Economia
Aumento dei tassi, reazioni contrastanti
Foto CdT / Gabriele Putzu
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Keystone-ats
3 anni fa
Le misure di contrasto all’inflazione crescente non fanno l’unanimità, Uss critica

La decisione della Banca nazionale svizzera di aumentare i tassi guida (da -0,75% a -0,25%) è stata accolta con opinioni discordanti da diversi attori dell’economia.

Unione sindacale svizzera: “Ignorati ampiamente i rischi congiunturali e di cambio” in Svizzera
“Con l’odierno shock a sorpresa la BNS ha innescato un apprezzamento del franco e una situazione di incertezza”, afferma l’USS in un comunicato. Sebbene i rischi di inflazione siano bassi e l’aumento dei prezzi sia causato principalmente dalle conseguenze della guerra in Ucraina e dalle misure legate al Covid la BNS “è passata completamente alla modalità di lotta all’inflazione, ignorando ampiamente i rischi congiunturali e di cambio”.
La decisione significa anche indirettamente che la BNS consentirà un ulteriore apprezzamento del franco, sebbene quest’ultimo - a detta dell’USS - sia da considerare ancora sopravvalutato. In questo modo, la BNS non fa capire dove vuole condurre la Svizzera e il franco. “Si può solo sperare che il significativo aumento dei tassi di interesse di 0,5 punti percentuali non venga interpretato sui mercati dei cambi come ciò a cui la BNS probabilmente mira: un sensibile apprezzamento del franco”.
Già nel 2010 e nel 2015, argomenta la federazione sindacale, l’istituto oggi guidato da Thomas Jordan “ha destabilizzato la situazione del tasso di cambio con misure affrettate”. Nell’ottica dei lavoratori il rafforzamento del franco mette a rischio impieghi e salari: per esempio questo è vero nel turismo, che si sta lentamente riprendendo dopo il duro colpo provocato dalla pandemia.
L’USS conclude affermando di guardare con grande preoccupazione agli ulteriori sviluppi e invitando la BNS ad adottare una linea di condotta che tenga maggiormente conto dei rischi economici e di cambio.

Manovra accolta con favore dagli analisti
Dunque addio lotta al rafforzamento del franco, benvenuta difesa dall’inflazione: presi almeno in parte in contropiede dalla Banca nazionale svizzera (BNS), che stamani ha aumentato il tasso guida (dal -0,75% al -0,25%) sorprendendo in particolare per l’ampiezza del ritocco, gli analisti prendono atto con favore dell’indipendenza che l’istituto sta mostrando nei confronti dell’Eurozona. E vedono all’orizzonte ulteriori aumenti, magari già prima di settembre.

Thomas Gitzel, VP-Bank - “Congratulazioni, BNS. L’aumento dei tassi di interesse è la decisione giusta. È necessaria un’azione chiara per contrastare i pericoli inflazionistici. È anche giusto che la BNS reagisca prima della Banca centrale europea (Bce). La BNS si è così emancipata. Tuttavia, ciò rende ancora una volta evidente il ritardo della Bce. Già entro la fine dell’anno, il livello dei tassi d’interesse in Svizzera sarà chiaramente positivo”.

Karsten Junius, Safra Sarasin - “Riteniamo che il rialzo dei tassi sia pienamente giustificato e necessario per rafforzare la credibilità della BNS nella lotta all’inflazione e per dimostrare che agisce in modo indipendente dalla Bce. Ma soprattutto l’istituto ha segnalato che permetterà al franco di apprezzarsi ulteriormente. Ci aspettiamo che la BNS aumenti nuovamente il tasso guida di 25 punti base in ciascuna delle prossime quattro riunioni trimestrali”.

GianLuigi Mandruzzato, EFG - “Questa è una grande sorpresa! Nessuno si aspettava che la BNS fosse così aggressiva, anche perché non aveva dato alcuna indicazione in tal senso. È interessante notare che è stato abbandonato il giudizio sull’elevata valutazione del franco svizzero, ma è rimasto l’impegno a intervenire sui mercati dei cambi”.

Maxime Botteron, Credit Suisse - “La BNS dichiara di essere pronta a intervenire sul mercato dei cambi se necessario per garantire condizioni monetarie adeguate. A nostro avviso, ciò potrebbe significare che la BNS venderà valute estere per evitare che il franco si deprezzi troppo, in quanto ciò alimenterebbe l’inflazione. Secondo noi acquistare valute estere mentre si aumenta rapidamente il tasso di interesse di riferimento non avrebbe molto senso”.

Alexander Koch, Raiffeisen - In un contesto di normalizzazione sempre più rapida da parte delle altre banche centrali, anche la BNS ha osato uscire allo scoperto. In questo modo, il divario dei tassi d’interesse rispetto alla Bce, precedentemente sacro, non solo si è ridotto, ma si è invertito.

Jörg Angelé, Bantleon Bank - “Con la mossa odierna la BNS dimostra da un lato di prendere sul serio i rischi di inflazione recentemente aumentati e dall’altro di agire in modo indipendente dalla Bce. Ciò significa che il tasso d’interesse di riferimento in Svizzera è ora superiore a quello dell’Eurozona per la prima volta dal 1999”.

Davis Oxley, Capital Economics - “Data la storia degli annunci non programmati della BNS, consideriamo molto probabile un nuovo aumento dei tassi, a zero o addirittura in territorio positivo, prima della prossima riunione programmata di settembre”.

Alan Mudie, Woodman - “Riteniamo che l’annuncio di oggi segnali un’inversione di tendenza nella politica monetaria della BNS. Anticipando la Bce, la BNS ha segnalato che sta abbandonando i suoi sforzi per limitare la forza del franco rispetto all’euro e al dollaro americano. La BNS ha spostato la sua attenzione dal contenimento della forza del franco alla lotta all’inflazione”.

Un rialzo sopportabile per le aziende, secondo Swissmem
Il rialzo del tasso guida annunciato oggi dalla Banca nazionale svizzera (BNS) dovrebbe essere “sopportabile per la maggior parte delle aziende”: lo afferma Swissmem, l’associazione dell’industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica elvetica, un comparto molto orientato all’esportazione e quindi molto sensibile alla valutazione del franco sui mercati dei cambi.
“L’aumento del tasso di interesse di riferimento di 0,5 punti percentuali da parte della BNS è stato sorprendentemente grande”, afferma l’organizzazione in un comunicato odierno. La mossa ha portato a un immediato apprezzamento della valuta elvetica, seppur modesto. Secondo Swissmem con un corso euro/franco a 1,05 “non ci sono praticamente più svantaggi competitivi legati alla valuta”.
L’associazione sottolinea che questo giudizio non si applica però alle aziende impegnate in progetti a lungo termine o che, in quanto subappaltatori, non possono trasferire l’aumento dei prezzi ai loro clienti aumentando a loro volta le tariffe.
Swissmem accoglie con favore il fatto che la BNS sia ancora disposta a intervenire sul mercato dei cambi per evitare un eccessivo apprezzamento del franco ed esprime la propria comprensione per la decisione dell’istituto di emissione, sottolineando la necessità di “evitare il perpetuarsi dell’inflazione e dell’instaurarsi di una spirale salari/prezzi”. Questo perché il rincaro colpisce soprattutto i risparmiatori e le persone meno agiate, conclude l’organizzazione.


Settore del turismo tutto sommato tranquillo
Svizzera Turismo non si scompone nonostante l’aumento dei tassi renderà la Confederazione più cara per gli ospiti stranieri.
“La decisione è naturalmente dolorosa per il settore”, ha indicato oggi all’agenzia Awp il portavoce Markus Berger. “Certo sarebbe comodo se il franco costasse il 20% in meno: ma l’aumento dei tassi di interesse non è una componente che spinge qualcuno a rinunciare a un viaggio. Molto più importante al momento è l’inflazione internazionale. L’industria del turismo è particolarmente colpita dalla crescita dei prezzi dell’energia. Inoltre il rincaro si sta sviluppando molto velocemente e nessuno sa dove si andrà a finire: questo crea incertezza”, spiega Berger.
Il ritocco del tasso guida, invece, garantisce stabilità. La BNS ha ora sorprendentemente inviato un segnale chiaro e dovrebbe quindi aumentare l’ancoraggio della valuta. Per i turisti stranieri questo aumenta la sicurezza della pianificazione quando visitano la Confederazione, potendo contare su un tasso di cambio relativamente stabile, osserva l’addetto stampa. Inoltre gli ospiti stranieri accettano in ogni caso il fatto che le vacanze in Svizzera sono più costose che altrove. La forza del franco non è una novità e il settore turistico ha imparato da tempo a gestirla, prosegue Berger. Il ramo sa da tempo che non può differenziarsi attraverso il prezzo dell’offerta: l’attenzione è come noto rivolta alla qualità e alla sostenibilità.

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