
Sono centoventimila i giovani che invadono San Pietro e tutta la zona del Vaticano per la messa di benvenuto che ha aperto il loro Giubileo. Il Papa a sorpresa si presenta per salutarli, fa un lungo giro in papamobile e arriva fino a via della Conciliazione. In migliaia infatti non sono riusciti ad entrare a Piazza San Pietro: una presenza così grande, fin dall'inizio, non era stata prevista.
"Siete il sale della terra, siete la luce del mondo", "il mondo ha bisogno del messaggio di speranza e voi siete questo segno di speranza nel mondo", ha detto il Papa alla fine della celebrazione che era stata presieduta da monsignor Rino Fisichella. "Potete dare una luce alla città di Roma, all'Italia e a tutto il mondo", ha detto Prevost entusiasmando i giovani a San Pietro, alternando nel saluto italiano, inglese e spagnolo. "Il nostro grido deve essere per la pace nel mondo", "vogliamo la pace nel mondo", "preghiamo per la pace e siamo testimoni di pace e di riconciliazione". Infine il saluto: "Ci vediamo! Ci troviamo a Tor Vergata. Buona settimana!".
La guerra in Medio Oriente
E nel primo evento di massa del Giubileo dei Giovani irrompe anche con forza la questione delle terre devastate dalla guerra. Sull'altare due giovani palestinesi mostrano, durante l'offertorio, la loro kefiah, un simbolo culturale ma anche politico della Palestina le cui bandiere sventolano anche in Via della Conciliazione. Un lungo applauso dei giovani di tutto il mondo esplode quando i due ragazzi palestinesi vengono inquadrati nei maxi-schermi.
Giovani giunti in massa
Il boom di presenze alla prima celebrazione conferma che si potrebbe arrivare alla fine della settimana alla stima iniziale di un milione di ragazzi. Lo dice anche il questore di Roma Roberto Massucci: "Tutto sta andando bene. Le stime della Sede sono confermate e la sensazione che abbiamo è che ci sarà una grande partecipazione". La mattinata era cominciata con l'incontro tra Papa Leone e gli influencer e con un gruppo di catecumeni francesi, giovani pronti a chiedere il battesimo. Leone parla di follower e fake news, di sesso e di droga. Ma soprattutto parla della necessità di costruire reti e ponti perché il mondo ha tanto bisogno di pace e di relazioni vere. Il Pontefice ha dunque cominciato a conoscere le migliaia di giovani che hanno pacificamente invaso Roma per il loro Giubileo. Sono arrivati da tutto il mondo, cantano e pregano, ridono e sventolano le loro bandiere, incuranti di qualche disagio e del caldo di Roma che comunque ha dato un po' di tregua. La "gioventù del Papa" ha affrontato ore di viaggio arrivando finanche dai Paesi più travagliati, come l'Ucraina e la Palestina.
"Abbiamo bisogno di pace"
Ed è proprio la pace, evocata dal Papa dal sagrato di San Pietro alla fine della giornata, una delle cifre di questo Giubileo dei Giovani che cade in un momento complicato per il mondo. "Quanto abbiamo bisogno di pace in questo nostro tempo dilaniato dalle inimicizie e dalle guerre", "questa è la missione della Chiesa: annunciare al mondo la pace" ed "è la missione che la Chiesa affida anche a voi", dice Papa Leone XIV agli influencer, il primo gruppo degli under-30 che in questi giorni stanno invadendo pacificamente Roma.
"Rinunciate alla cultura della morte"
Ma Leone ha cominciato a toccare anche corde che più interessano la vita delle nuove generazioni, dai social alla droga, dal sesso all'indifferenza che spesso isola e rende molto soli i più giovani. Prevost allora li ha invitati a "rinunciare a una cultura di morte così diffusa nella nostra società. Questa cultura di morte si manifesta oggi nell'indifferenza, nel disprezzo per gli altri, nella droga, nella ricerca di una vita facile, in una sessualità che diventa intrattenimento e cosificazione della persona umana, nell'ingiustizia".