
Si svolge a Lisbona, dal 27 giugno al primo luglio, la Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (Unoc), co-organizzata da Portogallo e Kenya. Nella capitale portoghese, per un'intera settimana, capi di stato e di governo, imprenditori e scienziati si riuniscono per discutere dello stato di salute del 70% del pianeta, quello ricoperto di acqua, da cui dipende fortemente il restante 30%.
I 17 obiettivi
Il motto è quello dell’Obiettivo 14 dell’Agenda 2030, ossia la lista dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile elaborata e concordata nel 2015 dai 193 stati membri, dove proprio al punto 14 si legge: “Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine”.
Tanti gli eventi collaterali
L'evento centrale, in cui accanto alle assemblee plenarie sono previsti otto dialoghi interattivi su temi come l'inquinamento marino o l'economia marittima sostenibile, è accompagnato da eventi collaterali come il Simposio sull'acqua (tappa della road map che porterà alla Conferenza sull'acqua del 2023) o il Forum della gioventù e dell'innovazione, svoltosi tra il 24 e il 26 giugno a Carcavelos, cittadina affacciata sull'Atlantico a pochi chilometri dalla capitale, dove il Segretario generale dell'Onu, il portoghese António Guterres, ha detto a una folla di giovani: “Voglio chiedere scusa alla vostra generazione, a nome della mia, per lo stato in cui si trovano gli oceani e la biodiversità“. Sempre Guterres, qualche giorno prima, dinanzi alle rimostranze di alcuni partecipanti all'Unoc circa la presenza di una delegazione russa (guidata dal ceceno Ruslan Edelgeriyev, già ministro, vicepremier e premier della repubblica presieduta da Ramzan Kadyrov), aveva insistito sulla necessità che partecipasse anche la Russia: “Tutti i Paesi che contribuiscono a creare il problema devono contribuire a risolverlo”, aveva sottolineato il segretario generale.
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