
C'è chi si candida e chi ha deciso di non ripresentarsi sulle liste delle prossime elezioni cantonali. Tra queste persone Claudia Crivelli Barella, rappresentante de I Verdi, in Gran Consiglio dal 2011e attualmente capogruppo in parlamento del suo Partito.
Lei ha deciso di non ripresentarsi dopo tre legislature, come mai?
“Il lavoro parlamentare è molto impegnativo. Lo si può conciliare con l’attività professionale, ma a lungo andare diventa anche logorante. Inoltre credo sia giusto avere un ricambio di persone in parlamento. Ad essere sincera volevo già lasciare dopo due legislature, otto anni in Gran Consiglio mi sembravano abbastanza, ma ero rimasta l’unica rappresentante del ‘vecchio’ gruppo de I Verdi nel legislativo e quindi sono rimasta per accompagnare i nuovi compagni. Ora loro hanno preso in mano la situazione e sono molto serena e tranquilla a lasciare il mio posto. Spero venga occupato da qualche giovane verde”.
Quale tema ricorda con particolare piacere?
“Sono tanti i temi che mi sono cari. Lasciando, naturalmente, c’è un po’ di tristezza per quello che non siamo riusciti a portare a compimento perché siamo un piccolo gruppo di sei persone. Nel 2014, però, avevo proposto l’abolizione dei livelli nella scuola media, quest’anno -9 anni dopo- ci sarà la sperimentazione. Serve molta pazienza in politica”.
Di quale tema si rammarica?
“Trovo che il Ticino non faccia abbastanza a livelli di politica energetica, ambientale e pianificatoria. Penso che ci sia ancora molto da fare nell’ambito verde e questo è un tema d’attualità, oggi più che mai. Abbiamo visto le temperature registrate la scorsa estate, il periodo di siccità che stiamo vivendo: il surriscaldamento climatico inizia a farsi sentire. Questo, stando a quanto dicono gli esperti, è solo l’inizio e a mio parere non siamo sufficientemente pronti ad affrontare una situazione simile. Ci sono stati però schieramenti politici abili a deviare l’attenzione su altre tematiche di cui fra un po’ non ci ricorderemo nulla, mentre quelle ambientali ci stanno arrivando addosso”.
All’interno de I Verdi in questi anni si sono susseguiti molti avvicendamenti. Su tutti la partenza di Sergio Savoia, ma ci sono stati anche altri deputati che hanno cambiato partito. Che ricordo ha di quegli anni?
“Sono stati anni di tensioni. Trovo che l’ultima legislatura sia stata la migliore che ho vissuto, con un clima di lavoro più costruttivo. Avere figure molto carismatiche trovo sia dannoso per la politica. A livello comunicativo serve qualcuno che incarni un’idea e che sappia farsi ascoltare, ma a lungo andare ci sono anche dei lati negativi. Farsi ascoltare delegando tutto ad un’unica persone erode il tessuto sottostante, ed è quest’ultimo che può lavorare e andare avanti. Con la partenza di alcune figure sembrava che per I Verdi non ci fosse un futuro, ma in realtà trovo che il partito sia più solido di quattro anni fa”.
Ieri l’ONU ha lanciato l’allarme: “Le riserve idriche del pianeta si stanno esaurendo”. A livello politico negli ultimi anni c’è stata un’onda verde, ma siamo comunque a questo punto. Come se lo spiega?
“Non siamo stati ascoltati. Mi capita spesso di dire cose, fare proposte, interrogazioni, interpellanze e interventi sia in Gran Consiglio sia in Consiglio comunale a Mendrisio e notare che vengo ascoltata con perplessità. Poi, come nel caso dei livelli, dopo anni le persone reagiscono. Secondo me noi Verdi non siamo né di destra né di sinistra, siamo avanti. Forse arriviamo sempre un po’ troppo avanti e quindi per le persone è difficile ascoltarci. La gente dovrebbe darci più fiducia perché guardando il percorso, su vari temi abbiamo ragione. Purtroppo non siamo abbastanza ascoltati perché a volte farlo è scomodo”.
Come ha vissuto il periodo pandemico?
"Sono stati momenti duri. In questa legislatura ero nella Commissione Sanità e Sicurezza Sociale e abbiamo riflettuto a lungo su come affrontare questa tematica, una situazione difficile che abbiamo dovuto affrontare per la prima volta. A De Rosa ho rimproverato il fatto che il Consiglio di Stato, per me, è stato un po’ allarmista. Non ha saputo creare un clima di serenità: era tutto un divieto, una paura. Mentre sono stati pochi i discorsi legati alla prevenzione e al rafforzamento del sistema immunitario, temi fondamentali per affrontare qualsiasi tipo di malattia”.
Come valuta l’alleanza tra Verdi e PS?
“Noi siamo pochi e in pochi non si fa molto in politica. È necessario avere dei numeri, creare delle alleanze e unirsi per collaborare. I Verdi e il PS hanno storie molto diverse, un passato diverso. Però abbiamo punti in comune sugli ideali concreti e abbiamo scelto di puntare su questo. Credo sia un buon tentativo. Speriamo che gli elettori e le elettrici lo capiscano, anche perché i partiti di destra in tutto il mondo si stanno rafforzando, ma serve un pensiero progressista”.
Che messaggio vuole lasciare a chi prenderà il suo posto in Gran Consiglio?
“Non perdere le energie perché ci sarà sempre qualcuno che arriverà dopo di noi. Con il cuore e con la mente sono ancora con i Verdi e spero che gli elettori ci votino. Spero che i due rappresentanti del Mendrisiotto vengano eletti visto che io e Andrea Stephani non ci ricandidiamo e arriviamo da quella regione”.