
L’Austria è tornata in confinamento nazionale. Come un film già visto, il Cacelliere Alexander Shallenberg ha annunciato la misura venerdì mattina aggiungendo anche che da febbraio il vaccino anti-Covid sarà obbligatorio. In tutto il Paese, però, non mancano le proteste che hanno spinto in piazza (solo a Vienna) quasi 35mila persone.
“Non abbiamo avuto altra scelta”
“Troppe persone hanno mostrato scarsa solidarietà e fa tremendamente male visto che non ci mancano le dosi di vaccino. Non abbiamo avuto altra scelta, abbiamo dovuto prendere questa decisione”, ha detto il Cencelliere venerdì in conferenza stampa. Giù le serrande, dunque, per tutte le attività non essenziali, come bar, ristoranti, negozi, esercizi pubblici e palestre. Sarà consentito lasciare la propria abitazione solo per compiere il tragitto casa-lavoro, per gli acquisti, per visite mediche e per passeggiate all’aria aperta. Il Governo ha deciso per contro di lasciare aperte le scuole e gli asili, in cui vigerà l’obbligo di mascherina. I bambini potranno comunque restare a casa anche senza certificato medico e riceveranno “pacchetti per lo studio”.
Venti giorni di confinamento
Questo per 20 giorni, poi – se non ci saranno novità – il confinamento verrà applicato solo ai cittadini non vaccinati. Dal primo febbraio poi, l’Austria farà da apripista anche per l’obbligo generalizzato di immunizzazione contro il Covid-19, previsto finora solo in pochissimi Paesi nel mondo, tra cui Indonesia nelle isole della Micronesia, in Tagikistan e Turkmenistan.
No vax in piazza
Intanto in diverse città austriache nel fine settimana sono andate in scena importanti proteste, proprio a causa dell’annuncio del Governo della reintroduzione del confinamento. La più importante sabato a Vienna, con circa 35mila persone che per diverse ore hanno bloccato il centro. Una decina i fermati per comportamenti “aggressivi” e violazione delle norme anti-contagio. Ieri poi un nuovo corteo di circa seimila persone ha sfilato a Linz, in quest’ultimo caso però non si sono registrati incidenti.
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata