Beatrice Lundmark
Nello sport come nella vita: l’importanza del benessere
© Ti-Press / Samuel Golay
© Ti-Press / Samuel Golay
Redazione
2 anni fa
Il presente contributo è l’opinione personale di chi lo ha redatto e non impegna la linea editoriale di Ticinonews.ch. I contributi vengono pubblicati in ordine di ricezione. La redazione si riserva la facoltà di non pubblicare un contenuto o di rimuoverlo in un secondo tempo. In particolare, non verranno pubblicati testi anonimi, incomprensibili o giudicati lesivi. I contributi sono da inviare a [email protected] con tutti i dati che permettano anche l’eventuale verifica dell’attendibilità.

Come ex sportiva d’élite so, per esperienza diretta, che i migliori risultati si ottengono se si è motivati, se si sta bene fisicamente e mentalmente e se si riesce a mantenere un buon equilibrio tra i vari aspetti della propria quotidianità: lo stesso vale, a lungo termine, anche nel lavoro, nello studio e nella vita in generale.

Nella frenesia della nostra società bisognerebbe pensare di più al benessere e alle esigenze generali delle persone, delle lavoratrici e dei lavoratori, nel vantaggio di tutti, datori di lavoro compresi. Questo presuppone evidentemente il rispetto e l’ascolto attivo di chi si ha di fronte, senza pregiudizi; questo presuppone anche una certa flessibilità mentale e strutturale (ad es. in riferimento alla struttura aziendale). Se non ci poniamo noi stessi dei limiti o dei preconcetti, scopriamo di poter andare molto più in alto (o più lontano) di quello che pensavamo inizialmente, sia come individui, sia come azienda, sia come società.

E, fondamentalmente, la nostra società è formata da famiglie, di diverse tipologie e complessità, e delle cui esigenze purtroppo non si tiene debitamente conto nella struttura economica e politica del paese; questo normalmente a scapito delle donne che si trovano per la maggior parte a lavorare a tempo parziale e con un carico di lavoro domestico non pagato interamente sulle proprie spalle. Il sistema va ripensato rivolgendo una maggiore attenzione a questi aspetti - soprattutto se si vuole una piramide demografica diversa - guardando anche ad alcuni esempi pratici implementati nei paesi del nord per quanto concerne la conciliabilità tra lavoro e famiglia, i congedi parentali, e la flessibilità nella gestione del tempo di lavoro. Questo a favore di una società più sana ed equilibrata dove ognuno di noi possa esprimere al meglio le proprie potenzialità, senza pregiudizi e dove l’economia può, e deve, fiorire nel rispetto delle singole persone e dell’ambiente che ci circonda.

Beatrice Lundmark,

Pluricampionessa svizzera di salto in alto

Candidata al Gran Consiglio n. 28, per la lista n. 4 “più donne”

I tag di questo articolo