
Yuri Vonorov è l’ultimo della serie di uomini d’affari deceduti in circostanze sospette negli ultimi mesi. L’uomo, 61 anni, è stato ritrovato morto nella piscina della sua casa della periferia di San Pietroburgo. Era alla testa di una compagnia di trasporti che aveva contratti con il gigante del gas russo Gazprom.
Il caso
È il sesto russo facoltoso scomparso in circostanze misteriose dall’inizio dell’anno, e il terzo nello stesso quartiere di San Pietroburgo. Gli investigatori russi stanno investigando le circostanze della sua scomparsa, che al momento riconducono a “faide con altri partner d’affari”. La moglie di Voronov ha dichiarato che il marito credeva che stava venendo tagliato fuori da “un sacco di soldi” a causa di “partner disonorevoli”, come riferisce il Daily Mail.
L’ultimo di una lunga serie
La lista di manager vicini a Gazprom scomparsi in circostanze misteriore continua dunque ad allungarsi. Alexander Tyulakov, 61 anni, dirigente finanziario e della sicurezza del gigante del gas era stato trovato impiccato a casa sua in febbraio, con lividi che lasciavano pensare che si trattasse di un suicidio inscenato. Tre settimane dopo, Leonid Shulman, capo dei trasporti a Gazprom Invest, è stato accoltellato nel suo bagno. A Alexander Subbotin sarebbe “risultato fatale un consiglio degli sciamani”, in maggio. In aprile, il facoltoso dirigente Vladislav Avayev, ex-dirigente del Cremlino con contatti di alto rango a Gazprombank, si è reso protagonista di un fatto di sangue che ha coinvolto sé stesso e la famiglia. Per questo caso, e quello molto simile di Sergey Protosenya, si sarebbe trattato della messa in scena di un omicidio-suicidio.
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