
Oltre ai vaccini, anche in Ticino ora saranno disponibili anche dei farmaci contro il Covid-19. Si tratta degli anticorpi monoclonali sviluppati dalla ditta Regeneron in collaborazione con Roche. La Confederazione ha acquistato tremila dosi, il cui costo è di circa duemila franchi l’una. Saranno disponibili, nel nostro cantone, negli ospedali dell’Eoc di Lugano, Locarno, Bellinzona e Mendrisio e alla Clinica Luganese Moncucco. Si tratta di anticorpi in grado di riconoscere il virus e neutralizzarlo, ma la strategia è precisa e solo alcuni pazienti vi avranno accesso. Teleticino ne ha parlato con Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco.
“Va detto che questo farmaco è dedicato a persone che hanno dei fattori di rischio ed è efficace solo nei primi giorni di malattia, dopo tale lasso di tempo questo farmaco non è efficace”, ha spiegato Garzoni. Infatti il medicamento va somministrato entro cinque giorni dalla comparsa dei sintomi.
È un farmaco sperimentale, cosa significa?
“Il farmaco è stato fornito dalla ditta Roche, ci sono degli studi clinici a disposizione, ma non è un farmaco che è stato approvato dalle autorità. I dati forniti dall’azienda mostrano pochi effetti collaterali, si parla di rari casi di allergie”.
Quindi qual è il messaggio per la popolazione?
Il messaggio alla popolazione, secondo me, è questo: sappiate che oggi c’è una terapia, però fa senso pensarla solo nelle persone che hanno un rischio di avere un brutto Covid, quindi nelle persone che hanno un sistema immunitario debole, negli anziani, nelle persone che non possono essere vaccinate, nelle persone che hanno un’ipertensione, i reni che non vanno o altro.
Cosa fare quindi se si appartiene a queste categorie?
In questo momento bisogna contattare subito il proprio medico, il quale valuterà se ci sono i criteri per ricevere il farmaco e a quel punto il medico discuterà con i centri di somministrazione. Alla Clinica Moncucco saremo io e il mio collega che fa malattie infettive, all’Ente ospedaliero ci sarà sempre un infettivologo. I medici soppeseranno i rischi benefici per poi proporre la somministrazione al paziente se è il caso.
Come viene somministrata la terapia?
Da noi verrà somminsitrato nel nostro Pronto Soccorso, è una piccola infusione che dura trenta minuti, poi il paziente è invitato a stare un’ora in osservazione e poi tornerà al proprio domicilio. Perché come dicevo, il farmaco è pensato per pazienti che stanno ancora bene, che però hanno il rischio che la malattia evolva in maniera brutta.
Ora il rischio non è di spingere chi viene testato a richiedere la cura e poi non averne abbastanza?
Forse la risposta più giusta è dire che la vera terapia, la vera prevenzione per il Covid. è il vaccino e tutti dovrebbero farlo. Di questo farmaco ci sono poche dosi e sottolineo, dev’essere somministrato nei primi cinque giorni di malattia. Quindi invito le persone a farsi testare al primo sintomo e non aspettare una settimana, perché lì sarebbe comunque troppo tardi. Poi è dedicato a casi ben selezionati di pazienti che hanno fattori di rischio, dopo discussione con un medico specialista nella malattia Covid e dopo che il paziente prende comunque su di sé alcuni rischi di un farmaco che non è ancora stato registrato.
Una volta che arriverà la cura definitiva potremo rinunciare al vaccino?
Non credo, la cura definitiva probabilmente non arriverà mai. Noi non possiamo immaginare di curare una popolazione con una terapia di anticorpi che costa svariate migliaia di franchi a dosi. Oggi abbiamo la prevenzione che sono i vaccini, che è altamente efficace ed è poco costosa. Quindi torno a dirlo e non mi stancherò mai, oggi la soluzione è il vaccino e da questo tunnel usciremo grazie al vaccino. Vacciniamoci tutti.
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