
La Banca nazionale svizzera ha alzato improvvisamente, e anche un po’ inaspettatamente, i tassi di riferimento del mercato monetario, portandolo al -0,25%: un incremento di mezzo punto percentuale. Una mossa che ha avuto e avrà ripercussioni anche sul mercato ipotecario, dove i tassi stavano salendo vertiginosamente già prima. Così si è passati in un paio di mesi da tassi che erano poco sopra l’1% a tassi che ora superano il 3% in pochi mesi. Chi ha bloccato i propri tassi prima di questo scossone può stare abbastanza tranquillo fino alla scadenza, ma chi non ha fatto in tempo o è arrivato ora a scadenza cosa può fare? E chi era lì lì per coronare il sogno di una casa e adesso si trova il costo raddoppiato? Abbiamo chiesto qualche delucidazione a Mauro Pedrazzetti, vicepresidente di BPS (Suisse).
Qual è la situazione attuale dei tassi?
Sul fisso dai 2 anni ai 10 anni, la forchetta varia da poco più del 2% a poco più del 3%. Qualche mese fa i tassi erano meno della metà.
Perché sei i tassi della BNS sono ancora negativi, i tassi ipotecari superano il 3%?
Le banche devono rifinanziarsi e mantenere il famoso rischio di tasso a livello di bilancio sotto controllo, perché questa è una regola che hanno imposto i regolatori. Quello che di regola viene monitorato è il tasso derivante da uno strumento derivato chiamato IRS, interest rate swap.
Voi non avete margini di manovra per abbassarli questi tassi?
Assolutamente no. Dobbiamo pensare che se andiamo sul mercato a rifinanziarci, paghiamo dei tassi molto più cari del tasso Saron, per cui il nostro riferimento non può essere semplicemente il tasso a breve termine.
Quale consiglio date ai vostri clienti: fissare a lungo o a breve termine i propri tassi?
Il tasso deve essere corretto in base alla possibilità del cliente di stare tranquillo. Se continuerà una certa tendenza all’inflazione, evidentemente i tassi saranno ancora al rialzo. I tassi comunque che abbiamo avuto negli ultimi sette anni, credo che a questo punto possiamo dimenticarceli.
A rimanere molto basso è il tasso variabile (“Saron”). È un’ipotesi da prendere in considerazione o è un rischio eccessivo?
Il tasso Saron è un tasso che viene fissato dalla Banca nazionale. Dipende sempre dalla persona, di quanto è disposto a rischiare. Se vuole stare tranquillo è consigliabile considerare un tasso più a lungo termine. Sembra che dai calcoli statistici che sono stati fatti su più anni in passato, chi è rimasto sul breve termine, in una qualche maniera è riuscito nelle varie fasi a compensare i rialzi. Chiaramente questa non può essere una regola consigliabile per tutti.
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