
Dalla Scozia a Madrid, da Parigi a Berlino, da Bruxelles a Praga, il coronavirus lievita a ritmi preoccupanti in Europa. Superata la soglia-shock dei 100 mila nuovi contagi in sole 24 ore - 109.749, circa l’11% in più rispetto ai 98.904 segnati il giorno precedente -, scavalcando in questo i tristi capofila della pandemia, Stati Uniti, India e Brasile, il Vecchio continente si appresta a ripristinare drastiche misure di contenimento, mentre esplodono i contagi nella Repubblica Ceca.
In Germania da oggi e fino almeno al 31 ottobre bar e ristoranti chiuderanno tassativamente alle 23. Nel Paese dove l’epidemia era stata contenuta con successo in primavera, i contagi sembrano sfuggire al controllo: 4.721 casi - sempre sopra i 4.000 negli ultimi giorni - e 15 morti in 24 ore. Ancora sotto all’Italia, ma in crescita. Il ministro della Salute, Jens Spahn, ha ricordato che «quasi nessun altro ha gestito la crisi meglio di noi, ma non possiamo mettere a rischio quello che abbiamo ottenuto».
In Francia, grande malata d’Europa del momento che ieri ha registrato oltre 20.000 in 24 ore, la situazione si aggrava ancora, mentre a Parigi e nella sua regione, l’Ile-de-France, l’occupazione dei letti per la terapia intensiva si avvicina al 50%. La capitale, come Marsiglia, Aix-en-Provence e l’isola di Guadalupe, è già zona rossa e da oggi viene affiancata da altre quattro città: Lione, Lille, Grenoble e Saint-Etienne. Qui bar e sale per feste chiusi e numeri limitati per centri commerciali e negozi, divieti di assembramento e distanziamento rigido nei ristoranti.
Nel Regno Unito, dove pub e caffè sono chiusi da ieri in cinque regioni della Scozia, si attende che lunedì mattina Boris Johnson esponga alla camera dei Comuni la nuova strategia del suo governo per contenere le cifre impietose e in ascesa continua. Circa 17.000 i nuovi contagiati di ieri - tre volte il picco di aprile -, che portano il totale a oltre 576.600 e a 42.679 morti. L’epicentro si è ora spostato da Londra e il sud al nord, a città come Manchester, Liverpool e Nottingham, oltre a Derry in Irlanda del Nord, destinate a vedersi imporre misure draconiane: chiusura di pub e locali.
Male i Paesi Bassi, che oggi hanno segnato il ricordo di sempre con 6.504 contagi in sole 24 ore; e la Spagna, che continua a riportare bilanci quotidiani oltre i 10.000. E dove il governo di Pedro Sanchez ha in corso un braccio di ferro con la comunità di Madrid, refrattaria ad applicare il lockdown che ormai interessa quasi tutta la città.
Ma mentre l’epicentro della pandemia europea resta per ora ancorato all’Europa occidentale, nell’Est Repubblica Ceca e Polonia stanno esplodendo. La prima subisce un’impennata verticale: 8.618 casi in 24 ore, con un balzo di circa 3.000 casi dal giorno precedente. Con 10,7 milioni di abitanti, ne fanno il Paese con il tasso più alto in rapporto alla popolazione: 398 su 100.000, davanti a Spagna (30) e Paesi Bassi (304). Il Paese è sull’orlo di un lockdown drastico, mentre nella vicina Polonia i casi su 38 milioni di abitanti nell’ultimo giorno sono stati 5.300.
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata