Decoder
Due tweet che scuotono Comano
Filippo Suessli
3 anni fa
La rimozione di Maurizio Canetta dal dossier molestie ha suscitato clamore. Ma cosa ha scritto? Perché qualcuno ha deciso di tirarli fuori in questo momento?

Cherchez les tweet. Sembra questa la parola d’ordine del giornalismo ticinese. Alcuni cinguettii del direttore della Rsi Maurizio Canetta, che hanno spinto la Ssr a togliergli il dossier riguardante le molestie e il mobbing, hanno risvegliato la curiosità di tanti. Al punto da focalizzare tutto l’interesse sul loro contenuto, più che sulla vicenda legata agli abusi sul posto di lavoro che interessa Comano da mesi e sulla più grande trasformazione della Ssr causata da digitalizzazione e risparmi. Rimandiamo quindi indietro il nastro della cronaca per capire come si è arrivati al polverone di questi giorni. Nell’ottobre scorso un’inchiesta di Le Temps aveva creato il caos nella televisione svizzera romanda, denunciando una serie di episodi disfunzionali. Si parlava di molestie sessuali, comportamenti non consoni e abuso di potere. Alcuni dirigenti sono stati sospesi, mentre il principale protagonista delle accuse, il presentatore/star Darius Rochebin, era già passato al canale francese LCI.

Le segnalazioni in Ticino
La vicenda ha spinto la sezione ticinese del Sindacato svizzero dei mass media, che tutela i dipendenti della tv di Stato, ad aprire un canale di comunicazione per accogliere segnalazioni. Uno strumento di parola di cui qualcuno sentiva la necessità, tanto che si è giunti ormai a una quarantina di segnalazioni. Un #metoo in salsa ticinese.

È il bossing che preoccupa
Più che di molestie, nel dossier sembra che il problema più importante sia quello legato al bossing, offese e prevaricazioni operate da superiori nei confronti dei sottoposti. A denunciarlo, in un’intervista a Le Temps, è la presidente della sezione ticinese del sindacato, Maria Chiara Fornari. “La Rsi si caratterizza per una gerarchia rigida, un metodo di operare autoritario e arcaico, che esclude l’ascolto”, ha dichiarato al media romando. La sindacalista, inoltre, ha lamentato difficoltà ad arrivare a un accordo su come proseguire le indagini sulle segnalazioni di molestie. Attualmente l’avvocata Nora Jardini Croci Tordi si sta occupando di raccogliere e giudicare la solidità delle accuse. I prossimi passi, l’inchiesta vera e propria e la valutazione su eventuali responsabilità del management Rsi, sono ancora da chiarire. Dovrebbero essere quattro avvocati, due donne e due uomini, a prendere in mano il pallino.

La replica della Rsi
L’intervista, però, non è piaciuta a Comano. La Direzione, si legge in una nota, “deplora che da tutte le parole espresse dalla presidente emerga l’immagine di una Rsi in cui la discriminazione di genere è una prassi ampiamente diffusa. Si tratta di un suo giudizio, che respingiamo e riteniamo offensivo nei confronti di tutte le collaboratrici e tutti i collaboratori”. La direzione aggiunge che sarebbe preferibile attendere la conclusione delle indagini esterne indipendenti per prendere posizione. L’azienda sostiene, inoltre, di non aver mai “cercato di imporre a Ssm la composizione del pool di avvocati che condurranno le indagini e, men che meno, i contenuti del relativo mandato”, si legge ancora. Nel comunicato viene poi sottolineata la tempistica: “Rsi e Ssm hanno firmato congiuntamente il mandato affidato all’avv. Nora Jardini Croci Torti – proposta proprio da SSM e da RSI accolta - lo scorso 18 dicembre 2020. SSM ha consegnato tutte le segnalazioni raccolte all’avv. Croci Torti l’8 gennaio 2021”.

Tensioni su più livelli
Uno scambio via interviste e comunicati stampa sintomo della tensione tra Ssm e Rsi degli ultimi anni e soprattutto mesi, in cui si incardina anche la questione Rete Due. Secondo il sindacato, la radio culturale ticinese sarebbe vittima del progetto Lyra, che starebbe “sopprimendo o indebolendo i programmi culturali di qualità”, come si legge in un comunicato stampa odierno. L’azienda, invece, ritiene che si tratta di un processo di trasformazione “necessario e non procrastinabile”. Un progetto “di importanza strategica nazionale” che “nasce in risposta ai continui mutamenti del complesso contesto massmediatico”. Su questi spinosi temi, rimangono le ombre dei continui risparmi e tagli a cui sono costrette Rsi e, in generale, la Ssr. Tra il tetto massimo alla quota del canone e il crollo del mercato pubblicitario, Maurizio Canetta ha, suo malgrado, vissuto una direzione (è entrato in carica nel 2014) incentrata sulla riduzione dei costi. E, se sui risparmi ha avuto poca scelta, molti a Comano non gli perdonano i metodi dei primi licenziamenti, nel gennaio del 2016.

L’accusa in una email
In questo clima, con trattative comunque importanti sul tavolo, è difficile, o meglio impossibile trovare qualcuno che si esponga. Siamo comunque riusciti a ricostruire come si è arrivati a togliere il dossier molestie a Maurizio Canetta. Dopo l’intervista di Fornari a Le Temps e il comunicato di replica della Rsi, un ex collaboratore (inizialmente abbiamo scritto “un dipendente”, ma ci è stato spiegato che, al momento della segnalazione, non era già più impiegato presso la Rsi) scrive un messaggio di posta elettronica direttamente al presidente del Consiglio di amministrazione della Ssr Jean-Michel Cina. Lo vuole rendere attento dell’esistenza di quei tweet pubblicati nell’aprile 2020.

Le scuse di Canetta
Sabato, sulla rete interna per il personale Rsi, IntraNoi, viene pubblicato un articolo che spiega come in seguito ai tweet, “dal tono scherzoso” ma inappropriati per il ruolo ricoperto, Cina e Gilles Marchand (il direttore generale Ssr) abbiano deciso di togliere il dossier a Canetta e affidarlo a Enrico Carpani, suo supplente. Viene spiegato come Canetta abbia già avuto occasione ad aprile di scusarsi e riconoscere l’errore di giudizio in un incontro con le risorse umane. Maurizio Canetta, martedì ha espresso anche pubblicamente le sue scuse sui social.

I tweet
Ma cosa contengono questi tweet? I messaggi di cui siamo riusciti a entrare in possesso sono tre, solo due però hanno una connotazione sessuale (il terzo parla in realtà di calcio e per questo non lo pubblichiamo). In tutti i casi Maurizio Canetta risponde a suggestioni lanciate da altri utenti. Abbiamo deciso di pubblicarli perché, come spesso accade per notizie di questo tipo, la divulgazione delle conseguenze senza rendere pubblico il contenuto dei commenti non porta ad altro che speculazioni, con il pubblico che finisce per sottovalutare o sopravvalutare il tenore delle accuse.

Lasciamo alla sensibilità di ciascuno il giudizio sui commenti del direttore Rsi. Maurizio Canetta da noi contattato non ha voluto ulteriormente commentare la questione. Martedì, sulle pagine de La Regione, ha comunque definito opportuna la decisione di Ssr di affidare il dossier a Carpani, una scelta che “permette di portare avanti in modo sereno la discussione con l’Ssm su un tema particolarmente sensibile come quello delle molestie e del mobbing”.

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