Estero
Caduta per Macron, persa la maggioranza assoluta
Keystone-ats
3 anni fa
Marine Le Pen riesce invece a decuplicare il numero di deputati e diventa la terza forza del paese

Assemblée Nationale con equilibri sconvolti in Francia, stando alle prime proiezioni in seggi delle legislative: Emmanuel Macron con la sua coalizione Ensemble! è lontanissimo dalla maggioranza assoluta necessaria per governare, 289 seggi.

Nel primo mandato aveva 341 deputati, oggi ne ha tra 205 e 235. E’ tallonato da Nupes, la coalizione di sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon (170-190 seggi).

Il successo più vistoso è quello di Marine Le Pen, rieletta, che riesce a decuplicare il numero di deputati: erano 8, saranno fra 75 a 95, terza forza del Paese. Marine Le Pen ha così commentato "Siamo riusciti ad eleggere un gruppo molto forte di deputati all’Assemblea, che d’ora in poi sarà ancora più nazionale. Sarà di gran lunga il più numeroso della storia della nostra famiglia politica".

Mentre continuano ad arrivare le notizie di ministri del governo e di personalità vicine a Macron che sono state battute e - secondo le regole del presidente in carica - dovranno dimettersi, si profila la situazione con un parlamento difficilmente governabile.

La forza più "moderata" con la quale il governo potrebbe negoziare, la destra dei Républicans, dovrebbe prendere fra 60 e 75 seggi, per la prima volta meno di quelli dell’estrema destra della Le Pen.

Sconfitti diversi fedelissimi di Macron

La ministra della Salute, Brigitte Bourguignon, è stata battuta nella sesta circoscrizione del Pas-de-Calais, arrivata seconda dietro a Christine Engrand, candidata del Rassemblement National. Bourguignon dovrà dunque lasciare il governo. Sconfitti anche il presidente dell’Assemblea Nazionale, Richard Ferrand, e il capogruppo di En Marche in parlamento, Christophe Castaner.

Sarà difficile dialogare

Macron avrà vita durissima a dialogare sulle riforme con avversari così determinati. Entrambi - Mélenchon e Le Pen - hanno fatto in questi anni dell’anti-macronismo la loro cifra principale. "Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo - ha proclamato non a caso Mélenchon -, far crollare l’uomo dell’arroganza. Il crollo di quest’uomo che dava lezioni a tutti è davanti a tutti, è senza appello".

Gli analisti sono concordi sul fatto che Macron possa rivolgersi unicamente alla destra tradizionale, gli ex neogollisti che fino a 10 anni fa sono stati sempre uno dei due poli che si alternavano al potere della Quinta Repubblica e sono ridotti oggi a quarta forza in parlamento (60-75 seggi), per la prima volta dietro all’estrema destra. Ma soltanto qualcuno dei dirigenti del partito, come Jean-François Copé, ha evocato stasera un "patto di governo" con i macronisti in difficoltà. Lo spostamento a destra voluto da Macron - che sta strutturando proprio in questi giorni il suo nuovo partito con il nome di ‘Renaissance’ - appare denso di interrogativi: una formazione politica azzoppata, inseguita dai suoi nemici più giurati, la sinistra radicale e l’ultradestra.

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