Confine
Tre fermi per la tragedia del Mottarone
Lara Sargenti
4 anni fa
In manette il proprietario delle ferrovie del Mottarone, il direttore e il capo operativo del servizio. Per la procura sapevano che il freno di emergenza era disattivato

Dopo una notte di interrogatori, tre persone sono state arrestate all’alba in relazione alla tragedia del Mottarone, dove 14 persone hanno perso la vita dopo il crollo della cabina della funivia. A finire in manette, riporta l’Ansa, il proprietario della società che gestisce l’impianto, la Ferrovia Mottarone srl, il direttore e il capo operativo del servizio. A disporre il fermo è stato il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, che con il pm Laura Carrera coordinano le indagini dei carabinieri. I fermati sono accusati di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime.

Manomesso il sistema di emergenza dei freni
Nei confronti dei tre fermati è stato raccolto quello che il procuratore Olimpia Bossi definisce “un quadro fortemente indiziario”. L’analisi dei reperti ha infatti permesso di accertare che “la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso”. Per gli inquirenti, il ‘forchettone’, ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainante, non è stato rimosso per “evitare disservizi e blocchi della funivia”. Un gesto, precisa il magistrato, “materialmente consapevole”. Il sistema “presentava delle anomalie e avrebbe necessitato un intervento più radicale con un blocco se non prolungato consistente”.

Da giorni la funivia viaggiava in quel modo
Dopo lo stop a causa della pandemia, la funivia era entrata in funzione da circa un mese ed “era da più giorni che viaggiava in quel modo e aveva fatto diversi viaggi”, precisa il procuratore Olimpia Bossi. Interventi tecnici, per rimediare ai disservizi, erano stati “richiesti ed effettuati”, uno il 3 maggio, ma “non erano stati risolutivi e si è pensato di rimediare”. Così, “nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo, si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l’esito fatale”, sottolinea il magistrato, che parla di “uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante, agli accertamenti svolti”.

I tre fermati hanno ammesso

Hanno “ammesso” le tre persone fermate nella notte per l’incidente alla funivia del Mottarone. Lo afferma il comandante provinciale dei carabinieri di Verbania, tenente colonnello Alberto Cicognani. “Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso”, dice l’ufficiale dell’Arma ai microfoni di Buongiorno Regione, su Rai Tre. “C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione”.

Le indagini proseguono
Le indagini non sono finite. Con l’intervento dei tecnici, sarà necessario confermare quanto emerso dai primi accertamenti. La procura di Verbania intende infatti “valutare eventuali posizioni di altre persone”. “Si è tutto accelerato nel corso del pomeriggio e di questa notte”, ha fatto sapere il procuratore lasciando la caserma -. Nelle prossime ore cercheremo di verificare, con riscontri di carattere più specifico, quello che ci è stato riferito”, ha concluso. Le persone fermate avevano, “dal punto di vista giuridico ed economico, la possibilità di intervenire. Coloro che prendevano le decisioni”. E che, secondo gli sviluppi dell’inchiesta, non l’hanno fatto.

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