Live Crisi in Medio Oriente
L'ONU chiede un'indagine sugli attacchi alla Flotilla
un giorno fa
Tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Medio Oriente nel nostro live.
7 ore fa
Gaza, "Dall'alba sono stati uccisi 30 palestinesi"
Tra questi ci sarebbero anche dei bambini.

Dall'alba, almeno 30 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi militari israeliani nella zona centrale e meridionale della Striscia di Gaza. Lo scrive al-Jazeera. Tra gli 11 morti ad az-Zawayda, dopo la distruzione della loro casa di famiglia, ci sono anche dei bambini.

7 ore fa
Auto esplode a Tel Aviv
Almeno una persona è rimasta ferita.

L'emittente tv israeliana Channel 12 ha riferito che un'auto è esplosa a Tel Aviv, causando feriti. La causa della deflagrazione non è stata immediatamente chiara e la tv non ha fornito ulteriori dettagli. La polizia e i vigili del fuoco sono in La Guardia Street, nel quartiere Yad Eliyahu della città. L'esplosione ha ferito un uomo di 46 anni. I paramedici, scrive il "Times of Israel", lo hanno trovato pienamente cosciente con lievi ferite. È stato trasportato all'ospedale Ichilov di Tel Aviv per ulteriori cure, ha dichiarato il Magen David Adom.

un giorno fa
Una nave salperà dalla Spagna per proteggere la Flotilla
Lo ha dichiarato il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez.

Il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato che "domani stesso una nave salperà da Cartagena", al sud della Spagna "con l'obiettivo di proteggere" la Global Sumud Flotilla, che si dirige a Gaza con aiuti umanitari, dopo gli attacchi denunciati dagli attivisti. L'annuncio è stato fatto da Sanchez nella conferenza stampa a New York, prima di assistere all'assemblea generale dell'Onu sul conflitto di Israele a Gaza.

Aiuto alla Flotilla in caso di necessità

Il premier, ripreso dall'emittente Tve, ha spiegato che si tratta della nave di azione marittima 'Furor' un guardacoste d'altura che salperà per "portare aiuto alla Flotilla in caso sia necessario". "Abbiamo una discrepanza assoluta e totale con la risposta che sta dando il governo israeliano alla situazione a Gaza e in Cisgiordania, è evidente", ma "vogliamo preservare le relazioni diplomatiche fra i nostri due Paesi che superano di gran lunga quelle che ci sono fra i due governi, questa è la nostra ambizione", ha anche spiegato il premier Sanchez, rispondendo alle domande dei cronisti. Tuttavia il presidente del governo iberico ha aggiunto di non sapere "quello che potrà accadere nelle prossime ore, nelle prossime settimane".

Preoccupazione per le accuse del governo israeliano

"Siamo preoccupati per le accuse che il governo di Israele sta riversando sui membri che fanno parte della Flotilla di 45 paesi, che stanno ora arrivando alle coste di Gaza", ha riconosciuto Sanchez. "Per questo invieremo una nave per garantire, in caso di necessità, di potere soccorrere" gli spagnoli a bordo della spedizione, "per assicurare che possano tornare in Spagna".

L'Italia ha già inviato una nave

L'esecutivo spagnolo segue così i passi del governo italiano, che oggi ha annunciato l'invio della fregata Fasan per garantire possibili azioni di soccorso agli italiani. Il ministero spagnolo di Difesa ha contattato nel pomeriggio quello italiano per concordare un'azione coordinata alla quale potrebbero unirsi altri paesi, come l'Irlanda, secondo fonti ministeriali citate da El Pais.

un giorno fa
L'ONU chiede un'indagine sugli attacchi alla Flotilla
Lo ha dichiarato Thameen al-Kheetan, portavoce dell'Alto Commissariato dell'ONU per i diritti umani.

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha chiesto la fine degli attacchi alla flottiglia in rotta verso la Striscia di Gaza, chiedendo un'indagine indipendente. "È necessario condurre un'indagine indipendente, imparziale e approfondita", ha dichiarato un portavoce dell'Alto Commissariato, Thameen al-Kheetan, dopo che gli attivisti filo-palestinesi a bordo della flottiglia in rotta verso la Striscia di Gaza hanno affermato di essere stati presi di mira da esplosioni e da numerosi droni al largo delle coste della Grecia.

"Nessuna risposta dal DFAE"

Da parte sua l'organizzazione "Waves of Freedom Switzerland" ("Onde della libertà Svizzera") denuncia di non aver ricevuto alcuna risposta alla lettera aperta inviata a inizio settembre al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) in cui si chiedeva di proteggere i partecipanti elvetici alla flottiglia. A suo avviso, questo silenzio, unito alla mancanza di una reazione pubblica alle minacce israeliane, equivale a un tacito consenso e mette direttamente in pericolo la vita dei civili.

Il DFAE in contatto con autorità israeliane

In una mail a Keystone-ATS, il DFAE indica di aver "preso conoscenza degli appelli a favore della protezione dei cittadini svizzeri partecipanti alla flottiglia, a cui presta grande attenzione. A tal proposito, il DFAE è in contatto regolare con le autorità israeliane sia a Tel Aviv che a Berna". I servizi di Ignazio Cassis hanno "avviato sin dall'inizio dell'operazione numerosi contatti con Israele per esigere il rigoroso rispetto del diritto internazionale, in particolare quello marittimo, umanitario e dei diritti umani, per i partecipanti svizzeri alla flottiglia".

La protezione dei civili deve essere garantita

Il DFAE segnala anche di "essere intervenuto nuovamente oggi presso le autorità israeliane a Berna per ricordare loro il rispetto dei propri obblighi: ogni intervento contro la flottiglia deve rispettare i principi di necessità e proporzionalità. La protezione dei civili deve essere garantita in ogni momento". Berna sconsiglia di recarsi nella Striscia di Gaza. "Le persone che decidono comunque di andarci lo fanno sotto la loro propria responsabilità", sottolinea il DFAE.

un giorno fa
Greta dalla Flotilla: 'È guerra psicologica, ma non ci fermiamo'
In diretta Instagram dopo gli attacchi, l'attivista svedese ha affermato che le imbarcazioni non interromperanno il loro viaggio verso Gaza.

"Eravamo consapevoli dei pericoli di questo tipo di attacchi. Non ci fermeranno, si tratta di una tattica per spaventarci, di una guerra psicologica", ma "siamo molto determinati a continuare la nostra missione e siamo ogni giorno più vicini a Gaza per portare aiuti e rompere l'assedio". Lo ha detto Greta Thunberg, a bordo di una delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla diretta verso Gaza, nel corso di una diretta streaming su Instagram con la relatrice speciale dell'Onu per i Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, e altri attivisti dopo gli attacchi subiti nella notte. "Il mondo sta dimostrando il suo supporto per la Palestina e per la Flotilla, ma nessuno in posizioni di potere sta fornendo alcun tipo di supporto", ha denunciato l'attivista svedese.

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Il Parlamento giurassiano invita il Governo al riconoscimento di uno Stato palestinese
© Shutterstock
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"Questo riconoscimento non è un sostegno ad Hamas, la cui azione violenta e radicale è incompatibile con il diritto internazionale e con la prospettiva di una pace duratura", ha scritto il deputato nella sua risoluzione. Ad oggi, quasi 150 Stati membri dell'ONU hanno già compiuto questo passo, ha ricordato Corbat.

Il Parlamento giurassiano invita il Consiglio federale al riconoscimento senza indugio di uno Stato palestinese e ad annunciare questa decisione davanti all'Assemblea generale dell'ONU. Con 49 voti favorevoli e 9 astenuti, ha approvato oggi una risoluzione in tal senso presentata dal deputato Gauthier Corbat (Centro). Il testo chiede inoltre al Consiglio federale di promuovere una politica attiva a favore di una pace giusta e duratura, basata sul diritto internazionale. La presentazione della risoluzione da parte del suo autore non è stata seguita da alcun dibattito. Corbat ha deplorato che la Svizzera si isoli nel silenzio e in un atteggiamento attendista. "Questo riconoscimento non è un sostegno ad Hamas, la cui azione violenta e radicale è incompatibile con il diritto internazionale e con la prospettiva di una pace duratura", ha scritto il deputato nella sua risoluzione. Ad oggi, quasi 150 Stati membri dell'ONU hanno già compiuto questo passo, ha ricordato Corbat.

un giorno fa
Dopo gli attacchi arriva una fregata italiana in soccorso della Flotilla
La fregata multiruolo Fasan della Marina militare "si sta già dirigendo verso l'area per eventuali attività di soccorso", rende noto il ministro italiano della Difesa Guido Crosetto.

"Per garantire assistenza ai cittadini italiani presenti sulla Flotilla questa notte ho autorizzato l'intervento immediato della fregata multiruolo Fasan della Marina militare che era in navigazione a nord di Creta nell'ambito dell'operazione Mare Sicuro. La fregata si sta già dirigendo verso l'area per eventuali attività di soccorso". Lo comunica il ministro italiano della Difesa Guido Crosetto. Il ministro, che ha valutato la decisione sentendosi con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, precisa che "sono stati informati l'addetto militare israeliano in Italia, il nostro ambasciatore e l'addetto militare a Tel Aviv e l'unità di crisi della Farnesina". L'intervento della fregata nell'area dove si trovano le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla è stato deciso dal ministro mentre si trovava in Estonia. "Alle 3.50 della scorsa notte - spiega Crosetto - pur essendo in Estonia, dopo un confronto con il Capo di Stato Maggiore della Difesa e dopo avere condotto una valutazione dell'accaduto, mi sono sentito col presidente del Consiglio e ho autorizzato l'intervento immediato della fregata multiruolo Fasan".

un giorno fa
Attivista Flotilla: "Attaccati dai droni, circa 13 esplosioni"
Lo ha detto Tony La Piccirella che si trova a bordo della nave Family, coordinatrice della Global Sumud Flotilla

"Alcuni di noi hanno riportato danni all'udito, non gravi, per le esplosioni. Due imbarcazioni hanno riportato danni alle vele che però stiamo assestando, e tutti sono in grado di continuare la navigazione. A parte questo stiamo tutti bene. Ovviamente fa parte di una strategia intimidatoria, una guerra psicologica. Può essere che continueranno nei prossimi giorni. A noi mancano cinque giorni di navigazione più o meno". Lo ha detto all'ANSA Tony La Piccirella che si trova a bordo della nave Family, coordinatrice della Global Sumud Flotilla che sta portando aiuti umanitari a Gaza, parlando degli attacchi subiti la scorsa notte. "Da mezzanotte e mezza fino alle tre e mezza / quattro - spiega - ci sono stati attacchi da parte di due droni che si erano avvicinati all'Alma che era in coda alla flotta. Poi sono spariti, hanno spento le luci di segnalazione e si sono messi a lanciare questi ordigni, che erano appesi a delle specie di corde: l'obiettivo sembravano le imbarcazioni con la vela aperta. Ci sono state dalle 11 alle 13 esplosioni".

un giorno fa
La Flotilla chiede "una corta e degli osservatori diplomatici' ai paesi dell'Onu
Lo scrive l'organizzazione della spedizione su Telegram.

La Global Sumud Flotilla, ha sollecitato "una scorta marittima e osservatori diplomatici" ai Paesi delle Nazioni Unite in risposta alla "escalation pericolosa in maniera allarmante", dopo aver denunciato la scorsa notte "esplosioni selettive e il lancio di oggetti non identificati" su numerose imbarcazioni della spedizione umanitaria diretta a portare aiuti a Gaza. "Esigiamo che tutti gli Stati membri dell'Onu, e in particolare quelle nazioni che sono a bordo delle imbarcazioni, garantiscano e facilitino immediatamente una protezione efficace, tra cui scorta marittima, osservatori diplomatici accreditati e una presenza protettiva manifesta", scrive l'organizzazione della spedizione, cui partecipano una quarantina di imbarcazioni di 44 Paesi, in un appello pubblicato su Telegram, affinché "la Flotilla possa avanzare in sicurezza senza ostacoli e il diritto prevalga sulle azioni di annientamento".

un giorno fa
Attacco alla Flotilla: "L'interferenza, i droni e le granate"
La direttrice di Radio Bullets, la giornalista italiana Barbara Schiavulli, che è a bordo di un'imbarcazione della Global Sumud Flotilla, racconta gli attacchi di questa notte.

"Ci troviamo in acque internazionali vicino a Creta, tanto che Creta si vede da qua, e stanotte siamo stati attaccati. Prima un'interferenza alla radio, poi una marea di droni e poi delle granate assordanti che hanno colpito e danneggiato alcune barche, tra cui la nostra, dove è stata resa inservibile la vela principale della barca Morgana". Inizia così il racconto della direttrice di Radio Bullets, la giornalista italiana Barbara Schiavulli, che è a bordo di un'imbarcazione della Global Sumud Flotilla, la stessa su cui viaggiano la portavoce italiana Maria Elena Delia e i parlamentari italiani Marco Croatti del M5S e Benedetta Scuderi di Avs. "Quello che è avvenuto è durato circa tre ore, siamo dovuti rimanere al buio perché era notte e non ci sono luci - spiega in un video pubblicato su Instagram -. Ci siamo ricompattati col resto della Flotilla mentre eravamo sotto attacco, senza che fosse comprensibile come qualcuno possa attaccare delle persone che vanno a portare degli aiuti umanitari".

"Una missione di solidarietà"

Schiavulli ha ricordato, quindi, che "questa è una missione pacifica, è una missione di solidarietà". "Chi ci ha attaccato ci ha definito militanti, terroristi. Ora credo che il Paese dovrebbe decidere da che parte stare, perché noi battiamo bandiera italiana - ha concluso -. È stato un attacco contro dei parlamentari, contro un europarlamentare che sono sulla mia barca, contro un infermiere, contro una giornalista, contro due capitani e contro la portavoce della Flotilla. Questa è una missione della gente".

2 giorni fa
Global Flotilla sotto attacco, colpite tre imbarcazioni
Almeno una decina di attacchi, forse quindici, quelli sferrati con ogni probabilità da Israele. Nessun ferito, ma almeno due le imbarcazioni danneggiate: la Zefiro, che ha riportato la rottura dello strallo di prua, uno dei sostegni dell'albero, e la Morgana, la cui randa - la vela principale - è ora fuori uso.

Nel cuore della notte, mentre navigava in acque internazionali a sud di Creta, la Global Sumud Flotilla è stata improvvisamente attaccata dal cielo: droni, bombe sonore, spray urticanti e materiale non identificato hanno colpito le imbarcazioni. Almeno una decina di attacchi, forse quindici, quelli sferrati con ogni probabilità da Israele. Nessun ferito, ma almeno due le imbarcazioni danneggiate: la Zefiro, che ha riportato la rottura dello strallo di prua, uno dei sostegni dell'albero, e la Morgana, la cui randa - la vela principale - è ora fuori uso. Colpita anche la Taigete, ma dai video diffusi sui social non sembra aver subito danni.

Su Morgana, fra gli altri, sono imbarcati alcuni italiani e la portavoce per l'Italia della Flotilla, Maria Elena Delia, che sui social ha postato aggiornamenti per tutta la notte. "Gli attacchi alle imbarcazioni della Flotilla - dichiara in un video - mettono a rischio la vita di chi è a bordo. Quanto sta accadendo - prosegue - è di una gravità senza precedenti perché avviene in acque internazionali, nella più totale illegalità. Abbiamo già allertato chi di dovere, anche la Farnesina, e stiamo cercando di far sapere cosa avviene". Anche il ticinese Vanni Bianconi sui social ha riferito in diretta di sei barche della Global Sumud Flotilla colpite a partire dalle 23.30 da attacchi di droni con "sound bombs" che hanno in particolare danneggiato delle vele.

"Non ci lasceremo intimidire"

Le cinquantuno navi che compongono la Flotilla puntano a raggiungere Gaza per consegnare aiuti umanitari e "rompere il blocco israeliano", dopo due tentativi bloccati da Israele a giugno e luglio. Attacchi contro la Flotilla erano stati registrati al largo di Tunisi il 9 settembre. "Sono operazioni psicologiche, ma non ci lasceremo intimidire", dicono gli attivisti che rivendicano: "Non abbiamo armi. Non rappresentiamo una minaccia per nessuno, trasportiamo soltanto aiuti umanitari". Gli attacchi della notte scorsa sono soltanto l'ultimo capitolo del braccio di ferro con Israele: la Global Sumud Flotilla soltanto ieri ha respinto la proposta di trasferire il carico di aiuti nel porto israeliano di Ashkelon e ha messo in guardia contro la strategia per "ostruire la consegna degli aiuti umanitari a Gaza" e il rischio di "possibili rappresaglie". "I precedenti di Israele di intercettare le navi, bloccare i convogli e limitare le rotte dimostrano che la sua intenzione non è facilitare gli aiuti umanitari, ma di controllarli, ritardarli e negarli", avvertono gli attivisti in un comunicato sui social. "La comunità internazionale - dicono ancora - non interpreti le dichiarazioni di Israele come mere istruzioni operative, poiché rappresentano la continuazione del blocco che, secondo investigatori dell'Onu è parte del genocidio in corso a Gaza".

3 giorni fa
La Svizzera si unisce a una dichiarazione congiunta su Israele
La richiesta rivolta a Israele è di revocare le restrizioni sui farmaci e sulle apparecchiature mediche a Gaza. Il corridoio di evacuazione medica deve inoltre essere riaperto.

Israele deve revocare le restrizioni sui farmaci e sulle apparecchiature mediche a Gaza. È quanto chiede la Svizzera in una dichiarazione congiunta con altri Stati. Il testo è stato firmato a New York dal "ministro" degli esteri Ignazio Cassis, durante la conferenza dell'ONU sul Medio Oriente e la soluzione dei due Stati. Il corridoio di evacuazione medica da Gaza alla Cisgiordania deve inoltre essere riaperto. Questo corridoio dovrebbe includere Gerusalemme Est, affinché i pazienti possano ricevere le cure di cui hanno urgentemente bisogno, ha indicato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza ha raggiunto un livello insostenibile.

"Soluzione dei due Stati unica possibilità"

Già alla fine di luglio, in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sull'attuazione della soluzione dei due Stati, la Svizzera aveva ribadito che quest'ultima rimaneva l'unica possibilità per israeliani e palestinesi di "vivere fianco a fianco in pace, sicurezza e dignità all'interno di confini sicuri e riconosciuti, in conformità con il diritto internazionale". Il riconoscimento bilaterale della Palestina deve essere parte integrante di una pace duratura basata sulla soluzione dei due Stati, si legge nel comunicato. Tale riconoscimento potrà essere preso in considerazione quando saranno state avviate misure concrete che garantiscano sia l'autodeterminazione del popolo palestinese sia la sicurezza di Israele.

"Le parti rispettino gli obblighi"

La Svizzera respinge con fermezza l'occupazione israeliana del territorio palestinese, gli insediamenti, le annessioni e le espulsioni, e invita tutte le parti a rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario. Cassis ha rappresentato ieri la Svizzera a New York a una conferenza sul tema organizzata dalla Francia e dall'Arabia Saudita. Secondo il DFAE, Berna sostiene la dichiarazione di New York che invita a compiere passi concreti per porre fine alla guerra a Gaza, attuare la soluzione dei due Stati e raggiungere l'integrazione regionale.

3 giorni fa
Anche il Principato di Monaco riconosce lo Stato palestinese
Il principe Alberto II ha affermato che fin dall'inizio il suo Paese ha difeso il diritto di Israele "a vivere entro confini sicuri e riconosciuti e a godere della sicurezza al loro interno", nonché "il diritto del popolo palestinese ad avere uno Stato sovrano, vitale e democratico".

Anche il Principato di Monaco ha riconosciuto la Palestina come Stato. Durante l'Assemblea generale dell'ONU il principe Alberto II si è unito ad oltre 145 leader di altrettante Nazioni. Il principe ha affermato che fin dall'inizio il suo Paese ha difeso il diritto di Israele "a vivere entro confini sicuri e riconosciuti e a godere della sicurezza al loro interno", nonché "il diritto del popolo palestinese ad avere uno Stato sovrano, vitale e democratico".

"Serve una soluzione equilibrata e sostenibile"

"Oggi desideriamo riaffermare il nostro incrollabile sostegno all'esistenza di Israele e desideriamo anche riconoscere la Palestina come Stato di diritto internazionale", ha affermato sottolineando l'importanza di trovare una soluzione "equilibrata e sostenibile" per porre fine al conflitto, una volta "liberati tutti gli ostaggi e non appena Hamas sarà disarmato". La soluzione a due Stati, ha concluso il principe Alberto, si "basa sull'esistenza di due entità nazionali".

3 giorni fa
Macron riconosce lo Stato di Palestina "nel nome della pace"
© Shutterstock
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La Francia riconosce lo Stato di Palestina. Lo ha dichiarato il presidente Emmanuel Macron in occasione del vertice Onu: "È arrivato il tempo di fermare la guerra, il massacro".

"La Francia dichiara di riconoscere lo Stato di Palestina nell'interesse della pace". Lo ha annunciato il presidente francese Emmanuel Macron al vertice che ospita con l'Arabia Saudita all'Onu ricevendo un applauso scrosciante dalla sala. "Questo riconosce che i palestinesi non sono di troppo sulla Terra", ha aggiunto. "È arrivato il tempo di fermare la guerra, il massacro. È arrivato il tempo della pace a Gaza e in Medio Oriente", ha detto Emmanuel Macron aprendo la conferenza di alto livello all'Onu per la soluzione dei due stati e sottolineando l'"urgenza" di una soluzione. "Niente giustifica la guerra in corso a Gaza. Niente. "Al contrario, tutto ci obbliga a porvi fine definitivamente, visto che non l'abbiamo fatto prima. Dobbiamo farlo per salvare vite umane". Macron ha affermato di volere il rispetto della promessa della Carta delle Nazioni Unite di "due Stati che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza". Ma Israele sta espandendo la sua operazione militare a Gaza, ha proseguito, con centinaia di migliaia di persone sfollate, ferite, affamate, traumatizzate, le loro vite distrutte, nonostante Hamas sia stata significativamente indebolita. "Non interromperemo mai la lotta esistenziale contro l'antisemitismo", ha inoltre precisato il presidente francese, che ha esordito il suo discorso denunciando l'attacco del 7 ottobre e chiedendo che i 48 ostaggi ancora nelle mani di Hamas siano rilasciati. "Non dimenticheremo mai il 7 ottobre", ha detto Macron.

"Decisione storica e coraggiosa"

L'Autorità Nazionale Palestinese accoglie con favore una decisione "storica e coraggiosa" della Francia di riconoscere lo Stato di Palestina. "Il ministero degli Affari Esteri e degli Espatriati accoglie con favore il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell'amica Repubblica di Francia, considerandolo una decisione storica e coraggiosa, coerente con il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite e che sostiene gli sforzi in corso per raggiungere la pace e attuare la soluzione dei due Stati", ha affermato il ministero degli Esteri dell'Autorità Nazionale Palestinese a Ramallah in una dichiarazione.

3 giorni fa
Hamas scrive a Trump: "Metà deli ostaggi per una tregua"
La missiva è attualmente trattenuta dal Qatar e verrà consegnata al presidente statunitense nel corso della settimana.

Hamas ha scritto una lettera al presidente Usa Donald Trump chiedendogli di garantire una tregua di 60 giorni a Gaza in cambio del rilascio di metà degli ostaggi detenuti. Lo riporta Fox News, citando un alto funzionario dell'amministrazione Trump e una fonte coinvolta nei negoziati. La notizia viene confermata al Times of Israel. La lettera è attualmente trattenuta dal Qatar e verrà consegnata a Trump nel corso della settimana.

3 giorni fa
Corteo per Gaza, scontri alla stazione Centrale di Milano
Screenshot video
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I manifestanti hanno posizionato i cestini come barricata e lanciato oggetti, fra cui bottiglie e taniche.

Scontri sono avvenuti oggi nella galleria della Carrozze alla stazione centrale di Milano. Parte dei manifestanti del corteo pro Gaza ha lanciato oggetti e parti di impalcature verso la polizia, che ha cercato di respingerli con cariche di alleggerimento e ha poi chiuso i cancelli di ingresso della stazione. È stato usato anche un estintore.

Gli scontri

I manifestanti hanno posizionato i cestini come barricata e continuano a lanciare oggetti, fra cui bottiglie e taniche. I giovani, in centinaia, avevano in precedenza tentato l'accesso dalla fermata della metropolitana, bloccati sulle scale mobili a manganellate dai poliziotti. Sono stati sparati numerosi fumogeni e ci sono state cariche di alleggerimento. Al termine del corteo pro Palestina i manifestanti hanno usato l'ingresso della metropolitana per accedere alla stazione e sono stati respinti dalla polizia schierata in tenuta anti-sommossa.

Dimostrazioni in tutta Italia

"Oggi 500mila persone sono scese in piazza in 65 città", ha detto Francesco Staccioli del direttivo Usb (Unione sindacale di base). "Si sono bloccati i principali porti, si è fermato il 90% del trasporto pubblico e il 50% del personale delle ferrovie. Ma questo è solo l'inizio - ha concluso -. Se bloccheranno la flottiglia, siamo pronti di nuovo a fermare tutto". Oggi "si è messo in moto qualcosa, sta a noi dargli gambe e fiato. La lotta è appena iniziata".

10 fermi, 60 agenti feriti

Sono oltre una decina i manifestanti fermati per i disordini di oggi durante la manifestazione pro Gaza, dove sono rimasti feriti o contusi una sessantina di esponenti delle forze dell'ordine, dei quali 23 già portati in ospedale e certificati. Al momento alcune centinaia di persone sono ferme in via Vittor Pisani di fronte alla polizia in tenuta antisommossa.

3 giorni fa
Macron: "Riconoscere la Palestina unica soluzione". Le Pen: "Grave errore"
Il presidente francese spiega che il riconoscimento della Palestina è l'inizio di un processo politico, da cui si attende un cessate il fuoco, il rilascio di tutti gli ostaggi e il ripristino degli aiuti umanitari a Gaza.

Riconoscere oggi lo Stato di Palestina "è l'unico modo di fornire una soluzione politica ad una situazione che deve finire". È quanto afferma il presidente francese Emmanuel Macron, intervistato dalla CBS. L'opposizione parla invece di un "errore estremamente grave".

Macron: "L'inizio di un processo politico"

Nel giorno in cui si appresta ad annunciare il riconoscimento dello Stato palestinese da parte della Francia dinanzi alle Nazioni Unite, Macron spiega che il riconoscimento della Palestina è l'inizio di un processo politico, da cui si attende un cessate il fuoco, il rilascio di tutti gli ostaggi e il ripristino degli aiuti umanitari a Gaza. Macron ribadisce che il suo appello al riconoscimento della Palestina e le sue obiezioni contro la guerra a Gaza non hanno nulla di antisemita. Nell'intervista, il presidente francese ritiene inoltre "inappropriato" che l'ambasciatore statunitense in Francia, Charles Kushner - il cui figlio è sposato con Ivanka, la figlia del presidente americano Donald Trump - lo abbia accusato pubblicamente di non fare abbastanza per contrastare l'antisemitismo in Francia. Una vicenda per la quale l'ambasciatore è stato convocato nelle scorse settimane al Quai d'Orsay, che ha deplorato le accuse come "inaccettabili".

Le Pen: "Un errore estremamente grave"

"Emmanuel Macron riconosce oggi l''Hamastan', non la Palestina. È un errore estremamente grave, soprattutto rispetto a quelle nazioni che lottano contro il terrorismo islamico", scrive l'esponente del Rassemblement National (RN), Marine Le Pen, in un messaggio pubblicato su X in cui allega un estratto di una sua videointervista a BFMTV. "Il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Macron è un errore, in un contesto in cui Hamas trattiene ancora degli ostaggi israeliani", fa eco - sempre su X - il presidente del RN e fedelissimo di Marine Le Pen, Jordan Bardella, secondo cui il riconoscimento equivale a "ricompensare le atrocità commesse il 7 ottobre, durante l'attacco più mortale mai conosciuto dallo Stato di Israele". Per Bardella, una "soluzione a due Stati, deve rimanere una possibilità, ma non sarà mai possibile finché i barbari di Hamas non saranno ridotti al nulla".

L'azione dei Comuni

Nel frattempo 21 Comuni francesi hanno issato stamattina la bandiera palestinese, malgrado il divieto, nel giorno in cui la Francia si appresta a riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina; è quanto riferito dal ministero degli Interni di Parigi citato dall'agenzia France Presse.  Il ministro dell'Interno dimissionario, Bruno Retailleau, aveva ordinato la settimana scorsa ai prefetti di vietare l'esposizione della bandiera palestinese sulle facciate dei comuni di Francia, in nome della neutralità del servizio pubblico e la non ingerenza nella politica estera della Francia, competenza esclusiva dello Stato, a rischio di denunce amministrative. Malgrado il divieto, altri Comuni prevedono di issare la bandiera palestinese in serata, quando il presidente, Emmanuel Macron, annuncerà la storica decisione di riconoscere lo Stato di Palestina dinanzi all'Assemblea generale dell'ONU.

Anche Malta riconoscerà la Palestina

Nel frattempo, Malta annuncerà oggi il riconoscimento formale dello Stato palestinese all'assemblea generale delle Nazioni Unite a New York: lo afferma l'ufficio del primo ministro maltese, come riporta il Guardian.

4 giorni fa
Canada, Australia, Regno Unito e Portogallo riconoscono lo Stato di Palestina
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I quattro governi aprono un nuovo capitolo nei rapporti internazionali: il Canada, primo Paese del G7 a farlo, insieme a Londra e Canberra offre collaborazione per costruire un futuro pacifico in Medio Oriente. In seguito si è aggiunto il Portogallo.

Il Canada, l'Australia e il Regno Unito riconoscono lo Stato di Palestina. Gli annunci in tal senso sono arrivati oggi contemporaneamente. "Il Canada riconosce lo Stato di Palestina e offre la sua collaborazione per costruire la promessa di un futuro pacifico sia per lo Stato di Palestina che per lo Stato di Israele". Lo affermato il primo ministro canadese Mark Carney, come riporta Sky News. Il Canada è la prima nazione del G7 a riconoscere ufficialmente la Palestina. In Australia il primo ministro Anthony Albanese, pure ripreso da Sky News, ha a sua volta annunciato il riconoscimento formale della Palestina, affermando che la mossa rientra in uno "sforzo internazionale coordinato" con Canada e Regno Unito. "Oggi, per ravvivare la speranza di pace tra palestinesi e israeliani e di una soluzione a due Stati, il Regno Unito riconosce formalmente lo Stato di Palestina", ha inoltre annunciato il premier britannico Keir Starmer su X. In seguito si è anche aggiunto il Portogallo.

4 giorni fa
La Giordania riapre parzialmente il valico di Allenby
Lo rendono noto le autorità in un comunicato ufficiale.

Le autorità della Giordania hanno fatto sapere di aver riaperto parzialmente il valico di frontiera con la Cisgiordania occupata, tre giorni dopo averlo chiuso in seguito a un attacco in cui sono rimasti uccisi due soldati israeliani. "Il valico è stato riaperto domenica solo per i viaggiatori, mentre il traffico dei camion merci rimane sospeso fino a nuovo avviso", si legge in un comunicato ufficiale. L'emittente statale Al-Mamlaka ha segnalato un traffico intenso in entrambe le direzioni fin dalle prime ore del mattino. Il valico di Allenby è l'unica porta che i palestinesi in Cisgiordania possono utilizzare per viaggiare all'estero senza passare da Israele, che occupa il territorio dal 1967.

I fatti di giovedì

Giovedì, un camionista giordano che trasportava aiuti per Gaza ha aperto il fuoco al valico, uccidendo un soldato israeliano e un ufficiale di riserva dell'amministrazione civile prima di essere "neutralizzato", secondo Israele. In seguito all'attacco, l'esercito israeliano ha chiesto alla Giordania di sospendere il trasferimento di aiuti attraverso il terminal. La Giordania ha dichiarato di aver avviato un'indagine e di aver identificato l'aggressore come Abdel Mutaleb al-Qaissi, 57 anni. Lo ha descritto come "un civile che lavorava da tre mesi come autista per la consegna di aiuti a Gaza", che secondo le Nazioni Unite sta attraversando una crisi umanitaria dopo quasi due anni di guerra devastante. Amman ha condannato l'attacco, definendolo "una minaccia agli interessi del regno e alla sua capacità di fornire assistenza umanitaria alla Striscia di Gaza".

4 giorni fa
Arrestata una ex parlamentare in Israele, "Ha giustificato il 7/10"
La polizia ha confermato l'arresto di una donna che corrisponde alla descrizione di Zoabi, dopo aver ricevuto lamentele in merito a commenti da lei rilasciati a una conferenza all'estero alcuni mesi fa.

La polizia israeliana ha arrestato l'ex membro della Knesset Hanin Zoabi con l'accusa di "appartenere a un gruppo terroristico" e "incitamento al terrorismo". Lo riporta il Times of Israel. Zoabi, membro del parlamento israeliano dal 2009 al 2019 per il partito nazionalista palestinese Balad, è nota in Israele per le sue esplicite critiche contro lo Stato. La polizia ha confermato l'arresto di una donna che corrisponde alla descrizione di Zoabi, dopo aver ricevuto lamentele in merito a commenti da lei rilasciati a una conferenza all'estero alcuni mesi fa. "Dopo aver raccolto prove e verificato con le fonti competenti, è emerso che i suoi commenti sono sospettati di identificazione pubblica con un gruppo terroristico e di incitamento al terrorismo", afferma la polizia in una nota spiegando che l'ex parlamentare sarà interrogata. I media ebraici identificano come causa dell'arresto un discorso pronunciato da Zoabi a Vienna all'inizio di ottobre 2024, in cui affermava che nell'attacco del 7 ottobre 2023, i miliziani di Hamas "non hanno oltrepassato i confini israeliani, ma sono entrati nella loro terra".

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