Firenze
Amanda Knox, confermata la condanna per calunnia a Lumumba
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Keystone-ats
un anno fa
Lo ha deciso la Corte d'assise d'appello di Firenze. Knox, che ha assistito alla lettura della sentenza con accanto il marito Chris Robinson e i suoi legali, è scoppiata in lacrime. Secondo quanto risulta all'ANSA, ai suoi difensori ha detto: "non me lo aspettavo, sono molto delusa".

Per Amanda Knox è stata confermata la condanna a tre anni (comunque già scontati) per avere calunniato Patrick Lumumba nelle prime fasi delle indagini sull'omicidio di Meredith Kercher coinvolgendolo nel delitto per il quale è stato poi prosciolto essendo risultato completamente estraneo.

In aula dopo 13 anni

Amanda Knox è tornata in un'aula di un tribunale italiano 13 anni dopo l'ultima volta. Davanti alla Corte d'assise d'appello di Firenze, la 36enne americana ha tentato una nuova, accorata, difesa per liberarsi dell'ultima macchia giudiziaria che le è rimasta dopo l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, per il quale è stata definitivamente assolta quattro anni dopo. La posta in gioca è la condanna per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba per averlo coinvolto nelle indagini sul delitto, dal quale è però risultato totalmente estraneo e prosciolto. "Lui si prese cura di me, mi consolò dopo la perdita della mia amica. Mi dispiace che lui abbia sofferto ma non l'ho mai calunniato" ha detto Amanda in aula. E invece un memoriale scritto in inglese prima di essere portata in carcere è stato sufficiente ai giudici toscani per ritenerla responsabile di averlo accusato "consapevole della sua innocenza", come prevede il reato.

Quattro anni in cella prima di scarcerazione

Confermata, dunque, la condanna a tre anni di reclusione, già comunque scontati avendone passati quasi quattro in cella tra l'arresto e la scarcerazione. Alla lettura della sentenza l'americana è scoppiata in lacrime. "Sono delusa, non me lo aspettavo" ha detto ai suoi difensori, Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati che le erano accanto. Poi via, con il marito Chris Robinson. Senza fare commenti con i tanti giornalisti e cineoperatori arrivati a Firenze dagli Stati Uniti e dall'Inghilterra, il Paese della Kercher. "Pensava di mettere un punto fermo" hanno commentato i suoi legali. Che si preparano a un nuovo ricorso in Cassazione. La giornalista e scrittrice di Seattle era arrivata a Firenze dagli Usa carica di speranze. Per "scagionare" il suo "nome una volta per tutte dalle false accuse" aveva scritto sui social.

Lumumba: "non si pugnalano gli amici alle spalle"

"Knox non è una vittima ma una calunniatrice" il commento dell'avvocato Carlo Pacelli, legale di parte civile per Lumumba. "Rimane aperta la domanda fondamentale. Per chi e per cosa ha calunniato?" ha detto invece dell'avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher. Per Lumumba la sentenza "è giusta e meritata". "È vero, eravamo amici con Amanda, - ha sottolineato - ma non si pugnalano gli amici nelle spalle, E invece Amanda mi ha pugnalato". "Lo ha fatto - ha concluso - e non mi ha chiesto scusa". Il nuovo processo per calunnia è stato disposto dalla Cassazione che, accogliendo il ricorso dei sui legali, ha annullato la condanna dopo la pronuncia della Corte europea dei diritti dell'uomo sulla violazione delle garanzie della difesa. Minata "in radice" la possibilità di utilizzare quale corpo del reato le dichiarazioni rese la notte del 6 novembre del 2007, quando venne poi fermata, e che chiamavano in causa Lumumba, è rimasto dunque solo il memoriale "non compresso" scritto, in inglese, prima di essere portata in carcere.