
Il Bitcoin, ovvero, la criptovaluta nata da un'idea di Wei Dai nel 1998 e ulteriormente svilupata, un anno più tardi, da Satoshi Nakamoto (pseudonimo) sta davvero spopolando. Anche alle nostre latitudini. Basti pensare che dapprima a Zugo e, poi, dal 1. gennaio 2018, anche a Chiasso, è possibile pagare parte delle imposte (per un massimo di 250 franchi) con questa cripto-moneta. In Svizzera e più particolarmente in Ticino, il Prof. Claudio Grassi (SUPSI) è un autentico esperto di questa nuova tecnica finanziaria tenendo corsi di formazione, consulenza e sviluppo in progetti di integrazione della blockchain nel settore fintech. Con la sua nuova società, la DigitalWay, Grassi è ancora più focalizzato nell'aiutare le aziende a superare l'impatto culturale e professionale che queste nuove tecnologie impongono per raggiungere nuovi traguardi.Professor Grassi, i Bitcoin rappresentano davvero il futuro della finanza svizzera e mondiale?"Come già era avvenuto con Internet, così anche con il sistema Bitcoin, abbiamo assistito ad una certa qual diffidenza generale. Le posso comunque confidare che numerose fiduciarie del nostro cantone si sono già indirizzate verso questo nuova moneta. Ritengo che il futuro finanziario - volente o nolente - dovrà conformarsi a questo deciso passo della tecnologia verso gli scambi finanziari".
Qual è l'approccio della banche verso i Bitcoin?"Ovviamente, le banche guardano ancora con una certa diffidenza questa cripto-moneta, ma sono convinto che il Bitcoin segnerà, prima o poi il futuro della finanza. Anche per un addetto ai lavori come me, che ha potuto assistere a numerosi cambiamenti negli ultimi decenni nell'Europa intera. Pensiamo alla vicina penisola, con i vari passaggi, che hanno portato dalla Lira, alla Lira Estera per poi sfociare nell'Euro. Insomma, il Bitcoin rappresenta un mondo in continua evoluzione come, del resto, il suo corso, il cui fixing si attestava oggi a 9.037,20 contro Euro".
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