Estero
Assessore spara e uccide un uomo, la politica si divide
Federico Marino
3 anni fa
Il colpo di calibro 22 sarebbe partito in seguito ad una lite; ancora da stabilire la volontarietà. La vittima è un uomo marocchino di 39 anni, l’arma detenuta legalmente. E i partiti prendono posizione

È della scorsa notte la notizia di un fatto di sangue a Voghera, in provincia di Pavia. Dalla pistola (detenuta legalmente) dell’assessore alla sicurezza del comune Massimo Adriatici (Lega) è partito il colpo che ha tolto la vita a Youns El Bossettaoui, uomo di origini marocchine. Adriatici era in carica dal 2020. È titolare di uno studio di avvocatura, ed è salito alle cronache locali per le sue iniziative contro la “malamovida”, incentrate attorno al divieto di refrigerare alcolici dopo la mezzanotte.

I fatti
La sparatoria si è tenuta intorno alle 23 di fronte a un bar del centro del paese. Le prime ricostruzioni parlano di una lite che sarebbe stata all’origine della colluttazione. La discussione potrebbe essere stata causata dall’ordinanza anti-alcool emanata lo scorso 19 luglio su iniziativa dell’assessore ed entrata in vigore proprio ieri notte. La vittima, colpita al petto dal proiettile calibro 22, è stata in seguito soccorsa dai sanitari del 118. Poco dopo l’arrivo in ospedale, l’uomo 39enne è spirato.

Una vicenda ancora da chiarire
Restano ancora da chiarire le dinamiche della lite. Alcuni fonti riferiscono che il cittadino marocchino stesse molestando delle persone (forse delle donne); altre, riportano una versione che parla di una lite tra l’ex sovrintendente di polizia e la vittima, già nota alle forze dell’ordine per episodi di violenza ed ubriachezza. Adriatici ha dichiarato di aver lasciato partire il colpo involontariamente, cadendo dopo essere stato aggredito.

Le dichiarazioni sul porto d’armi
In un’intervista alla Provincia Paese del 29 marzo 2018 l’ex assessore dichiarava che “L’uso di un’arma deve essere giustificato da un pericolo reale, per la persona che la usa, per le sue proprietà o quelle altrui. Ma questo non significa farsi giustizia da soli. Ovvero, la legittima difesa si configura se sparo per evitare che qualcuno spari a me, o non ci sono altro mezzi per metterlo in fuga ed evitare che rubi. Sparare deve essere l’extrema ratio, l’ultima possibilità da mettere in atto se non ne esistono altre”.

Lo stato dell’inchiesta
Le indagini sono ancora in corso: il vogherese è stato indagato in un primo momento per omicidio volontario; la procura di Pavia rende noto che sta ora lavorando sull’ipotesi di eccesso di legittima difesa. L’uomo è al momento sottoposto agli arresti domiciliari. Per lo svolgimento dell’inchiesta, potrebbero essere decisive le immagini di una telecamera che si trova proprio nella zona dove è avvenuto il fatto di sangue.

Le reazioni della politica
La questione è subito passata al piano politico. Matteo Salvini ha rilasciato un video comunicato sui social in cui sposa la tesi della legittima difesa e pone l’accento sulla buona reputazione del sospettato, che faceva parte proprio della Lega. Il Pd, dal canto suo, ha chiesto che il carroccio “condanni il gesto di Adriatici”. Il Movimento 5 stelle ha allo stesso modo deplorato i fatti di Voghera, definendoli “far west”. Al momento, Adriatici si è autosospeso – al momento temporaneamente – dalla giunta comunale.

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