Economia
Segreto bancario: crolla un altro mito
Redazione
12 anni fa
Cede anche la Gran Bretagna, mentre i banchieri privati svizzeri puntano allo scambio automatico di informazioni

I territori britannici d'Oltremare hanno firmato un accordo con il governo di Londra per condividere informazioni fiscali su chi ha un conto nelle isole e contrastare il fenomeno dell'evasione. Hanno dato il loro assenso alcuni fra i più rinomati paradisi fiscali come le Isole Cayman, Bermuda, Anguilla e Montserrat. Come ha spiegato il ministro del Tesoro George Osborne, i territori britannici si impegnano a condividere automaticamente le informazioni dei loro correntisti non solo con le autorità del Regno ma anche con quelle di Francia, Germania, Italia e Spagna. "Questo accordo rappresenta un significativo passo in avanti per contrastare la finanza illecita - ha sottolineato Osborne - e fissare degli standard globali nella lotta all'evasione". I banchieri privati svizzeri favorevoli allo scambio automaticoSecondo i banchieri privati la Svizzera dovrebbe rinunciare alla strategia del denaro pulito e puntare sullo scambio automatico di informazioni con l'Unione europea. Per il presidente dell'Associazione dei banchieri privati svizzeri (ABPS) Nicolas Pictet sarebbe assurdo introdurre entrambi. Ad ogni modo la Svizzera deve decidere velocemente. "Chiediamo con insistenza un chiarimento rapido della posizione elvetica" perché l'incertezza ha effetti negativi sugli affari, dichiara Pictet in un'intervista pubblicata oggi dal "Tages-Anzeiger" e dal "Der Bund". Sul tavolo vi è da un lato la strategia del denaro pulito del Consiglio federale con la revisione della legge sul riciclaggio di denaro, secondo la quale le banche verrebbero obbligate a verificare se i loro clienti hanno dichiarato al fisco i propri averi. Dall'altra parte ci sarà presto un mandato dell'UE per intavolare negoziati sullo scambio automatico di informazioni. "Sono entrambi modi per ottenere la conformità fiscale. Ma introdurre entrambi non ha senso. O continuiamo sulla strada della strategia del denaro pulito o imbocchiamo quella dello scambio automatico di informazioni", afferma Pictet. La strategia del denaro pulito non è però una buona idea: "il difetto principale del progetto di legge è che si tratterebbe di una soluzione speciale svizzera. All'estero non viene capita", spiega il presidente dell'ABPS. Nessun paese ha scelto o previsto una soluzione del genere. Inoltre viene capovolta la presunzione d'innocenza, visto che le banche dovrebbero verificare chi è in regola. "Tutti gli altri clienti dovrebbero potenzialmente essere considerati fiscalmente non conformi", sostiene Pictet. La Confederazione farebbe meglio ad accordarsi sullo scambio automatico di informazioni con alcuni Stati, ma non con paesi emergenti. "Sarebbe sbagliato trattare i clienti di tutto il mondo allo stesso modo. Purtroppo molti paesi non offrono garanzie legali in materia di proprietà né diritti di procedura come li conosciamo noi. Clienti di simili paesi vogliono portare il loro denaro in Svizzera per la certezza del diritto e non perché vogliono nasconderlo al fisco", afferma ancora Pictet. Per lo scambio automatico di informazioni servono condizioni chiare. "Il principio del 'Level Playing Field' dev'essere applicato in tutti i paesi con una legislazione paragonabile e in tutte le circostanze, trust compresi". Le parole del presidente dell'ABPS sono in contraddizione con quanto affermato solo lunedì dal segretario generale dell'associazione Michel Dérobert. In un'intervista pubblicata da "La Tribune de Genève" e da "24 heures" egli aveva ribadito che "siamo contro lo scambio automatico di informazioni, ma siamo aperti al dialogo". Da parte della Svizzera Dérobert auspicava un atteggiamento proattivo: Berna non dovrebbe semplicemente offrire lo scambio automatico di informazioni senza ottenere niente in cambio". "Vogliamo una soluzione per il passato, un accesso al mercato europeo e buone condizioni-quadr

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