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Questi due anni che ci hanno cambiato la vita
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Keystone-ats
2 anni fa
A seguito degli importanti allentamenti annunciati ieri dal Consiglio federale, ripercorriamo assieme le principali tappe che hanno cambiato radicalmente le nostre abitudini, fino a poco tempo fa date per scontate

Era il 25 febbraio 2020 quando il Covid-19 ha fatto la sua comparsa su suolo elvetico, stravolgendo tutte le abitudini e gli atteggiamenti fino a quel giorno mai posti in discussione. Il Ticino, lo ricordiamo, fu il primo Cantone in cui venne riscontrato il primo caso di coronavirus. Oggi, a quasi due anni di distanza da quel fatidico giorno, il numero delle vittime causate dall’epidemia ha toccato quota 12'591 (15.02.2022), mentre la variante Omicron, al momento, rappresenta il 99,2% delle infezioni totali. In questo articolo ripercorreremo assieme tutte le principali tappe che ci hanno accompagnato fino ad oggi, il cosiddetto “freedom day”.

Primavera 2020
È il 25 febbraio 2020 e in Svizzera viene confermato il primo caso di Covid-19. Passa qualche giorno e il 5 marzo viene purtroppo comunicato il primo decesso legato al virus. Siamo al 16 marzo 2020 e il Consiglio federale invoca la situazione straordinaria: l'intero paese è ormai in stato d'emergenza e parte lo stop per tutte le manifestazioni, unica eccezione per i negozi con beni essenziali, che rimangono aperti. L’economia inizia a percepire la crisi e il 20 marzo vengono liberati decine di miliardi di franchi in suo sostegno. Ma la storia è appena cominciata: il 25 marzo vengono infatti annunciate le prime restrizioni per poter entrare nel Paese, estese a tutti gli Stati Schengen. Arriva il 27 aprile e la situazione sembra permettere degli allentamenti: i negozi e le scuole possono riaprire e vengono revocate le restrizioni alle riunioni scaglionate fino al 22 giugno. Dopo 3 mesi di situazione straordinaria, il 15 giugno la Svizzera riapre le frontiere con tutti gli Stati Ue.

Estate 2020
Dopo la riapertura delle frontiere, il 6 luglio viene però annunciato l’obbligo di indossare la mascherina per tutti gli utenti (maggiori di 12 anni) di mezzi pubblici. Il 23 settembre segna invece una data importante: l’accettazione della legge Covid-19 da parte delle Camere federali.

immagine CdT/Putzu
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Autunno 2020
Con l’arrivo dell’autunno la situazione sembra peggiorare e il 28 ottobre viene annunciato un ulteriore inasprimento delle misure contro il coronavirus, fra cui l’obbligo della mascherina in discoteche e locali notturni, così come all’interno di ristoranti e durante gli eventi. Neanche due mesi dopo, precisamente il 19 dicembre 2020, Swissmedic autorizza l’uso del vaccino sviluppato da Pfizer/BioNTech (il primo preparato autorizzato su suolo elvetico), segnando così un momento di svolta.

immagine  CdT/Zocchetti
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Inverno 2020/2021
Tre giorni prima di Natale (il 22 dicembre 2020) arriva il fatidico annuncio: ristoranti, bar, centri sportivi, culturali e di svago devono chiudere fino a nuovo avviso. Il 23 dicembre la Svizzera ha il suo primo vaccinato contro il virus, mentre il 12 gennaio 2021 il vaccino Moderna viene autorizzato da Swissmedic. Nonostante l’avvio della campagna vaccinale, il 18 gennaio il Consiglio federale annuncia il ritorno a un semi-confinamento, limitando la vendita solo ai beni essenziali. A questo si aggiunge anche l’obbligo del telelavoro e una limitazione degli incontri a 5 persone. Vista la gravità della situazione, il 2 febbraio 2021 la Banca nazionale svizzera annuncia che verserà 6 miliardi di utili alla Confederazione e ai Cantoni per far fronte alle ripercussioni finanziarie della pandemia. Dopo un mese, il primo marzo, possono finalmente riaprire negozi, musei e zoo, mentre per una riapertura più ampia bisogna aspettare il 19 aprile e il 31 maggio.

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Primavera 2021
L’arrivo della stagione primaverile porta delle novità, non tutte positive: se dal 7 aprile sono disponibili i famosi autotest, il 24 aprile viene purtroppo riscontrato il primo caso della variante Delta in Svizzera e il 28 aprile la Confederazione supera la soglia dei 10'000 morti. Il 13 giugno è giorno di votazioni e il popolo svizzero accetta con il 60,2% dei voti la revisione alla legge Covid-19.

immagine CdT/Zocchetti
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Estate 2021
La campagna vaccinale prosegue e il 22 giugno la vaccinazione contro il Coronavirus viene raccomandata anche ai giovani fra i 12 e i 15 anni. Con la vaccinazione arriva anche il certificato Covid e dall’8 luglio 2021 quello svizzero è riconosciuto da tutti i Paesi Ue (quello europeo è riconosciuto già dal 1° luglio). Il 13 settembre questo diventa obbligatorio per poter accedere a ristoranti, bar, musei e sale da concerto. Non passa troppo tempo che prendono il via le prime proteste: il 16 settembre sono tra le 3'000 e le 4'000 le persone che manifestano davanti al Palazzo federale, dove non mancano scontri con la polizia intenta a proteggere la piazza. I fatti vengono condannati il giorno seguente dal presidente della Confederazione Guy Parmelin.

Autunno 2021
Dopo l’acquisto del 29 settembre da parte della Confederazione di 150'000 dosi di vaccino Johnson&Johnson (Janssen) , l’8 ottobre vengono scoperti nei Cantoni Ginevra e Vaud i primi certificati falsi di Covid-19. Il 26 ottobre Swissmedic annuncia la vaccinazione di richiamo per tutte le persone a rischio che hanno fatto la seconda dose almeno 6 mesi prima, il che prolunga di conseguenza la durata del certificato di un anno. Dopo i vaccini, il 23 novembre la Confederazione conclude un contratto per il farmaco antivirale Molnupiravir, mentre cinque giorni dopo (28 novembre) la legge Covid-19 rivista viene nuovamente approvata in votazione popolare con una maggioranza del 62%. Il 29 novembre segna invece una triste data: viene infatti superato il tetto del milione di persone infette dall’inizio della pandemia in Svizzera. E se non bastava la variante Delta, ecco che il 1° dicembre approda nel nostro Paese il primo caso di variante Omicron, a Ginevra. Il 15 dicembre il Parlamento annuncia l’estensione fino a fine 2022 di diverse disposizioni della legge Covid-19 sul sostegno mirato all’economia. Il giorno dopo (16 dicembre) viene presentata l’iniziativa popolare contro l’obbligo vaccinale. Sempre in periodo pre-natalizio, il 20 dicembre scatta la regola generale del 2G (vaccinati o guariti), mentre il telelavoro è obbligatorio fino al 24 gennaio. Il 21 dicembre L’Ufsp e la Commissione federale per le vaccinazioni (Cfv) raccomandano il richiamo della vaccinazione contro il virus dopo 4 mesi invece di 6; lo stesso giorno l’esercito mobilita nuovamente le truppe per rafforzare il servizio di supporto alla lotta contro il Coronavirus.

immagine CdT/Zocchetti
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Inverno 2021/2022
Il 23 dicembre il tasso di occupazione dei reparti di terapia intensiva in Svizzera è dell’81%, toccando il livello più alto da inizio pandemia. Nonostante il numero record dei casi, il 12 gennaio il Consiglio federale non sembra intenzionato a introdurre ulteriori misure di contenimento, anzi, decide di ridurre la durata dell’isolamento e della quarantena da 10 a 5 giorni. Il 19 gennaio viene invece annunciata una riduzione della durata del certificato Covid-19 da 12 a 9 mesi, in modo da venir riconosciuto anche dai Paesi Ue, mentre quarantene e telelavoro sono estesi fino a fine febbraio; tutte le altre misure restano in vigore fino a fine marzo. Dal 21 gennaio, la vaccinazione di richiamo con i preparati mRna è estesa ai ragazzi fra i 12 e i 15 anni. Con l’arrivo di febbraio, precisamente il 2, il Consiglio federale revoca immediatamente l’obbligo di telelavoro e di quarantene, mettendo inoltre in consultazione due varianti per l’abolizione delle misure rimanenti: revoca in un colpo solo o in due tappe. L’8 febbraio, secondo l’Ufsp, si raggiunge purtroppo un nuovo picco, quello della quinta ondata, e viene annunciata la creazione di una piattaforma sul long Covid. Il 9 febbraio, a quasi 2 anni dal primo caso in Svizzera e a seguito della consultazione, la maggioranza dei Cantoni ha espresso il desiderio di una revoca una tantum delle misure. Il 10 febbraio il Governo prenota comunque altre duemila confezioni dell’anticorpo monoclonale Sotrovimab della GlaxoSmithKline. Ma arriviamo finalmente alla giornata di ieri, 16 febbraio 2022: il Consiglio federale annuncia la revoca di quasi tutte le misure attualmente in vigore. La cosiddetta regola 3G, 2G, 2G+ viene quindi abbandonata, così come l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi (ad eccezione dei mezzi pubblici dove l’obbligo resta in vigore), e la raccomandazione del telelavoro. Sospiro di sollievo anche per gli organizzatori di eventi, che possono finalmente dire addio al fastidioso “numero massimo” di persone consentite e non necessiteranno più di un permesso speciale. Anche per le riunioni private e familiari non è più prevista alcuna limitazione. Sono solo due le misure che restano quindi in vigore fino a fine marzo: la mascherina sui mezzi pubblici e nelle strutture sanitarie e l’isolamento (di almeno 5 giorni) per le persone che risultano positive al Covid-19.

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