
Nuovi, tragici, naufragi nelle acque del Mediterraneo. A sole 24 ore dal drammatico evento di ieri, costato la vita a sei persone tra cui un neonato, almeno 74 migranti sono morti annegati al largo delle coste libiche e in particolare al largo di Khums, a cui si aggiungono altre 20 decessi nel ribaltamento di un’altra barca. Il totale è di 94 vittime.
Secondo quanto reso noto dalla Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) la prima imbarcazione affondata trasportava oltre 120 persone, tra cui donne e bambini. I 47 sopravvissuti sono stati portati a riva dalla Guardia Costiera libica e da pescatori, 31 corpi sono stati recuperati.
Tre superstiti nel un secondo naufragio
Poi poco più tardi è arrivata la notizia di altri 20 migranti annegati al largo della Libia. A faro sapere Medici senza Frontiere, aggiungendo che lo staff dell’organizzazione a Sorman, in Libia, sta assistendo tre donne che risultano essere le sole superstiti. Le tre donne, scrive in un tweet Msf, “sono state tratte in salvo da pescatori locali e sono attualmente in stato di shock e terrorizzate dopo avere visto i loro cari scomparire tra le onde e morire sotto i loro occhi”.
“Almeno 900 persone morte quest’anno”
Un bilancio altissimo in termini di vite umane di chi cerca di fuggire dalla Libia. Secondo Oim quest’anno almeno “novecento persone sono annegate nel Mediterraneo cercando di raggiungere le coste europee, alcune a causa di ritardi nel salvataggio”.
Non si fermano gli sbarchi
Un bollettino di morte che però non sembra rallentare gli sbarchi in territorio italiano. Oggi sono stati due i barconi: uno con 86 persone a bordo è stato intercettato e bloccato dalle motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza nelle acque antistanti a Lampedusa mentre una seconda imbarcazione, con circa 70 migranti di varia nazionalità a bordo, è riuscita ad arrivare direttamente a Cala Madonna.
L’hotspot, nonostante gli sforzi per alleggerire le presenze con trasferimenti sulle navi quarantena e con traghetto di linea o motovedette, resta inevitabilmente sovraffollato.
Trasferita la salma del bambino deceduto
Intanto la salma di Joseph, il piccolo originario della Guinea deceduto ieri sotto lo sguardo disperato della madre, è stata trasferita nell’obitorio di Lampedusa in attesa della sepoltura. Il gommone a bordo del quale si trovava assieme ad altre cento persone ha ceduto in acque libiche ed ad intervenire per i primi soccorsi sono stati i volontari di Open Arms, l’unica nave umanitaria impegnata in questo momento nell’attività di ricerca e soccorso dei migranti che fuggono dalla Libia.
Durante la notte un aereo e una motovedetta della Guardia costiera hanno effettuato un’evacuazione medica urgente per due donne, una delle quali in gravidanza, e per il neonato già morto. Altri tre migranti (un bimbo, la madre ed un uomo) del gruppo di naufraghi salvati dalla Ong che avevano urgente bisogno di ricovero sono stati portati a Malta.
Sull’ennesima tragedia del mare è intervenuta anche l’Unicef Italia. “E’ una notizia che ci lascia sgomenti - afferma l’organizzazione internazionale -. Oggi sempre di più ribadiamo la necessità di garantire il diritto alla protezione e alla vita di ogni bambina e bambino senza alcune distinzioni e in qualsiasi luogo essi si trovino”.
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