Economia
Fatturato record per Syngenta
Immagine Shutterstock
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Keystone-ats
2 anni fa
Il colosso agrochimico svizzero in mani cinesi ha chiuso il 2021 con ricavi che superano i 26 miliardi di franchi, in aumento del 23% rispetto al 2020

Fatturato record nel 2021 per Syngenta, colosso agrochimico svizzero ma in mani cinesi: i ricavi hanno raggiunto 28,3 miliardi di dollari (26,1 miliardi di franchi), in progressione del 23% rispetto all’anno precedente. Anche la redditività si è rivelata da primato: il risultato operativo a livello Ebitda si è attestato a 4,6 miliardi di dollari, con un un incremento del 14%, ha indicato oggi il gruppo che comprende la svizzera Syngenta, l’israeliana Adama e le attività agricole della cinese SinoChem.

Cina particolarmente dinamica
Tutte le regioni hanno contribuito alla crescita degli affari, ma particolarmente dinamica si è mostrata la Cina, che ha visto aumentare del 27% i proventi. Le attività nello stato a partito unico generano oramai 7,4 miliardi di fatturato. Syngenta ha beneficiato non da ultimo degli alti prezzi dei prodotti agricoli come il grano o il mais, ha spiegato un portavoce all’agenzia Awp. Se i contadini possono guadagnare molto da un raccolto aumenta l’incentivo di usare prodotti specifici per proteggere le colture, spiega il fabbricante di articoli fitosanitari.

L’impatto del conflitto russo-ucraino
Ucraina e la Russia rappresentano entrambe meno del 2% delle vendite annuali di Syngenta, ha aggiunto il portavoce. La guerra sta rendendo impossibile l’agricoltura in molte zone, con conseguenze gravi. Circa 400 milioni di persone nel mondo dipendono dalla Russia e dall’Ucraina per il loro cibo: si tratta di paesi che svolgono un ruolo importante nella catena di approvvigionamento alimentare globale. Stando all’impresa è ancora troppo presto per sapere quanto del raccolto in Ucraina andrà perso. “Speriamo di poter salvare circa i due terzi del volume normale”. Syngenta continuerà ad aiutare i contadini fornendo sul posto sementi e pesticidi: la redditività non è in primo piano, sottolinea il gruppo. La società rimane anche in Russia: i sementi sono infatti considerati prodotti umanitari dall’Onu, mentre gli antiparassitari non sono sottoposti a sanzioni.

Il debutto alla borsa di Shangai
Intanto il progetto di quotare Syngenta alla borsa di Shanghai rimane tuttora valido. “Siamo fiduciosi di poter rispettare la nostra tabella di marcia originale”, ha fatto sapere l’addetto stampa. Il calendario prevedeva lo sbarco sui mercati dei capitali entro cinque anni dall’acquisizione di ChemChina.

La storia dell’azienda
Syngenta è nata nel 2000 dalla fusione delle divisioni agrochimiche dei giganti farmaceutici AstraZeneca e Novartis. Ha sede a Basilea e ha decine di migliaia di dipendenti attivi in oltre 100 nazioni. Un tempo quotata alla borsa svizzera, l’impresa è stata rilevata nel 2017 dal gigante cinese ChemChina per 43 miliardi di dollari. Due anni prima la società renana aveva respinto un tentativo di acquisizione da parte dell’americana Monsanto, che è stata in seguito inghiottita dalla tedesca Bayer.

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