
Si fa sempre più sottile il filo dei negoziati tra sindacati e Cai per il futuro di Alitalia. Dopo sette giorni di negoziato, la società della cordata di imprenditori italiani creata per rilevare la compagnia aerea fa sapere che, a suo giudizio, "non ci sono le condizioni per proseguire le trattative". Uno stop pesante, ma non la rottura formale, come ha rilevato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che parla di "situazione critica, non definitiva".Il ministro avvisa che "la macchina del commissario di Alitalia è inesorabilmente in moto", vale a dire che Augusto Fantozzi potrebbe oggi stesso avviare le procedure per la mobilità dei dipendenti.In attesa che il confronto riparta, gira anche la voce di una contro offerta "a cui - secondo i sindacati - prenderebberoparte i dipendenti stessi con le loro liquidazioni, affiancatida banche di prim'ordine, più soci internazionaliinteressati". Per le banche si fa il nome di Unicredit, mal'istituto di Alessandro Profumo prontamente smentisce: "Non ci sono contatti né incontri, né alcun coinvolgimento per un'offerta alternativa a Cai per Alitalia".Indiscrezioni danno poi alcuni dettagli del piano di esuberi: 870 piloti, più 130 delle attività cargo da esternalizzare; 1.600 assistenti di volo. Tra ammortizzatori e esternalizzazioni i lavoratori coinvolti sarebbero oltre cinquemila.Per tutta la notte si è lavorato ad una difficile opera di tessitura diplomatica, ma questa mattina i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl,annunciando "insormontabili difficoltà", si sono detti disponibili a "fermare gli orologi e aggiornare la ripresa della trattativa", a patto che tutti gli attori si fermino, anche il commissario straordinario di Alitalia, Fantozzi.ATS
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