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Italia: i deputati con il bonus Covid
Sarebbero circa duemila i politici italiani che hanno richiesto il Bonus 600 euro, ma a suscitare più clamore sono i cinque membri della Camera dei deputati. Foto Shutterstock
Sarebbero circa duemila i politici italiani che hanno richiesto il Bonus 600 euro, ma a suscitare più clamore sono i cinque membri della Camera dei deputati. Foto Shutterstock
Filippo Suessli
4 anni fa
È caos politico a Roma dopo che un’inchiesta ha rivelato come 5 politici, con uno stipendio da 12mila euro, abbiano chiesto aiuti per il coronavirus

Le indennità Covid-19 in Italia passano attraverso l’Inps, che si occupa di versare un bonus da 600 euro ai lavoratori toccati dalla pandemia. A deciderlo il decreto Cura Italia. Decine di miliardi voluti per aiutare le categorie più toccate dal virus: in particolare indipendenti e i lavoratori autonomi di agricoltura, turismo e cultura. Ma come ha rivelato un’inchiesta di Repubblica, tra i tanti che hanno richiesto e ricevuto il bonus vi sarebbero anche circa duemila tra deputati, presidenti regionali, sindaci, consiglieri e assessori. Insomma, politici che hanno uno stipendio sicuro ogni fine mese.

13mila euro di stipendio

A suscitare il maggiore scalpore sono cinque parlamentari che figurerebbero sulle liste dell’Inps. La retribuzione da deputato alla Camera in Italia si aggira attorno ai 13mila euro netti. I nomi dei cinque sono tutelati dalla privacy, ma indiscrezioni raccolte da Repubblica parlano di tre deputati della Lega, uno del Movimento 5 Stelle e uno di Italia Viva (il partito fondato da Matteo Renzi). I cinque avrebbero ricevuto i 600 euro sia a marzo che ad aprile. Da maggio, invece, quando l’aiuto è salito a 1’000 euro, era necessario dimostrare all’Inps un calo del fatturato.

Richiesta legale

Per garantire la velocità dell’erogazione degli aiuti ai bisognosi, il decreto del governo italiano ha previsto una distribuzione a pioggia, in particolare per le partite Iva. Era infatti sufficiente compilare un modulo online e allegare la documentazione necessaria, l’avvenuto pagamento è comunicato via Sms. Questo ha permesso, però, anche a chi non ne avesse in realtà bisogno di farne richiesta. Una decisione, quella del Consiglio dei ministri, che ora è criticata da tutte le opposizioni.

Condanna da tutti i partiti

Le reazioni alle rivelazioni di Repubblica non si sono fatte attendere. Tutti i partiti italiani hanno fermamente condannato il presunto agire dei deputati. Anche gli stessi partiti di appartenenza hanno chiesto che siano divulgati i nomi che, al momento, sono tutelati dalla privacy.

“È una vergogna”

“Che un parlamentare chieda i 600 Euro destinati alle partite Iva in difficoltà è una vergogna”, ha scritto il segretario della Lega Matteo Salvini. Che se la prende anche con il Governo che ha deciso per la distribuzione a pioggia degli aiuti.

“Bisogna fare i nomi”

Tutte le forze politiche sono unite anche nel chiedere che l’Inps faccia i nomi dei cinque. A chiederlo è anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle. “Siamo davanti a fatti di una gravità assoluta. I nomi devono essere resi pubblici. Gli italiani hanno il diritto di sapere chi ha tradito la loro fiducia”, scrive su Facebook.

Italia Viva smentisce

A smentire che qualcuno dei suoi possa aver fatto il furbo è solo Italia Viva che, per voce del suo coordinatore Ettore Rosato, dichiara: “A noi di Italia Viva non risulta che alcun parlamentare appartenente al nostro gruppo abbia chiesto il bonus”. E poi attacca direttamente l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale: “Invitiamo formalmente Inps che ha diffuso questa informazione a smentire la notizia del nostro coinvolgimento o a rendere pubblici i nomi”.

Per sdrammatizzare

Il caso in Italia ormai sta montando ed è verosimile che i nomi dei cinque usciranno. Finora solo una consigliera comunale di Milano si è “autodenunciata” su Facebook, spiegando di non guadagnare abbastanza dalla sua carica per vivere di politica. La vicenda, ha comunque offerto molto materiale anche a chi in rete gioca sull’ironia. In molti hanno creato meme indirizzati ai partiti specifici. Altri hanno puntato sul fatto in sé, come la pagina satirica su Facebook Fotografie Segnanti.

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