altri tre sono stati fermati e poi rilasciati. Si cerca ancora un complice che avrebbe fatto parte del commando così come i possibili committenti.

Il dna che potrebbe inchiodare la coppia di piccoli criminali

L'ultima operazione delle forze dell'ordine ha riguardato una coppia con figli che vive alla periferia nord di Parigi, a La Courneuve, e nega ogni accusa. Il Dna di entrambi è stato però rilevato sul cestello del montacarichi. La procuratrice Beccuau ha spiegato che le tracce dell'uomo, di 37 anni, sono "significative", mentre quelle della donna, di 38 anni, potrebbero essere "Dna di trasferimento", depositato indirettamente con oggetti o persone. Al momento lui è incriminato per furto in banda organizzata (pena fino a 15 anni) e associazione a delinquere finalizzata a furto in banda organizzata (pena fino a 10 anni), mentre la compagna solo per complicità negli stessi reati. La donna, davanti al giudice, è scoppiata a piangere e ha detto di temere per la sua vita e quella dei suoi figli, proclamandosi del tutto innocente.

Il 37enne era già stato condannato undici volte

Gli altri due arrestati sono stati fermati il 25 ottobre, uno all'aeroporto di Roissy, dove era in partenza per l'Algeria, e l'altro a Aubervilliers. Avrebbero fatto qualche parziale ammissione. Il 37enne era stato coinvolto, in passato, insieme a uno di loro, in un altro caso di furto, a Parigi, nel 2015, scrive Le Figaro. E aveva in totale undici condanne per furto, furto aggravato, reati stradali e atti di violenza. I profili dei sospetti sono distanti dall'immagine di criminalità organizzata che una rapina di queste dimensioni avrebbe potuto suggerire. Secondo la procuratrice Beccuau, intervenuta su France info, sembrano piuttosto persone poco note in quel mondo, "ma che emergono rapidamente per essere coinvolti in crimini organizzati estremamente gravi".