Economia
Credit Suisse, nubi nere all’orizzonte
Immagine Shutterstock
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Keystone-ats
2 anni fa
La banca presenterà mercoledì i datri trimestrali e le previsioni non sono buone. Prevista anche l’assemblea generale degli azionisti: non sono esclusi cambiamenti ai vertici

Riflettori puntati su Credit Suisse (CS) questa settimana: mercoledì il numero due bancario elvetico presenterà i dati trimestrali che già si annunciano in profondo rosso, mentre venerdì si terrà l’assemblea generale degli azionisti. Non si escludono cambiamenti ai vertici. Gli analisti si attendono una perdita trimestrale di circa 250 milioni di franchi, caratterizzata in particolare da massicci accantonamenti per dispute legali - pari a 700 milioni di franchi - e dagli effetti dell’invasione russa in Ucraina. Peserà anche la riorganizzazione avvenuta sulla scia della debacle di Archegos, nonché dei postumi del caso Greensill. Già la scorsa settimana Credit Suisse aveva messo le mani avanti, annunciando una perdita nel primo trimestre del 2022.

Azionisti sul piede di guerra

Venerdì gli azionisti non si riuniranno fisicamente, ma sul tavolo ci saranno numerose questioni dopo gli ultimi mesi segnati da scandali e controversie. La proposta di discarico del consiglio di amministrazione e della direzione per i due esercizi 2020 e 2021 sarà probabilmente l’highlight dell’assemblea che si terrà in diretta streaming: se dovesse essere accolta, i membri non potranno più essere ritenuti responsabili. Il fondo sovrano norvegese, principale azionista di CS, ha già reso noto che non concederà il discarico al consiglio di amministrazione e alla direzione. È quanto emerge da un documento sulle decisioni di voto sul sito web del fondo, precedentemente riportato dal Financial Times.

Il fondo norvegese si è inoltre detto favorevole a una verifica speciale per i casi Greensill e Suisse Secrets, chiesta nelle scorse settimane da Ethos, la fondazione ginevrina attenta ai principi del buon governo d’impresa. Questa richiesta, tuttavia, è stata respinta dai rappresentanti degli azionisti ISS e Glass Lewis e ha dunque poche possibilità di essere accolta. Stesso discorso per quanto avanzato da Actares, associazione di azionisti per un’economia sostenibile, che chiede un adattamento degli statuti di Credit Suisse per ancorare una strategia sul clima e l’obbligo di reporting. Non dovrebbero esserci sorprese in merito all’elezione dei membri del consiglio di amministrazione, compreso il nuovo presidente Axel Lehmann.

Il caso Bermuda

A tenere banco in questi giorni sono però le controversie legali - in realtà relative a oltre dieci anni fa, a detta della banca - che alcuni analisti sospettano essere relative a un caso nelle Bermuda, territorio d’oltremare britannico. La filiale assicurativa Credit Suisse Life Bermuda aveva perso davanti a un tribunale dell’arcipelago. Circa un mese fa, Credit Suisse ha annunciato che il caso potrebbe portare a un pagamento di oltre 500 milioni di dollari (oltre 470 milioni di franchi). La disputa legale riguarda le polizze di assicurazione sulla vita del miliardario Bidzina Ivanishvili, ex primo ministro della Georgia. Dal 2011 al più tardi, il consulente ginevrino al soldo di Credit Suisse Patrice Lescaudron avrebbe sottratto centinaia di milioni dal patrimonio che gestiva per clienti facoltosi - tra cui Ivanishvili. L’accusa contro Credit Suisse è che la banca non abbia preso del tutto, o allora solo in misura insufficiente, provvedimenti per prevenire una “gestione fraudolenta”.

Direzione: tre manager a rischio

Stando al domenicale zurighese NZZ am Sonntag, che cita fonti ben informate, questa settimana potrebbe anche portare diversi cambiamenti importanti nella direzione. Il capo giurista della banca Romeo Cerutti e il CEO della regione Asia-Pacifico (APAC) Helman Sitohang potrebbero essere sostituiti, così come il responsabile delle finanze (CFO) David Mather. Il primo è finito nell’occhio del ciclone a causa del caso delle Bermuda, mentre il secondo - a detta della stampa - sarebbe direttamente coinvolto nello scandalo Greensill. Per la NZZ am Sonntag, la partenza di Mather sarebbe quella più sorprendente, rispetto alle possibili sostituzioni di Cerutti e Sitohang, poiché è sopravvissuto a tutti gli sconvolgimenti nella gestione dalla sua nomina nel 2010. Un portavoce dell’istituto, contattato dall’agenzia finanziaria AWP, ha tenuto a precisare che “il consiglio di amministrazione non ha ancora preso alcuna decisione” ed ha poi aggiunto che “non appena le decisioni saranno prese, la banca le comunicherà”.

Guerra in Ucraina

Credit Suisse si aspetta che anche la guerra in Ucraina abbia un impatto di circa 200 milioni di franchi sul risultato a causa di perdite e accantonamenti per perdite su crediti. Il risultato sarà inoltre influenzato da perdite di 350 milioni di franchi per la partecipazione nella piattaforma di fondi Allfunds, di cui Credit Suisse detiene l’8,6%. Il prezzo delle sue azioni si è quasi dimezzato dall’inizio dell’anno. Complessivamente gli effetti negativi ammontano a 1,25 miliardi di franchi: queste perdite saranno in parte compensate dalla dissoluzione di accantonamenti relativi all’implosione del fondo statunitense Archegos, pari a 170 milioni di franchi, e da guadagni immobiliari, per 160 milioni. Al netto di questi effetti positivi, rimane però ancora un onere di oltre 900 milioni per il risultato trimestrale.

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