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Barbara di Marco - Sfide sociali e sfide sportive nel futuro di Lugano
Redazione
3 anni fa
Candidata MPS per il Municipio e il Consiglio comunale di Lugano (lista 1, numero 1)

È notizia degli ultimi giorni: il 6% dei nuclei famigliari di Lugano (cioè circa 6-8'000 persone) non raggiungerebbero il minimo vitale. Senza gli aiuti e le prestazioni sociali si troverebbe nella stessa condizione il 18,6% dei nuclei famigliari, sicuramente più di 20’000 persone (quasi un terzo della popolazione di Lugano).

A Lugano abbiamo quindi un’urgenza sociale. Il che significa, per noi, aumentare l’intervento della Città a sostegno di coloro che non trovano un posto di lavoro o un posto di tirocinio, o che ricevono un salario da fame pur occupando un posto di lavoro qualificato e a tempo pieno.

Lugano è diventa la capitale del dumping salariale: ai giovani si richiede di conoscere quattro lingue per occupare un posto nel settore impiegatizio (cuore del mercato del lavoro della città), offrendo un salario da fame di poco più di 3'000 franchi al mese.

A subire maggiormente tutto questo sono le donne. Dei 4’200 posti di lavoro persi in Ticino nel 2020, gran parte era proprio nel settore dei servizi e occupato da donne. Aumenta non solo la violenza domestica, ma anche quella sul lavoro con molestie di ogni genere, oltre ai licenziamenti a seguito della maternità.

Per rispondere a tutto questo, oltre ad implementare i servizi extrascolastici, gli asili nido e le cure a domicilio, Lugano ora deve fare un ulteriore sforzo verso le donne, rispondendo ai loro bisogni offrendo servizi specifici, creando un dicastero donne che offra uno sportello donne comunale, al quale potersi rivolgere per delle consulenze professionali, giuridiche, sociali e psicologiche.

Di fronte a questa urgenza sociale, a questo grande problema sociale che vive una parte cospicua delle cittadine e dei cittadini di Lugano, quale posto devono occupare gli altri temi, certo importanti, ma non così decisivi?

Pensiamo al Polo Sportivo e degli Eventi, il PSE. Certo, Lugano ha bisogno di nuove e migliori strutture sportive, ma non ad ogni costo. Rispondere a queste esigenze non significa sperperare denaro per un progetto di strutture sportive che raggiunge i 350 milioni di franchi, costruito da privati ai quali per quasi trent’anni si dovranno pagare oltre 10 milioni di affitto all’anno; con uno stadio che costa quasi il doppio di quelli costruiti, dalla stessa ditta privata, in altri Cantoni.

È possibile rispondere alle esigenze dello sport limitandosi a costruire un polo sportivo, rinunciando a alla speculazione immobiliare (la costruzione di torri, di nuovi uffici, di nuovi appartamenti malgrado oggi a Lugano vi sia uno sfitto tre volte superiore alle media svizzera); lo dovrà fare direttamente la città e a costi sopportabili e tali da non pregiudicare gli interventi futuri necessari a rispondere alle sfide sociali della città e ad altri importanti progetti per renderla più vivibile, dal punto di vista sociale ed ambientale.

Solo in questo modo sarà possibile coniugare la sfida sportiva con quelle, ben più importanti, che ogni giorno devono affrontare coloro che vivono e lavorano in questa città.

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