Il capo dell'agenzia dell'ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA), Philippe Lazzarini, ha invitato oggi la Svizzera a mantenere il suo sostegno all'agenzia delle Nazioni Unite. Se non dovesse "portare avanti la sua tradizione umanitaria" in Medio Oriente, la Confederazione rischia di vedere messo in discussione il suo posto nel mondo. È importante che la Confederazione continui a essere un partner della più grande agenzia di aiuti per i rifugiati palestinesi, in un momento in cui hanno più bisogno di sostegno, ha detto il ginevrino in una conferenza stampa.
"Una buona notizia"
Interrogato sulla raccomandazione di oggi della Commissione di politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) di concedere all'UNRWA solo un contributo parziale destinato all'aiuto d'urgenza per la popolazione di Gaza, Lazzarini ha risposto che il mantenimento di tale sostegno è "piuttosto una buona notizia". D'altra parte, Lazzarini ha espresso preoccupazione riguardo alla volontà della commissione di non finanziare più direttamente l'UNRWA a lungo termine. Ha detto di sperare che ciò non accada "prima che la Svizzera e gli altri Stati membri (dell'ONU) abbiano lavorato per la creazione di uno Stato palestinese", cioè prima che l'agenzia possa ritirarsi dalla regione. Fino ad allora, "qualsiasi indebolimento dell'agenzia sarà visto dai palestinesi come un colpo alle loro aspirazioni di autodeterminazione", ha avvertito. Secondo un recente sondaggio, l'80% dei palestinesi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza ritiene che l'obiettivo di indebolire o smantellare l'UNRWA sia legato all'abbandono della soluzione dei due Stati (israeliano e palestinese), ha detto.
Percezione problematica
In "un contesto così polarizzato" come quello attuale, Lazzarini ha affermato di auspicare che la Svizzera continui ad essere percepita come un Paese "tradizionalmente umanitario, neutrale, imparziale, una Svizzera dei buoni uffici". Se dovesse abbandonare il suo sostegno a un'agenzia come l'UNRWA, la Confederazione sarebbe rapidamente percepita in questa regione del mondo come un Paese che attua "un'agenda di parte, un'agenda in cui viene applicato il diritto internazionale umanitario a due livelli". Questo potrebbe avere un impatto duraturo sul ruolo che la Svizzera può svolgere sulla scena internazionale, ha detto. Ha poi ricordato che la maggior parte dei Paesi che avevano sospeso il loro finanziamento all'agenzia hanno ripreso a contribuire. Solo "una manciata" di Paesi non lo ha fatto, ha detto, citando - oltre la Svizzera -, gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Austria.