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Caso Floyd, agente accusato di omicidio volontario
Foto Shutterstock
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Keystone-ats
5 anni fa
La Procura di Minnapolis aggrava il capo di imputazione per Derek Chauvin e ordina l’arresto di altri 3 agenti

L’attorney general di Minnapolis ha riqualificato le accuse per la morte di George Floyd, accusando l’agente Derek Chauvin non più di omicidio colposo ma di omicidio volontario non premeditato. Ora rischia sino ad un massimo di 40 anni di carcere, secondo il capo di imputazione depositato in tribunale.

Ordine di arresto per gli altri 3 agenti
Secondo quanto riportano i media Usa è stato poi ordinato l’arresto anche per gli altri tre agenti coinvolti nella morte di George Floyd, accusandoli di complicità in omicidio di secondo grado, ossia omicidio volontario non premeditato. Inoltre l’attorney general di Minnapolis ha chiesto che la cauzione per tutti e quattro i poliziotti accusati dell’omicidio di George Floyd sia fissata in un milione di dollari.

“Passo importante verso la giustizia”
“Un passo importante verso la giustizia”: così la famiglia di George Floyd ha commentato gli sviluppi dell’inchiesta sui quattro agenti coinvolti nella morte del proprio caro.

Oggi i funerali
Oggi si svolgeranno i funerali di Floyd e sarà presente anche Joe Biden, candidato democratico alla Casa Bianca.

Manifestazioni pacifiche
Nella notte sono proseguite intanto le proteste. A New York 90 persone sono state arrestate stanotte, riferisce la polizia locale, precisando che le manifestazioni sono state relativamente calme e senza saccheggi. La Casa Bianca è stata nuovamente blindata dalla polizia militare e dalle forze dell’ordine di varie agenzie federali mentre migliaia di persone si sono radunate nella capitale per protestare. Un dirigente del Pentagono ha riferito che ci sono almeno 2200 uomini della Guardia nazionale. In precedenza centinaia di dimostranti si erano stesi a terra lungo Pennsylvania Avenue ripetendo “non posso respirare”, la frase pronunciata da Floyd prima di morire soffocato da un poliziotto.

“Primo presidente che non tenta di unire il popolo”

Il capo del Pentagono Mark Esper ha preso le distanze da Donald Trump sull’uso dell’esercito contro i manifestanti e il suo precedessore ha sferrato un durissimo attacco al presidente. “Donald Trump è il primo presidente nella mia vita che non tenta di unire il popolo americano, neppure finge di tentare. Invece tenta di dividerci”, ha detto James Mattis. “Siamo testimoni - ha proseguito - delle conseguenze di tre anni di questo sforzo deliberato, di tre anni senza una leadership matura. Possiamo unirci senza di lui, attingendo alla forza interna alla nostra società civile”. Mattis condanna l’uso dell’esercito contro le proteste per la morte di George Floyd, definendo “abuso di potere esecutivo”. “Quando entrai nell’esercito, circa 50 anni fa, feci un giuramento per sostenere e difendere la Costituzione. Non avrei mai sognato che che ai soldati che fanno lo stesso giuramento sarebbe stato ordinato in qualsiasi circostanza di violare i diritti costituzionali dei loro cittadini, ancor meno per una bizzarra photo op del commander in chief con a fianco la leadership militare”, afferma. “Probabilmente l’unica cosa che io e Barack Obama abbiamo in comune è che entrambi abbiamo avuto l’onore di licenziare Jim Mattis, il generale più sovrastimato del mondo”, ha risposto Trump su Twitter.

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