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Cassis, progressi "insufficienti" con il Patto mondiale sui rifugiati
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Ats
un giorno fa
Il consigliere federale Ignazio Cassis si è espresso alla riunione di monitoraggio tenutasi oggi a Ginevra sul Patto mondiale sui rifugiati. Il 'ministro degli esteri' ticinesi auspica un maggiore aiuto alle persone piuttosto che alle "strutture"

I progressi ottenuti con il Patto mondiale sui rifugiati sono "reali", ma "insufficienti" e "distribuiti in modo diseguale": è quanto ritiene il consigliere federale Ignazio Cassis che all'inizio di una riunione di monitoraggio tenutasi oggi a Ginevra ha auspicato un maggiore aiuto alle persone piuttosto che alle "strutture". Occorre "ridurre la burocrazia" e "rafforzare il ruolo degli attori locali", ha dichiarato il responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) davanti a migliaia di partecipanti. Per la comunità internazionale, l'obiettivo deve essere quello di arrivare a un'emancipazione economica dei rifugiati, secondo Cassis.

Omaggio a Saleh

Il consigliere federale ha reso un vibrante omaggio all'"instancabile impegno" dell'italiano Filippo Grandi, che lascerà a fine dicembre il suo incarico dopo dieci anni alla guida dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). Ha inoltre promesso il suo sostegno al successore designato, l'ex presidente iracheno Barham Saleh.

Le difficoltà dell'Occidente

In Occidente "fatichiamo" a condurre discussioni "responsabili" su questo tema, ha ammesso Cassis. Il ticinese auspica che la riunione prevista fino a mercoledì a Ginevra stabilisca una tabella di marcia in vista del prossimo Forum mondiale sui rifugiati nel 2027. La Svizzera continuerà intanto a versare 300 milioni di franchi all'anno. Dopo Grandi, Saleh si appresta a guidare un'agenzia dell'Onu che deve far fronte a numerose difficoltà, dopo i tagli statunitensi e di altri Paesi. Circa 5'000 posti di lavoro sono stati soppressi. Effetti sono stati avvertiti in 185 uffici dell'UNHCR nel mondo. Il budget è stato ridotto a 8,5 miliardi di dollari per il 2026, con un calo di quasi il 20% rispetto a quest'anno. Centinaia di rifugiati prenderanno la parola durante la riunione in programma fino a mercoledì a Ginevra; per parteciparvi circa 130 di loro hanno ricevuto il sostegno della Svizzera. Diverse migliaia di persone sono attese per valutare i progressi del Patto. Oltre agli Stati e ai rifugiati, sono rappresentati anche il mondo accademico e il settore privato.