
Si registra una quinta vittima dell’assalto al Campidoglio da parte di sostenitori del presidente Donald Trump avvenuto il 6 gennaio. A comunicarlo, pochi minuti fa, è la United States Capitol Police, la polizia del Campidoglio. A perdere la vita è Brian Sicknick: “L’ufficiale Sicknick stava rispondendo alle rivolte di mercoledì al Campidoglio ed è rimasto ferito mentre stava affrontando fisicamente i contestatori. Tornato nell’ufficio della sua divisione è collassato”, si legge in un comunicato. “Trasportato in un ospedale locale è morto a causa delle ferite”. A indagare sulla morte dell’agente è la sezione omicidi della polizia cittadina di Washington. A seguito degli scontri di mercoledì, lo ricordiamo, avevano già perso la vita quattro persone.
Trump condanna l’attacco
Intanto nella notte, Donald Trump, dopo essere stato riammesso su Twitter, ha pubblicato un video in cui condanna l’attacco al Campidoglio. “Come tutti gli americani sono oltraggiato dalla violenza, dall’illegalità e dal caos. Ho immediatamente schierato la Guardia nazionale”, ha detto. Secondo i media statunitensi questa affermazione è falsa, sarebbe infatti il vicepresidente Mike Pence ad aver richiesto l’intervento della Guardia nazionale in opposizione con la Casa Bianca. Nel video, il presidente uscente continua, poi, affermando che si impegnerà per garantire una transizione dei poteri regolare, ordinata e senza strappi”. Trump ha anche spiegato come abbia intrapreso ogni via legale per contestare i risultati delle elezioni con lo scopo di “garantire l’integrità del voto” e “difendere la democrazia americana”.
Destituzione anticipata
Nel Partito democratico continuano a levarsi voci che chiedono una destituzione di Trump prima del 20 gennaio. O tramite impeachment (ma i tempi non sembrano permetterlo) o tramite il venticinquesimo emendamento (che prevede la rimozione di un presidente non più in grado di governare). Anche nel Partito repubblicano qualcuno sposa questa seconda ipotesi, che appare però poco verosimile. Secondo la stampa statunitense, il vicepresidente Mike Pence è contrario a questa possibilità. Senza il suo sostegno (che dovrebbe firmare la richiesta e prendere il potere per i prossimi dodici giorni) il governo non può chiedere la destituzione del presidente in carica.
Rifiutata la protezione del Campidoglio
Nel frattempo è vivo il dibattito anche sulle misure di sicurezza al Campidoglio, che sono apparse del tutto inadeguate. Il Dipartimento alla difesa si sarebbe fatto avanti proponendo l’assistenza degli uomini della Guardia Nazionale tre giorni prima della manifestazione pro-Trump e l’assalto al Congresso. Il Dipartimento di giustizia invece avrebbe offerto l’ausilio degli uomini dell’Fbi. Nel frattempo cade la prima testa per l’assalto al Congresso da parte dei sostenitori del presidente Usa Donald Trump. Il capo della polizia del Congresso (Capitol Police), riportano alcuni media, si dimetterà il 16 gennaio, prima della cerimonia dell’Inauguration Day del 20 gennaio quando Joe Biden giurerà e si insedierà alla Casa Bianca. Il siluramento era stato chiesto poche ore fa dalla speaker della Camera Nancy Pelosi.
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