Protesta
La sanità ticinese scende in piazza contro il crescente disagio del settore
Redazione
13 giorni fa
Come preannunciato lo scorso mese, questo mercoledì tutto il mondo della sanità è sceso in Piazza Governo a Bellinzona per denunciare il crescente disagio del sistema sanitario ticinese.

Dai medici agli infermieri, dai fisioterapisti agli ergoterapisti, dalle levatrici al personale tecnico di sala operatoria, oggi, mercoledì, proprio tutto il mondo della sanità ticinese si è riunito in Piazza Governo a Bellinzona per una giornata di incontro e di sensibilizzazione con la popolazione per manifestare il disagio che si è creato e che è cresciuto “in modo insopportabile” nel sistema sanitario del nostro cantone. La manifestazione era stata preannunciata circa un mese fa e il presidente dell’Ordine dei medici Franco Denti aveva già allora ribadito ai microfoni di Ticinonews i problemi del settore - che è tornato a rimarcare anche oggi - come medici e infermieri che abbandonano la professione: “Il perché è dato dalla frustrazione che tutti noi, anche negli studi medici, stiamo vivendo, sempre più immersi nella burocrazia e sempre più dai controlli da parte degli assicuratori malattia”. “Si parla sempre di sanità soltanto per i soldi - aggiunge Denti - e noi vorremmo tornare in ospedale, in clinica, nelle case anziani e negli studi medici ad occuparci e ad avere più tempo per i pazienti”.

"Cerchiamo di limitare al massimo l'onere burocratico"

Non è mancata la replica del direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Raffaele De Rosa: “Come Cantone cerchiamo di limitare al massimo questo onere burocratico, anche se bisogna pensare alle norme federali: la LAMal prevede un catalogo di prestazioni che sono obbligatorie, delle remunerazioni che sono fisse e da questo punto di vista è anche comprensibile che da qualche parte ci sia un certo controllo”. “Come Cantone ci stiamo muovendo in diversi ambiti sfruttando le limitate possibilità d’azione", aggiunge il consigliere di Stato. Per quanto riguarda le tariffe troppo basse, il direttore del DSS afferma che sì si può fare qualcosa, ma è importante “valutare e distinguere la situazione del singolo che va sostenuta, dalla situazione del sistema che è perverso perché non permette di tenere conto dell’evoluzione delle quantità e di non tenere sotto controllo l’esplosione della spesa”.