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All'ONU appello dei Rohingya per il popolo perseguitato
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Ats
6 ore fa
Il fondatore del Rohingya Student Network all'Onu: "Dov'è la giustizia?". L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati: "Le loro vite sono definite, ogni giorno, dal razzismo e dalla paura".

Dal podio dell'Assemblea generale dell'ONU il popolo dei Rohingya lancia il suo appello. I rappresentanti della minoranza musulmana hanno chiesto che il mondo ascolti le loro sofferenze, dai perseguitati in Myanmar ai rifugiati stipati nei campi profughi in Bangladesh.

L'appello all'Onu

Maung Sawyeddollah è fuggito dal Myanmar con altri 750'000 Rohingya durante la repressione militare del 2017, che alcuni hanno definito un "genocidio", prima di trascorrere sette anni in un campo profughi in Bangladesh, e all'ONU il giovane fondatore del Rohingya Student Network ha rivolto un messaggio appassionato ai membri della sua comunità ancora nello stato del Rakhine: "non siete stati dimenticati. Potreste pensare che il mondo non veda la vostra sofferenza. I Rohingya vi vedono, sentono il vostro dolore". "Dov'è la giustizia per i Rohingya?", ha chiesto ai rappresentanti riuniti nella sala dell'Assemblea generale. "Le loro vite sono definite, ogni giorno, dal razzismo e dalla paura", ha sottolineato l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi, ricordando anche la difficile situazione di 1,2 milioni di rifugiati in Bangladesh, che stanno affrontando le conseguenze dei drastici tagli agli aiuti internazionali. Mentre l'inviata dell'ONU per il Myanmar Julie Bishop ha sottolineato che "l'escalation del conflitto nel paese sembra rappresentare un ostacolo insormontabile al loro ritorno".