
Gli economisti dell’istituto BAK Economics hanno corretto al ribasso le previsioni congiunturali a causa della guerra in Ucraina. Per l’anno in corso, si aspettano una crescita del prodotto interno lordo (Pil) del 2,6%, invece che del 3,1%.
Perdita di potere d’acquisto
I massicci aumenti di prezzo delle fonti di energia a causa del conflitto hanno causato una perdita di potere d'acquisto. In particolare, gli esperti prevedono che il tasso d'inflazione svizzero sarà in media del 2,1% nel 2022. Insieme alle forti incertezze sugli sviluppi geopolitici, questo rallenterà la ripresa.
Due effetti sulla forza del franco
Per quanto riguarda la forza del franco, gli economisti sottolineano due effetti: da un lato smorza l'inflazione importata e dall'altro riduce la competitività dei prezzi degli esportatori svizzeri. In media per l'anno, il BAK si aspetta che il tasso di cambio franco-euro rimanga vicino alla parità.
Ripercussioni sul Pil 2023
Le incertezze sollevate dall’invasione russa dell’Ucraina avranno ripercussioni anche sul Pil nel 2023: BAK Economics ha rivisto le previsioni a +1,4%, contro +1,7% precedentemente. I rischi rimangono elevati “a cominciare dal pericolo di una nuova escalation del conflitto, che comprometterebbe ulteriormente la stabilità economica”, affermano gli specialisti. Il tasso di disoccupazione in Svizzera dovrebbe continuare a scendere. Dopo aver raggiunto il 3,0% nel 2021, dovrebbe scendere al 2,1% nei prossimi due anni.
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