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Cosa sappiamo sul vaccino di Moderna?
Foto Shutterstock
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Keystone-ats
3 anni fa
Oggi la casa farmaceutica ha annunciato la fine della terza fase dello sviluppo del suo preparato, che promette un efficacia al 94,5%. Analizziamo vantaggi e svantaggi rispetto a quello di Pfizer, rispondendo alle domande più frequenti

Moderna, l’azienda americana che collabora con la Svizzera Lonza, ha annunciato oggi in un comunicato stampa la fine della fase tre della sperimentazione del suo vaccino contro il Covid. Il suo nome è mRNA-1273 e in questo articolo riassumeremo i punti principali rispetto a quanto si sà della sua efficacia, del potenziale inizio della diffusione oltre che del confronto con il primo vaccino annunciato al di fuori di quello russo, ovvero quello di Pfizer.

Efficace al 94,5%
Il dato deriva dalla prima analisi preliminare, che ha visto 95 partecipanti con casi confermati di COVID-19 sui 30mila partecipanti dello studio COVE, cui sono state somministrate al campione due dosi di vaccino. Dei 95 casi che hanno sviluppato Covid-19, 90 sono relativi a soggetti che hanno partecipato allo studio e facevano parte del gruppo cui è stato somministrato un placebo e 5 nel gruppo cui è stato somministrato il vaccino. Da qui il calcolo della percentuale. “Questa analisi preliminare positiva del nostro studio di Fase 3 ci ha dato la prima conferma clinica che il nostro vaccino può prevenire il COVID-19, incluse le forme gravi”, ha dichiarato Stéphane Bancel, CEO di Moderna. Questo sembra già essere un primo vantaggio rispetto a quello annunciato da Pfizer, che dai test clinici sembra per ora aver dimostrato un’efficacia al 90%.

Al momento mancano però ancora all’appello, anche se saranno probabilmente rilasciati presto, i dettagli sul tipo di protezione offerta (ovvero se varrà solo per i sintomi gravi della malattia o anche dal contagio) e sulla differenza di efficacia per gli anziani, che in genere è più bassa rispetto ai giovani.

La tecnologia
Come per il vaccino Pfizer, il preparato di Moderna è un vaccino mRNA, che si basa cioè sulla somministrazione di molecole di RNA messaggero, del tutto simili a quelle che all’interno delle nostre cellule convogliano i messaggi tra il nucleo e la parte esterna ad esso (il citoplasma). In questo caso il vaccino va quindi a convogliare le sue informazioni alla cellula affinche produca proteine del tutto simili a quelle che si producono durante un’infezione, facendo sì che in seguito il corpo possa formare gli anticorpi. I vaccini basati sull’mRNA fanno parte di una nuova generazione e secondo i ricercatori promettono di essere più economici, più veloci da sviluppare, potenti e sicuri rispetto a quelli basati sulla somministrazione di patogeni.

Prezzo, somministrazione ed effetti collaterali
Il prezzo del vaccino, secondo quanto rivelato alla stampa, si aggirerà sui 25 dollari e includerà probabilmente anche una certa quota di profitto, laddove le altre aziende avevano finora annunciato che lo venderanno a prezzo di costo, almeno fino alla fine della dichiarazione di pandemia da parte dell’OMS. Per quanto riguarda la somministrazione, il preparato ha bisogno di una seconda dose quattro settimane dopo la prima, laddove per quello di Pfizer la distanza è di tre settimane. Stando alle prime notizie il vaccino di Moderna non ha avuto effetti collaterali, al massimo “qualche grado di febbre, un po’ di stanchezza e l’indolenzimento nel punto dell’iniezione”.

Si conserva in frigorifero e in congelatore
Uno dei potenziali problemi registrati nel vaccino di Pfizer è che deve essere conservato a una temperatura di -70 gradi e utilizzato entro 5 giorni dal suo scongelamento. Questo creerebbe una procedura laboriosa per renderlo disponibile in farmacia, con la necessità di un’ipotetica “catena del freddo” per trasportarlo.

Il vaccino Moderna non ha questo problema, infatti si conserva, secondo il comunicato, “a temperature di refrigerazione”. Questo vuol dire che il vaccino necessità sì di una temperatura di -20°C per essere conservato fino a 6 mesi (temperatura comunque raggiungibile da molti congelatori), ma che può anche essere conservato tra i 2 e gli 8 gradi fino a trenta giorni, consentendo quindi di essere distribuito “utilizzando un’infrastruttura di somministrazione e stoccaggio del vaccino ampiamente disponibile e non è richiesta alcuna diluizione prima della vaccinazione”.

Quando verrà rilasciato in Svizzera?

Al momento si sa solo che il vaccino di Moderna potrebbe essere introdotto in Svizzera nel primo semestre dell’anno prossimo: lo ha affermato Dan Staner, direttore per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa. Proprio negli scorsi giorni Moderna aveva attivato la rolling submission per l’omologazione del vaccino nel nostro paese, terza dopo AstraZeneca e Pfizer, rolling submission che è una procedura di omologazione velocizzata che consente una trasmissione veloce dei dati appena questi diventano disponibili. La procedura potrebbe essere inoltre facilitata dalla collaborazione con la svizzera Lonza, che collabora con l’azienda americana e che a Visp sta preparando una linea di fabbricazione, dove potrebbe essere prodotto a partire da febbraio 2021.

Ad ogni modo La Confederazione, per decisione del Consiglio federale, si è assicurata 4,5 milioni di dosi del futuro vaccino di Moderna. Il contratto era stato già annunciato in agosto ed era stato il primo con una compagnia farmaceutica. “La Svizzera è un mercato strategico per noi”, ha spiegato Staner, “Vi è un gran numero di investitori elvetici che sono con noi dall’inizio dell’avventura, una decina di anni fa”. Anche la collaborazione con Swissmedic sta avvenendo molto bene, ha aggiunto.

1 miliardo di dosi nel 2021, ma dopo le autorizzazioni
L’azienda statunitense prevede di disporre di circa 20 milioni di dosi di vaccino anti Covid entro la fine del 2020 da destinare agli Usa. Inoltre ha annunciato però di essere “sulla buona strada” per la produzione totale da 500 milioni fino a 1 miliardo di dosi nel 2021. Per fare questo però, Moderna ha annunciato di voler presentare una richiesta d’autorizzazione all’uso per emergenza (Emergency Use Authorization, EUA) alla FDA statunitense nelle prossime settimane.

Nel frattempo, l’Ema (Agenzia europea del farmaco) ha annunciato di aver cominciato ad analizzare i dati del vaccino mRna-1273 anti-Covid della Moderna Biotech Spain, dopo quello di AstraZeneca e Università di Oxford. Come precisa l’Ema sul suo sito, si è deciso di partire con la procedura del rolling review, primo passo dell’iter di approvazione, sulla base dei risultati preliminari degli studi non clinici e dei primi studi clinici fatti sugli adulti, che sembrano confermare che il vaccino stimoli la produzione di anticorpi e cellule immunitarie T contro il virus SarsCov2.

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