Economia
Ricchezza globale meno colpita del previsto
Keystone-ats
4 anni fa
Secondo uno studio pubblicato da Credit Suisse sono soprattutto le donne, le minoranze e i giovani ad aver maggiormente sofferto della crisi legata al Covid-19

La ricchezza globale delle economie domestiche ha risentito meno del previsto della pandemia di Covid-19 e dei danni economici da essa provocati, secondo uno studio pubblicato oggi dal Credit Suisse. Sono soprattutto le donne, le minoranze e i giovani ad aver maggiormente sofferto per la crisi.

I patrimoni globali sono diminuiti a 17’500 miliardi di dollari (15’869 miliardi di franchi) tra gennaio e marzo, il che corrisponde al picco del Covid-19 in Asia dapprima e in Europa poi, ha indicato il Credit Suisse.

Nell’11esima edizione del suo studio sulla ricchezza globale, “Global Wealth Report”, la grande banca sottolinea tuttavia come tale calo sia stato compensato da una rapida ripresa, sia sui mercati azionari sia a livello dei prezzi nell’immobiliare. A fine giugno, la ricchezza globale delle economie domestiche è progredita dello 0,25%, ovvero 1000 miliardi di dollari rispetto al mese di gennaio del 2020. Il patrimonio medio per adulto è diminuito soltanto dello 0,4% a 76’984 dollari.

Secondo Nannette Hechler-Fayd’herbe, del Credit Suisse, i risultati concernenti la distribuzione di questa ricchezza sono sorprendenti. “Non v’è un segnale che la distribuzione della ricchezza sia cambiata di fronte alla pandemia nei vari Paesi”, ha spiegato in una conferenza stampa odierna. La ricercatrice ha in particolare messo in risalto il caso degli Stati Uniti, dove malgrado le ripercussioni sanitarie ed economiche del Covid-19, gli indicatori che segnalano le ineguaglianze sono diminuiti.

Gli autori dello studio pubblicato dal Credit Suisse hanno soprattutto messo in evidenza la solidità dell’anno 2019, che è stato eccezionale in termini di creazione di ricchezza, e che ha consentito al mondo di essere “nella migliore situazione possibile per far fronte a questa pandemia”, secondo il professor Anthony Shorrocks, co-autore della ricerca.

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