
Fra il Canada e la Francia scorre in questi giorni un filo fatto di proteste contro le misure di politica sanitaria decise dai rispettivi Governi. I camionisti di Windsor e Ottawa hanno fatto da esempio in un Paese – la Francia – storicamente propenso a scendere in strada per manifestare il proprio dissenso.
“C’è tensione”, ci conferma Alberto Toscano, giornalista italiano di lunga data di stanza a Parigi. Migliaia e migliaia di manifestanti volevano entrare nella Capitale con le loro auto per esprimere la loro rabbia, “ma il dispositivo messo in atto dal Ministero dell’interno ha applicato un filtro importante” per impedire loro di accedere a Parigi. “Era infatti stata dichiarata la proibizione di manifestare in auto per le strade della Capitale”, precisa Toscano, sebbene diversi manifestanti siano comunque riusciti a passare e a bloccare il traffico nella zona dell’Arco di Trionfo e degli Champs-Élysées.
Fusione di malcontenti
Da mesi le proteste contro la politica sanitaria infiammano l’Europa. Per quelle di questi giorni in Francia, il giornalista osserva una tendenza interessante: “Il movimento no vax in Francia è molto dinamico e si sta saldando con il movimento dei gilets jaunes e con un movimento di protesta contro l’aumento del costo della vita”. Toscano riconosce in queste categorie motivazioni e origini sociologiche differenti (“nei gilet gialli, per esempio, c’era soprattutto la rivolta delle campagne contro la città”), ma insieme capaci di avere un impatto sulla campagna elettorale per le presidenziali di questa primavera. Fra questi movimenti, Alberto Toscano ritiene che il più forte sia quello contro il carovita, che potrebbe giungere a replicare l’intensità delle proteste dei gilet gialli nel 2018.
Più France
Le manifestazioni di ieri sono però ancora legate principalmente all’opposizione al Pass sanitario. “Occorre però dire che la corrente no vax francese è molto radicata nel Paese, non tanto sul piano numerico, quanto più su quello della determinazione”, commenta Toscano. “La Francia, economicamente, sta in realtà andando piuttosto bene, ma c’è una parte dell’opinione pubblica che si sente ai margini di questo sviluppo. La situazione economica non è cattiva nel complesso, ma non è omogenea”, aggiunge il giornalista. “C’è una Francia che sente non solo di non correre, ma di andare indietro: è questa forse la spiegazione – quasi psicologica – della cocciutaggine di una frazione del Paese che vuole sempre e comunque protestare. Per questa Francia, l’opposizione alle misure anti-Covid va al di là della politica sanitaria, fondendosi con tutte le altre percezioni di malcontento oggi presenti”.
L’intervento completo di Alberto Toscano a Ticinonews
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