Dopo dieci anni di attività punteggiata dalla missione in Afghanistan, dal quadriennio di Donald Trump alla Casa Bianca e dalla guerra in Ucraina, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, si appresta a lasciare la guida dell'Alleanza. Domani il testimone passerà all'olandese Mark Rutte. Per l'occasione Stoltenberg offre agli alleati - e al suo successore - cinque lezioni chiave per assicurare il successo futuro della Nato in un articolo che riassume il suo intervento di metà settembre al German Marshall Fund.
Le cinque lezioni
"La prima lezione è che la nostra sicurezza non è gratuita: dobbiamo essere disposti a pagare il prezzo della pace", dice sottolineando che in futuro gli alleati dovranno spendere ben più del 2% in difesa. La seconda lezione è che "la libertà è più preziosa del libero scambio". E questo si è visto con la vicenda del gas russo e si ripete ora con la Cina. "Dobbiamo proteggere meglio le nostre infrastrutture critiche - scrive il segretario uscente - evitare di esportare tecnologie che possono essere usate contro di noi e ridurre la nostra dipendenza da materiali critici provenienti da concorrenti strategici". La terza lezione è che "la forza militare è un prerequisito per il dialogo, lo dimostra chiaramente la guerra in Ucraina". In pratica, se vuoi la pace prepara la guerra. "Non credo che possiamo far cambiare idea al presidente Putin su un'Ucraina libera e indipendente, ma credo che possiamo cambiare il suo calcolo. Dando all'Ucraina più armi, possiamo far capire al regime di Mosca che non può vincere sul campo di battaglia e che l'unica opzione per la Russia è venire al tavolo dei negoziati", spiega. Ma è un ragionamento che va oltre l'Ucraina. La quarta lezione è che "il potere militare ha i suoi limiti". "L'Afghanistan ne è un esempio. In futuro potremmo essere chiamati a intervenire militarmente oltre i nostri confini. Tuttavia, qualsiasi operazione futura deve avere obiettivi chiaramente definiti per tutta la durata dell'operazione: dobbiamo essere chiari su ciò che la potenza militare della Nato può - e non può - raggiungere". Ultimo ma non ultimo. "Non dobbiamo mai dare per scontato il legame tra Europa e Nord America. Su entrambe le sponde dell'Atlantico, dobbiamo riconoscere il valore dell'alleanza transatlantica e investire in essa. Gli europei devono capire che senza la Nato non c'è sicurezza in Europa", conclude.