
Covid-19 e guerra in Ucraina. Sono i due fattori che frenano la crescita mondiale e aumentano i rischi di stagflazione, ovvero una situazione in cui, contemporaneamente, l’economia soffre di un’elevata inflazione e di una crescita bassa nel prodotto.
Lo afferma la Banca Mondiale, sottolineando che l’economia globale sta entrando in un periodo di protratta debolezza della crescita e di elevata inflazione.
Dopo il +5,7% del 2021, il prodotto interno lordo del mondo è atteso crescere quest'anno del 2,9%, decisamente meno del 4,1% previsto in gennaio.
“Basta restrizioni agli scambi commerciali”
“Per molti paesi la recessione sarà difficile da evitare”, osserva il presidente della Banca Mondiale David Malpass, precisando che è urgente evitare restrizioni agli scambi commerciali.
In aumento la povertà in Ucraina
Il Pil dell'Ucraina è previsto contrarsi del 45% nel 2022, con un forte aumento della povertà nell'intero paese: coloro che vivono con meno di 5,50 dollari al giorno saliranno dal 2% al 20% della popolazione. Da parte sua la Russia vedrà il Pil scendere dell'8,9% nel 2022 e del 2,0% nel 2023.
Rallentano anche le economie avanzate
La Banca Mondiale stima una crescita dell'economia americana del 2,5% quest'anno e del 2,4% il prossimo. Il Pil di Eurolandia salirà invece del 2,5% nel 2022 e dell'1,9% nel 2023. La crescita nelle economie avanzate complessivamente è attesa rallentare dal 5,1% del 2021 al 2,6% del 2022, ovvero 1,2 punti percentuali sotto le stime di gennaio, per poi frenare ulteriormente al 2,2% nel 2023.
“Bisogna evitare le peggiori conseguenze della guerra sull’economia”
La Banca Mondiale prevede inoltre una frenata per le economie emergenti e in via di sviluppo, la cui crescita è attesa al 3,4% quest’anno, ben al di sotto del 4,8% di media per il 2011-2019. “È necessaria un’azione a livello globale e nazionale forte per evitare le peggiori conseguenze della guerra in Ucraina sull’economia”, aggiunge l’istituto.
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