Economia
Fairtrade: fatturato di quasi un miliardo in Svizzera
Immagine Shutterstock
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Redazione
2 anni fa
Lo comunica oggi l’organizzazione Fairtrade Max Havelaar. Per la prima volta, il consumo pro capite annuo ha superato i 100 franchi e il fatturato totale si è avvicinato al miliardo di franchi

Gli svizzeri puntano sempre più su prodotti provenienti dal commercio equo e sostenibile: per la prima volta, il consumo pro capite annuo ha superato i 100 franchi e il fatturato totale si è avvicinato al miliardo di franchi. Lo comunica oggi l’organizzazione Fairtrade Max Havelaar. Più in dettaglio, le vendite di prodotti del commercio equo e solidale sono aumentate, su base annuale, del 7,5% a 925 milioni di franchi. Inoltre, nessun Paese spende più degli elvetici per questi prodotti: “Con una media di 107 franchi, i consumatori svizzeri sono campioni mondiali del commercio equo e solidale”, indica Kathrin Amacker, Presidente del Consiglio della Fondazione Fairtrade Max Havelaar, citata nella nota.

Nel settore della ristorazione, duramente colpito dalle restrizioni durante il periodo pandemico, è stata registrata una flessione delle vendite a causa dell’obbligo di telelavoro e della chiusura dei ristoranti. Fairtrade Max Havelaar ha osservato cali soprattutto per quanto riguarda caffè, succhi e prodotti da forno. Secondo il comunicato, essi sono stati più che compensati grazie al buon andamento del commercio al dettaglio e del commercio online. L’organizzazione ha registrato una crescita nei settori dei biscotti, della frutta secca, del riso e dei fiori. Con una crescita del 21%, il cioccolato del commercio equo e solidale ha registrato una crescita particolarmente forte, precisa Max Havelaar, aggiungendo che pure l’oro “Fairtrade” ha registrato un’impennata.

I prodotti di questo tipo garantiscono agli agricoltori e ai lavoratori di Africa, Asia e America Latina un reddito sicuro e migliori condizioni di lavoro. Tuttavia, la certificazione non è sempre sufficiente per affrontare pienamente le principali sfide, avvisa l’organizzazione, secondo cui ci sono ancora passi in avanti da fare per migliorare la trasparenza e rafforzare l’impatto del commercio equo e solidale.

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