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Verso il deconfinamento: ecco cosa sapere
Foto CdT/Gabriele Putzu
Foto CdT/Gabriele Putzu
Filippo Suessli
3 anni fa
Oggi sul tavolo del Consiglio federale il dossier più importante: l’allentamento delle misure di semiconfinamento: si attendono buone notizie per i negozi, meno buone per i ristoranti

Nell’ultimo anno, aprendo i giornali d’Oltregottardo uno di quei mercoledì mattina in cui si attende una decisione importante, la si è potuta leggere quasi per filo e per segno nei resoconti degli inviati meglio inseriti a Palazzo federale. Non è più così. Il Consiglio federale, in particolare Alain Berset, ha adottato misure più rigide per garantire la confidenzialità dei dossier prima che arrivino sul tavolo del Governo. In Svizzera non è mai capitato che bozze di ordinanze finissero in completezza su giornali e siti, ma poco ci è mancato. Negli ultimi giorni invece, a raccontarlo è il TagesAnzeiger, il capo del Dipartimento federale dell’interno ha inviato in busta chiusa le sue proposte ai colleghi. Solo i collaboratori più fidati dei sette vi hanno avuto accesso. In più, neanche ai Cantoni è arrivata posta, la consultazione sulla strategia di deconfinamento non è ancora iniziata e lo sarà solo dopo essere stata vagliata dall’intero governo.

Rinvio improbabile
Insomma, per evitare passi falsi in un momento particolarmente delicato, il governo ha blindato ancor di più il processo di formazione di una decisione condivisa. È quindi sempre più improbabile che questa possa essere rimandata di una settimana, come qualcuno ha suggerito negli scorsi giorni. Il Consiglio federale, che in quanto a consenso ha un po’ il fiato corto, rimandando le comunicazioni al 24 febbraio rischia il peggiore degli autogol. Il nervosismo in attesa del 28 febbraio è crescente e sarebbe del tutto ingiusto concedere alle attività (tanto a chi potrà aprire tanto a chi non lo potrà fare) solo quattro giorni di tempo per prepararsi.

Mese per mese
Il Blick, però, afferma di aver potuto sondare il terreno più da vicino e racconta di un piano di allentamenti a scadenza mensile. Da primo marzo dovrebbero riaprire i negozi che vendono prodotti ritenuti non essenziali, così come il limite per gli assembramenti potrebbe essere alzato da 5 a 15 persone. Nessuna buona notizia, oggi almeno, dovrebbe arrivare per i ristoranti e bar, a cui sarà probabilmente chiesto di attendere. Il Blick tende a escludere che possano essere aperte le terrazze: il timore è che in caso di temporale i clienti possano rifugiarsi intruppandosi all’interno.

Alcune terrazze più uguali delle altre
Ma in Svizzera ultimamente, non tutte le terrazze sono uguali davanti alla legge. Nei Grigioni e a Nidvaldo viene già concesso ai clienti di consumare il cibo d’asporto nelle terrazze non presidiate. Da pochi giorni anche nelle stazioni sciistiche ticinesi (non invece negli impianti di risalita senza sci). Il TagesAnzeiger suggerisce quindi che la norma potrebbe cambiare, ammettendo le consumazioni all’esterno in tutta la Svizzera. Una soluzione che non elimina la disparità di trattamento tra settori diversi, ma ristabilirebbe quantomeno quella all’interno della ristorazione. Va comunque detto che nessuno si spinge a ipotizzare una riapertura totale di ristoranti e bar.

E la cultura?
Il mondo culturale è da quasi un anno il più colpito dalle misure. Nonostante alcune levate di scudi delle associazioni di categoria, le lobby dell’economia di consumo hanno finora avuto più fortuna nell’indirizzare le decisioni del governo. Il quotidiano romando 24 Heures, però, suggerisce che questa volta qualcosa potrebbe andare diversamente. Niente che contempli teatri e cinema, ma ambienti facilmente controllabili come zoo e musei potrebbero godere di allentamenti, anche per offrire qualche possibilità di svago in più alla popolazione. Il Consiglio federale, infatti, deve confrontarsi anche con gli umori della gente, sempre più stanca e nervosa. Il recente Carnevale selvaggio di Einsiedeln, è solo un esempio di come l’accettazione popolare delle misure vada scemando. Anche per 24 Heures, invece, è improbabile un deconfinamento completo a partire da marzo, ma altrettanto improbabile è il mantenimento di tutte le misure.

Decisioni alla cieca
La Neue Zürcher Zeitung, invece, si è astenuta oggi da indiscrezioni e speculazioni. Il quotidiano zurighese, invece, punta il dito contro il Consiglio federale. Sottolineando come, una volta ancora, il governo si trovi a decidere su chiusure e riaperture senza che qualcuno abbia chiarito oltre ogni ragionevole dubbio quali siano i luoghi delle infezioni e quali invece siano caduti nel calderone in nome dell’abbassamento della mobilità. Anche il tracciamento dei contatti a rischio, si legge, “funziona più male che bene”. La riunione odierna del Consiglio federale viene quindi descritta come “un volo alla cieca”.

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