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Bombe al fosforo su Azovstal, verso lo scontro finale
Foto Shutterstock
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Redazione
3 anni fa
Secondo il segretario generale della Nato Stoltenberg la Russia si trova a un punto morto nel Donbass. Ma la guerra potrebbe durare anche più di un anno

L’offensiva russa nel Donbass “ha perso slancio ed è rimasta significativamente indietro rispetto ai piani”. Il ministero della difesa britannico fotografa una fase di incertezza nella guerra in Ucraina, dopo oltre 80 giorni.

L’Armata, che avrebbe perso fino a “un terzo delle truppe”, tiene alta la pressione sull’est del Paese e colpisce anche in altre direzioni, come a Leopoli, ma i difensori resistono e contrattaccano da Kharkiv. A Mariupol l’acciaieria è sotto il fuoco costante, persino con bombe al fosforo, secondo le autorità locali. E i combattenti di Azovstal, ormai allo stremo, si preparano alla “battaglia finale” ma sono pronti al peggio.

Russia a un punto morto nel Donbass
La fase 2 dell’invasione russa, concentrata sul Donbass, non procede come previsto, ha stimato l’intelligence britannica. Che non ha visto “nessuna sostanziale vittoria nell’ultimo mese”. Inoltre le truppe di terra si sarebbero “ridotte di un terzo”, rendendo “difficile un loro rapido rimpiazzo”. In questo scenario, Londra ritiene “improbabile un’accelerazione importante nell’avanzata nei prossimi 30 giorni”. Valutazioni condivise dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, secondo cui la Russia “si trova a un punto morto” nel Donbass. Tanto che, secondo lo stato maggiore ucraino, Mosca starebbe addestrando “2.500 riservisti al confine per colmare le perdite”.

Decine di bombardamenti su Lugansk
La prima linea russa, ha spiegato Kiev, per ora è concentrata su Lugansk, dove sono stati effettuati una trentina di bombardamenti in 24 ore, soprattutto su Severodonetsk. Dove un raid avrebbe preso di mira anche un veicolo con 10 civili fuga, inclusi bambini, per fortuna rimasti illesi. Nel Donetsk i russi si raggruppano per riprendere l’offensiva verso Sloviansk, altro centro chiave. L’esercito ucraino ha ammesso che “nonostante le perdite, le forze russe hanno continuato ad avanzare” nel Donbass. Allo stesso tempo, Kiev ha rivendicato ulteriori successi nella controffensiva a Kharkiv e sta spingendo verso Izium.

Bombe al fosforo su Azovstal
A Mariupol intanto prosegue l’agonia del bastione di Azovstal. Mentre un maxi-convoglio di civili in fuga è riuscito a entrare a Zaporizhzhia dopo tre giorni di attesa, nell’acciaieria i russi continuano a colpire l’ultima sacca di resistenza. Anche in modo brutale, ricorrendo a “bombe incendiarie o al fosforo”, ha denunciato il consigliere del sindaco Petro Andryushchenko. I militari ucraini, bloccati sotto i tunnel insieme ai feriti, “ormai hanno perso le speranze e si preparano alla battaglia finale”, ha detto Kateryna, moglie di un soldato di Azov.

I raid russi e i bombardamenti ucraini a Belgorod
La guerra in Ucraina viene combattuta anche oltre il sud-est. Raid russi sono stati segnalati nelle regioni settentrionali di Chernihiv e Sumy ed anche a ovest, nell’area di Leopoli al confine con la Polonia, dove è stata colpita un’infrastruttura militare. Il governatore russo di Belgorod invece ha denunciato un nuovo bombardamento ucraino su un villaggio. L’ultimo di una lunga serie, che gli ucraini non hanno mai rivendicato. Probabilmente, per non scatenare una rappresaglia più dura.

La guerra potrebbe durare anche più di un anno
Con queste premesse è plausibile che per arrivare ad una fase decisiva del conflitto bisognerà attendere dei mesi, come ha previsto il capo dell’intelligence ucraina. E l’atmosfera a Berlino, tra i ministri degli Esteri impegnati in una riunione della Nato, è descritta così dal ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio: “C’è il rischio che questa guerra possa durare anche più di un anno”.

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