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Il Moretto della discordia
Foto Dubler da Facebook
Foto Dubler da Facebook
Marco Jäggli
4 anni fa
Infuria la polemica sul dolcetto dal nome controverso, ma perché il prodotto è ancora sugli scaffali?

Negli ultimi giorni sta tenendo banco il dibattito su uno dei dolci più conosciuti e apprezzati in Svizzera: sulla scia delle proteste negli Stati Uniti contro la discriminazione razziale, Migros ha preso la decisione di bandire i “moretti” dai suoi scaffali: “Abbiamo deciso di togliere il prodotto dalla gamma”, ha scritto infatti Migros su Twitter, “il dibattito in corso ci ha portato a rivalutare la situazione. Siamo consapevoli che questa decisione porterà anche a discussioni.”

Proibizione di nome o di fatto?
Da una rapida consultazione del catalogo online di Migros emerge però che ci sono ben 12 le tipologie di questo dolce vendute dal gigante della distribuzione elvetica, e solo uno ha ancora il nome “incriminato”, ovvero il prodotto marca M-Budget. La maggior parte dei produttori ha infatti cambiato il nome già nel corso degli anni, adeguandosi alle pressioni del mercato. I “moretti” quindi si continuano a vendere, solo quasi mai con lo stesso nome. Perché tutta questa polemica dunque? Principalmente a causa del prodotto di Dubler, il marchio più famoso di “moretti” in Svizzera che continua a rimanere sulla sua posizione e non intende cambiare nome.

Foto da un video di Dubler su Facebook
Foto da un video di Dubler su Facebook

Dubler, sotto attacco dal 2017
L’azienda “incriminata” era già stata attaccata sulla questione nel 2017. Già allora era stata lanciata una petizione su Change.org per chiedere al produttore svizzero tedesco di ritirare il prodotto dal mercato o quantomeno cambiarne il nome. Robert Dubler, titolare dell’azienda, che rifiutò allora e che continua a farlo oggi: “Finché sono vivo, il nome rimarrà”, ha dichiarato al Blick, aggiungendo che “i Mohrenkopf, (nome tedesco dei moretti, ndr) sono la mia vita” e che non vede il motivo di mettere in discussione il nome utilizzato da suo padre e da suo nonno prima di lui. Spiegando inoltre che per la sopravvivenza della sua azienda è sufficiente la vendita diretta e non è necessaria la grande distribuzione.

“Nessun prodotto Dubler in Ticino”
La polemica tocca solo marginalmente il Ticino dato che i prodotti Dubler non sono presenti sui nostri scaffali, come confermatoci dall’azienda: “Il ritiro in questione non riguarda la Cooperativa Migros Ticino ma alcune cooperative regionali Migros d’oltre Gottardo. Migros Ticino, infatti, propone prodotti simili ma non quello oggetto della segnalazione che non è pertanto stato tolto dall’assortimento”. Lo ribadiscono anche sui social, con la risposta dell’account Facebook sotto una battuta de “Il Ticinese medio” in cui si teorizzava la possibilità di ritirare dal mercato anche a “finocchi” e “Montenegro” per via delle possibili assonanze negative.

Un’esagerazione o una questione di lingua?
Va a questo punto specificato che la questione è probabilmente più linguistica e dunque più sentita in Svizzera interna: il nome tedesco, il già citato Mohrenkopf (“testa di moro”), ha infatti una connotazione negativa molto più marcata, dovuta al fatto che il termine “Mohr” in tedesco ha un’accezione più spregiativa rispetto al termine italiano. È probabilmente anche per questo che il dolce M-Budget in italiano continua a mantenere la sua denominazione classica, in quanto il nome tedesco è già presente in altra forma (cambiato in “Schaumküsse”, ovvero “Baci di schiuma”), così come quello francese. Ancora più netta la connotazione di “Negerkuss” (letteralmente “bacio del negro”), altro nome del prodotto ormai fortunatamente in disuso, così come il francese Tête de Negre (“testa di negro”). Risulta più comprensibile a questo punto perché la decisione sia stata vista come più esagerata a Sud delle alpi, almeno a leggere la maggioranza dei commenti: a confronto con questi termini la dicitura “moretto” suona decisamente più innocente.

Le reazioni in Ticino
Infatti nel nostro Cantone la questione non ha mancato di raccogliere le critiche di molti consumatori e politici, anche sul nostro sito, che l’hanno reputata eccessiva. Tra questi Lorenzo Quadri e Piero Marchesi, Consiglieri nazionali Lega e UDC che sui loro account social media hanno definito rispettivamente la decisione “un’idiozia” o hanno ironizzato sul fatto che “a questo punto andrebbe bandito anche il Negroni”. A mettere in discussione la scelta di Migros anche il Delegato cantonale per l’integrazione degli stranieri, Attilio Cometta, secondo il quale più che di lotta al razzismo si tratta di una questione economica: “La grande distribuzione, su pressione dei consumatori, ha deciso di togliere dagli scaffali questo prodotto, peraltro molto apprezzato dalla popolazione”, ha dichiarato ai microfoni di Radio3i, ”c’è da chiedersi perché, se è una questione di coscienza, non l’hanno fatto prima. Se ne era già parlato nel 2017 e alcune ditte avevano già cambiato il nome, ma non credo che per questo ci sia meno razzismo, meno discriminazione e meno pregiudizi nei confronti del diverso”.

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