Werner Nussbaumer
La neutralità non è in vendita
Redazione
un anno fa
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Mi chiedo perché l’Occidente e la Svizzera non hanno impedito i bombardamenti dei civili in Donbass, compiuti per ordine dei due ultimi presidenti ucraini? Forse perché ci siamo dimenticati che la guerra in Ucraina è iniziata 9 anni fa, in seguito al colpo di stato del febbraio 2014 e alla destituzione del legittimo presidente Yanukovich, originario del Donbass, e del suo governo. La successiva ideologia del governo provvisorio, apertamente nazista e russofoba, ha scaturito le proteste nelle varie regioni dell’Ucraina. Il presidente Poroscenko ha definito nel 2014 gli abitanti russi nel Donbass dei “subumani” che dovevano essere sterminati. I residenti del Donbass hanno risposto alle minacce dirette con la proclamazione dell’indipendenza costituendo le due Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk, mentre i crimeani hanno votato per entrare nella Federazione Russa. Zelensky ha bombardato il Donbass per 8 anni causando la morte di 14’400 civili, legittima battaglioni neonazisti e venera quale eroe nazionale Stepan Bandera, un nazista che durante il secondo conflitto mondiale ha perpetrato pulizie etniche, uccidendo 60’000 polacchi, ebrei e russi, dedicandogli vie e monumenti. L’Ucraina non ha mai rispettato gli accordi di Minsk ratificati da Germania, Francia, Ucraina e Russia, che conferivano lautonomia alle due repubbliche autoproclamate allinterno dell’Ucraina, seguiti da un immediato «cessate il fuoco» e la non entrata dell’Ucraina nell’Unione Europea e nella NATO. L’Ucraina ha poi sistematicamente violato gli accordi. Tutto questo è avvenuto sotto gli occhi indifferenti della comunità internazionale. Il 22 febbraio 2022 la Russia ha ufficialmente riconosciuto le due repubbliche, le quali hanno chiesto esplicitamente l’intervento di Mosca per far cessare il massacro quasi giornaliero della popolazione russofona del Donbass. L’Occidente ha sostenuto e armato l’Ucraina sapendo che questa guerra non si può vincere ma solo prolungare, con il suo corollario di morti e di dolore da ambo le parti. La Svizzera vanta la più antica politica di neutralità militare del mondo che risale al trattato di Parigi del 1815. Grazie alla neutralità ci siamo distinti per i buoni uffici durante i conflitti, per l’accoglienza dei profughi e per la sicura custodia degli averi, acquisendo credibilità e rispetto dalle altre nazioni. La nostra neutralità ci ha risparmiato il coinvolgimento diretto nella Seconda Guerra Mondiale. La storia dovrebbe insegnare, ma troppo spesso la dimentichiamo. La neutralità è un bene prezioso, divenuta negli anni il sinonimo della Svizzera stessa, va mantenuta e rafforzata per il bene della popolazione svizzera e della comunità internazionale.

Werner Nussbaumer, candidato al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio per HelvEthica Ticino

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