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Stefano Dias - Lugano e una ciambella di opportunità
Redazione
3 anni fa
Candidato dei Verdi Liberali per il Municipio e il Consiglio comunale di Lugano

Sono Stefano Dias, ho 36 anni, da sempre Luganese, controllore del traffico aereo presso l’aeroporto Cantonale di Locarno-Magadino. Sono vice-presidente dei Verdi Liberali Ticino e candidato alle prossime elezioni comunali a Lugano perché la nostra città necessita di forze fresche, energiche e con visioni. Voglio condividere la visione sociale che permette di costruire ponti tra persone, ambiente e economia. Insieme a voi proporre un futuro attraverso il benessere, il progresso e la salvaguardia dell’ambiente a favore di uno Stato di orientamento liberale che sia privo dell’obsoleto dualismo destra-sinistra.

Il mondo intero sta affrontando l’emergenza Covid e anche Lugano dovrà reagire per uscirne più forti di prima. Alcune città hanno “approfittato” della crisi per prendere delle decisioni importanti sul loro futuro, una di queste è Amsterdam la prima città al mondo ad adottare ufficialmente la Doughnut Economics (economia della ciambella). Ma di cosa si tratta questa teoria che utilizza una ciambella? L’economista inglese Kate Raworth si è chiesta cosa serva davvero all’uomo, e a una comunità, per vivere bene, e come si potrebbe fare per assicurare a tutti senza sprechi degli ultimi decenni, una quota sempre più grande delle risorse che il nostro pianeta ci mette a disposizione.

La risposta è nel disegno di una ciambella. Il buco all’interno è il vuoto dove si posiziona chi non raggiunge più i minimi di reddito, istruzione, sanità, alloggio, cibo o accesso ad acqua e aria pulita. Chi si trova lontano dagli ormai famosi 17 obiettivi per uno sviluppo sostenibile codificati dall’ONU. La ciambella vera e propria è la quota di chi quelle risorse le ha, e le usa, senza sprechi e danni eccessivi per l’ambiente: una popolazione che vive bene. Il bordo esterno della ciambella segna il limite, tracciato in base a una grande quantità di studi e ricerche scientifiche, oltre il quale si finisce per consumare in eccesso rispetto a quello che si ha disposizione, in pratica il confine per non danneggiare la Terra nel suo complesso.

E’ uno schema essenziale, ma efficace. La cosa migliore è la possibilità di essere applicato in scala dappertutto. I dati a disposizione ormai permetterebbero dunque di capire chi e dove resta “nel buco” della ciambella. Quanti sono i poveri di una città, o quelli che vivono nei quartieri più inquinati, o le zone dove le scuole, le case o gli spazi verdi sono al di sotto degli standard. E cosa serve per portare quelle persone di nuovo all’interno della ciambella ma senza sforare dal lato opposto e finire nello spreco. La cosa essenziale che potremmo fare anche a Lugano, e studiare bene la mappa di partenza con i dati a disposizione. La cosa che è importante sottolineare e che ho ribadito più volte durante la mia campagna, bisogna rendersi conto che i problemi sono interconnessi e che come osserva la stessa Raworth: “dobbiamo occuparci allo stesso momento e nello stesso modo dei posti di lavoro e della salute, dell’economia e dell’ambiente.

Amsterdam ha deciso che l’economia della ciambella sia la modalità più adatta per aiutare ad uscire dalla crisi, ma soprattutto per ripensare il futuro. La vice-sindaca Marieke Van Doorninck ha però aggiunto che la ciambella non dà risposte, ma aiuta a trovarle. Lugano ha l’opportunità di ripartire con nuovi obiettivi ambiziosi e che possano permettere di rilanciare l’economia, essere attrattiva e non lasciare i suoi cittadini nel buco della ciambella. Il bisogno di cambiamento del post-Covid ci dà un’opportunità ancora piu grande. Non perdiamo altro tempo, altre città ci stanno pensando e hanno iniziato il lavoro di mappatura della loro situazione. Lugano deve iniziare a ripensare il futuro e la ciambella è pronto per essere gustata.

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