
L'Hummer parlerà cinese: l'auto "macho" simbolo dell'era dei cowboy (e dell'ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush) non fallirà e continuerà a essere costruita nonostante le sue caratteristiche non proprio ecologiche. Pesantissimi e quasi blindati, ispiratisi agli Humvee militari, i blindati dell'esercito americano, i diversi modelli dell'Hummer consumano tantissimo e offrono poco spazio al loro interno. Dopo essere stato per anni il simbolo dell'America che non si vergogna di essere ricca (e di consumare tanta energia), questa sorta di carro armato civile è diventato quindi quello della bancarotta di General Motors (GM) e del fallimento di Detroit, la Motor City (o Motown) del Michigan. All'indomani della bancarotta, 24 ore dopo l'ingresso nell' amministrazione controllata che dovrà farla uscire dal rosso, la Gm ha annunciato di aver raggiunto oggi un accordo per la vendita della Hummer, un marchio che quindi non scomparirà come si era ad un certo punto temuto. La casa di Detroit non ha voluto dare maggiori dettagli, ma secondo la Bloomberg un protocollo d'intesa per la vendita è stato firmato con la Sichuan Tengzhong, una compagnia cinese specializzata nei veicoli speciali e nella componentistica. La Bloomberg cita cinque persone a conoscenza delle trattative per la cessione del marchio. Almeno un'altra azienda sarebbe ancora interessata a comprare Hummer, ma i colloqui sarebbero stati congelati. L'operazione - sempre secondo l'agenzia finanziaria - dovrebbe essere completata entro la fine del terzo trimestre, e non se ne conoscono i termini finanziari, anche se stime sul valore del marchio Hummer parlano di circa 500 milioni di dollari. Secondo quanto fonti della Gm hanno spiegato al New York Times, l'accordo permetterà di salvare 3mila posti di lavoro circa, verrà mantenuta la rete di distribuzione (153 rivendite) e la produzione rimarrà negli Usa. La vera incognita è una, e una sola, e riguarda le vendite: e cioé se gli Hummer torneranno a sedurre il pubblico americano nonostante il prezzo alto e gli elevati consumi, in un momento di crisi. Nel 2008 le vendite sono calate di oltre la metà rispetto all'anno precedente, e il 2009 è iniziato ancora peggio: meno 67%. ATS
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